FOMO: cos’è la Fear of Missing Out?

FOMO: cos’è la Fear of Missing Out?

Pesci Piccoli: la prima serie targata The JackalbyIrene Lantano Alla scoperta del Museum of DreamersbySofia Fossati FOMO: cos’è la Fear of Missing Out? Al centro dell’attenzione mediatica da qualche tempo, laFOMO(“Fear of Missing Out“) sembra essere una difficoltà tipica della nuova generazione di giovani e adulti. Anche se non è un vero e proprio disturbo, laFOMOsi classifica tra i fenomeni che possono legarsi all’ansia, in particolare all’ansia sociale. È un acronimo che sta perFear of Missing Oute significa letteralmente “paura di perdersi qualcosa”. È stata formalizzata daAndrew Przybylski, professore all’Università di Oxford. Non è stata particolarmente studiata e non ci sono molte pubblicazioni a riguardo ma negli ultimi mesi ha guadagnato sempre più attenzione. Si tratta dell’ansia diperdersi occasionidi poter prendere parte a un evento sociale. Si lega alle difficoltà di vedere che gli altri partecipano a queste circostanze e all’avere paura dinon condurre una vita al meglio dellepotenzialità. LaFOMOin realtà è sempre esistita, ma ad oggi potrebbe peggiorare a causa della continua esposizione alle esperienze altrui. Abbiamo sentito fin troppe volte la frase “Nulla di quello che vediamo sui social è vero”. Non è facile, però, scorrere le storie diInstagrame non lasciarsi prendere dall’idea che gli altri stiano vivendomomenti migliori dei nostri. Tutto questo anche se magari siamo consapevoli che è una vita che vediamo solo a tratti, tramite foto e video. È così che probabilmente laFOMOsi intensifica nei giovani: so che c’è qualcosa di interessante là fuori ma non lo sto vivendo. Dall’altra parte i social sono fondamentali per poter restare in contatto con tutto quello che possiamo fare. È spesso per questo che si crea unipercontrollosu Internet. Il bisogno di non perdersi nulla che potenzialmente potrebbe essere interessante porta alla necessità di rimanere sempreconnessi. La semplice scelta tra le infinite possibilità su come trascorrere il tempo libero può finire per intensificare quest’ansia. La decisione finale potrebbe infatti essere comparata con la scelta di altri, forse migliore e finire per determinare undisturbante senso di inadeguatezza. Si tratta di unmix diindecisione e rimpiantisul modo di vivere la propria socialità. I giovani ne sono più colpiti. Questo forse perché sono maggiormente esposti ai social. Va però anche considerato che agli adolescenti e ai giovani adulti si chiede un compito molto importante: crearsi, definirsi, all’interno di uncontesto sociale. Ciò significa cercare di creare il miglior posto possibile per sé stessi, un sé che a sua volta ideiamo e forgiamo proprio in questo contesto. Vogliamo quindi che la nostra vita sociale sia la migliore possibile. In questo senso si vede la parte più “normale” dellaFOMO, quella per così dire non patologica. A chi più, e a chi meno,accade a tutti di sentirsi così. Di per sé infatti, tutti cercano sempre di vivere al meglio il proprio tempo e sperimentano ansia e senso di esclusione quando sentono di non partecipare a qualcosa di importante. Si parla però diFOMOquando quest’ansia impatta sulla vita quotidiana fino a crearedisagio e difficoltànel funzionamento. È proprio sui social che ci ricordano sempre checiò che gli altri postano non è tutto. Questa è un’osservazione molto importante da tenere a mente, anche se è più facile a dirsi che a farsi. Il tentativo diBeReal, per esempio, era quello di creare maggioreautenticitàin quello che mostriamo. Teoricamente, avrebbe potuto generare una consapevolezza del fatto che quello che vediamo suInstagramè solo ciò che gli altri vogliono che noi vediamo, mentrela realtà è ben diversa. Purtroppo ha raggiunto questo obiettivo solo in parte, perché siamo comunque sempre chiamati a essere pronti per le telecamere. Inoltre, è importante vivere il momento conserenità, tenere in mente il presente. Non andare oltre e risiedere in ogni istante, trovando pace anche nellasolitudine. Questo non significa per forza abbandonare il cellulare, perché togliere l’oggetto di costante controllo non è mai la soluzione. È addirittura emerso un nuovo concetto, laJOMO, ovvero la “Joy of missing out”. È concettualizzato come uno stile di vita più consapevole degli effetti negativi di un continuo confronto con gli altri, tentando di diminuire questa attitudine