Intervista | Melania G. Mazzucco: Tintoretto. Un ribelle a Venezia


In occasione dell’anniversario dei cinquecento anni dalla nascita del pittore, arriva in anteprima nelle sale cinematografiche italiane Tintoretto. Un Ribelle a Venezia, un nuovo esclusivo docu-film firmato da Sky Arte dedicato alla figura di un pittore straordinario, mutevole, istintivo e appassionato. Il film, narrato da Stefano Accorsi, uscirà nelle sale dal 25 al 27 febbraio, per l’occasione, abbiamo intervistato Melania G.Mazzucco, regista della pellicola e scrittrice.

Come mai secondo lei l’arte sta riscontrando sempre più successo al cinema e tra i giovani?

Sono molto contenta che il cinema si sia accorto dell’arte perché in realtà, se ci pensiamo, verrebbe quasi spontaneo associarli visto che la pittura lavora sul linguaggio dell’immagine. Paradossalmente però ci siamo arrivati molto tardi, anche se un vantaggio di oggi è la possibilità di avere strumenti tecnici di elevatissima qualità per la riproduzione delle immagini, per la libertà della macchina da presa ed per il modo di illuminare che permette di vedere i quadri come non sono mai stati visti prima. Tintoretto, per certi versi, è stato regista prima che esistesse il cinema ed è stato uno di quelli che ha inventato proprio il linguaggio cinematografico come la profondità di campo, la sfocatura e la messa a fuoco selettiva. Per quanto riguarda la riscoperta dell’arte da parte dei giovani, sta avvenendo forse perché siamo arrivati ad un punto in cui si diventa adulti ma “vergini” di storia dell’arte, in qualche modo. Questo permette di appassionarsi senza avere preconcetti scolastici, siamo liberi di leggere le immagini in modo autonomo riuscendo a cogliere l’innovazione dell’artista.

Bowie ha descritto Tintoretto con una proto-Rockstar, cosa intendeva secondo lei?

Io penso che Bowie abbia capito l’innovazione e il personaggio, un uomo che non stava alle regole e che era disposto ad infrangerle per raggiungere il suo obiettivo. In questo senso la parola Rockstar si riferisce a chi cerca di fare qualcosa di nuovo e cerca di farsi notare, di essere diverso.

Cosa rende Tintoretto ancora moderno ed attuale dopo 500 anni?

Sicuramente alcune caratteristiche tecniche della sua pittura che oggi sono valorizzate mentre alla sua epoca furono criticate. Tintoretto è un pittore che ha lavorato con la pennellata in una maniera completamente diversa da come facevano i suoi colleghi, una pennellata libera, istintiva, paragonata a volte all’action painting, non a caso alcuni suoi lavori sembrano opere novecentesche.

Quante lettere avete trovato di Tintoretto?

Tintoretto scriveva poco e per quello abbiamo trovato solo poche lettere. In una di queste, lo stesso artista dice al suo committente, il Cardinal Gonzaga, che preferisce esprimersi con il pennello piuttosto che scrivere. Poi abbiamo trovato 3 o 4 suppliche che manda al governo e, in particolare, una di queste è molto interessante. Riguarda La battaglia di Lepanto, un quadro che ha impiegato 2 anni a dipingere viste le centinaia di figure e per il quale ha pagato tutto autonomamente, compresi i modelli. Lui dice di averlo fatto per patriottismo e, in cambio, chiedeva di ricevere la pensione di pittore di Stato alla morte di Tiziano. Il governo risponde che l’opera verrà accettata ma per la pensione se ne discuterà in un secondo momento, anche se alla fine non gli verrà mai accettata. Questa parte avrebbe dovuto rientrare nel film ma, per problemi di durata, è stata eliminata.

Ringraziamo ancora Melania G. Mazzucco per la disponibilità e cliccando qui potrete trovare la scheda del film con l’elenco di tutti i cinema nei quali verrà proiettato.

Antonio La Mancusa, Edoardo Clerici, Stefano Gandelli


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