Cinema italiano | Fondo tagliato da 150 milioni €: migliaia di posti a rischio nel settore
Cinema (Foto di Jeremy Yap su Unsplash) - radiobicocca.it
Il taglio del Fondo per il Cinema e l’Audiovisivo previsto dalla Manovra 2025 fa tremare l’intero comparto: produttori, maestranze e sale d’essai temono una crisi senza precedenti.
Il governo ha deciso di ridurre di circa 150 milioni di euro il finanziamento pubblico destinato al cinema e alle produzioni audiovisive italiane. Una misura che, secondo gli operatori del settore, rischia di compromettere anni di crescita e internazionalizzazione dell’industria culturale. La decisione arriva in un momento delicato, con le sale cinematografiche ancora impegnate a recuperare pubblico dopo la pandemia e con l’intera filiera alle prese con l’aumento dei costi di produzione.
Il Fondo Cinema, istituito nel 2016 e gestito dal Ministero della Cultura, rappresenta la principale fonte di sostegno economico per le produzioni indipendenti, i festival, le scuole di cinema e la distribuzione nazionale. La riduzione dei fondi del 2025 equivale a un taglio di circa il 30% rispetto all’anno precedente, una cifra che secondo le associazioni di categoria potrebbe tradursi nella perdita di migliaia di posti di lavoro tra tecnici, comparse e professionisti del settore.
Una decisione che divide e preoccupa il settore
Produttori e registi hanno espresso forte preoccupazione per le conseguenze della misura. Senza il sostegno pubblico, molte produzioni medio-piccole non riusciranno a coprire i costi di sviluppo e distribuzione, con il rischio concreto di un impoverimento dell’offerta culturale. Anche le sale cinematografiche indipendenti, già messe a dura prova dalla concorrenza delle piattaforme streaming, vedranno ridursi le risorse destinate alla programmazione di film italiani ed europei.
Secondo il Ministero della Cultura, la riduzione del fondo rientra in una logica di razionalizzazione e di “selezione qualitativa” dei progetti finanziabili. L’intento dichiarato è concentrare le risorse su opere di maggiore impatto culturale e internazionale, ma gli addetti ai lavori denunciano un rischio opposto: meno film prodotti, meno diversità, meno spazio per i giovani autori. Le regioni e i fondi territoriali dovranno ora valutare misure compensative per sostenere le produzioni locali.

Il futuro del cinema italiano tra tagli e resilienza
Il taglio del Fondo Cinema arriva in un periodo in cui il settore stava finalmente mostrando segnali di ripresa. I dati del 2024 indicavano una crescita del 12% nelle presenze in sala e un incremento del numero di produzioni nazionali esportate all’estero. La contrazione delle risorse rischia di interrompere questo trend e di spingere molte società di produzione a spostarsi verso il mercato internazionale o le piattaforme digitali private.
Le associazioni professionali chiedono ora al governo di aprire un tavolo di confronto per evitare che la misura colpisca indiscriminatamente tutta la filiera. Alcuni propongono di destinare parte del gettito della tassa sugli streaming stranieri a finanziare il cinema nazionale, creando un fondo parallelo di sostegno. In ogni caso, il taglio da 150 milioni segna un passaggio critico per la cultura italiana: un ridimensionamento che rischia di intaccare non solo un comparto economico vitale, ma anche uno dei pilastri dell’identità e della creatività del Paese.
