Detrazione figli a carico 2025 | Nuovo tetto 30 anni: cosa cambia per famiglie e disabili?
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Con la legge di bilancio 2025 arriva una novità importante: la detrazione per figli a carico sarà estesa fino ai 30 anni per chi non ha un reddito proprio e vive ancora con i genitori.
Il provvedimento, annunciato dal Ministero dell’Economia, introduce un ampliamento significativo del limite d’età previsto per beneficiare della detrazione fiscale sui figli a carico. Finora il limite era fissato a 24 anni, ma dal 2025 i genitori potranno continuare a usufruire dello sconto fino al compimento dei 30 anni, a patto che il figlio non superi il reddito annuo di 2.840,51 euro.
Una misura che tiene conto dei cambiamenti sociali ed economici dell’ultimo decennio, con molti giovani che restano più a lungo in famiglia a causa della precarietà lavorativa e dei costi elevati per l’autonomia abitativa. La riforma punta a dare un respiro fiscale alle famiglie che sostengono figli adulti ancora in formazione o con redditi troppo bassi per mantenersi da soli.
Più flessibilità per i genitori e tutele per i figli disabili
Il nuovo tetto dei 30 anni si applicherà in modo generalizzato, ma con una particolare attenzione ai casi di disabilità. Per i figli con disabilità riconosciuta, infatti, la detrazione continuerà a spettare indipendentemente dall’età, confermando un principio di equità già previsto dalle norme precedenti. Il requisito principale resterà il limite di reddito personale, che dovrà restare al di sotto della soglia stabilita per non perdere il diritto al beneficio.
Secondo il Ministero dell’Economia, la misura intende accompagnare le famiglie nel percorso di transizione tra studio, ingresso nel mondo del lavoro e autonomia economica. Si tratta di un riconoscimento concreto del ruolo di sostegno che molti genitori continuano a svolgere anche oltre la maggiore età dei figli. L’estensione consentirà di alleggerire le imposte in dichiarazione dei redditi, soprattutto per i nuclei con più figli o con situazioni di disoccupazione giovanile prolungata.

Effetti pratici e possibili criticità del nuovo limite
Dal punto di vista operativo, la detrazione potrà essere richiesta come negli anni precedenti, indicando il codice fiscale del figlio a carico nel modello di dichiarazione. Tuttavia, l’estensione fino ai 30 anni potrebbe generare incertezze interpretative, soprattutto nei casi di redditi discontinui o part-time. Saranno le circolari dell’Agenzia delle Entrate a chiarire come gestire situazioni in cui il limite di reddito venga superato solo per pochi mesi.
Un altro nodo riguarda il coordinamento con l’Assegno Unico Universale, che resta lo strumento principale di sostegno alle famiglie. Mentre l’assegno cessa al compimento dei 21 anni, la detrazione continuerà ad assicurare un vantaggio fiscale anche per i figli più grandi. In prospettiva, la misura potrebbe favorire una maggiore equità tra nuclei con figli disabili e famiglie con giovani adulti non ancora indipendenti. Per molti contribuenti, sarà una boccata d’ossigeno in un contesto economico difficile, che riconosce finalmente la realtà di una generazione che fatica a emanciparsi. Il nuovo limite dei 30 anni segna così una svolta nel rapporto tra fisco e famiglia, adeguando le regole alle esigenze concrete della società contemporanea.
