Le aziende stanno usando questo test per i dipendenti: se lo sbagli ti licenziano | Te lo fanno a sorpresa
Licenziamento improvviso @pexels, radiobicocca.it
Un nuovo test interno, usato in alcune catene della grande distribuzione, sta diventando lo strumento più temuto dai dipendenti.
Negli ultimi mesi si sta diffondendo una pratica che sta facendo discutere lavoratori e sindacati: l’utilizzo di un test a sorpresa per valutare la qualità del servizio e l’affidabilità dei dipendenti. Non un colloquio programmato, non una verifica di routine, ma un controllo improvviso svolto da un finto cliente incaricato dall’azienda. Una metodologia che mette alla prova reattività, correttezza e rispetto delle procedure anche nei momenti più caotici della giornata.
La pressione che questo metodo genera è notevole. In negozi, supermercati e punti vendita medio-grandi sta diventando uno strumento sempre più usato per monitorare non solo l’efficienza, ma anche il comportamento del personale. Chi sbaglia rischia serio ammonimento, sospensioni o addirittura il licenziamento in caso di mancanze ritenute gravi. Per molti lavoratori questa pratica rappresenta un salto di rigidità nelle politiche aziendali, con un impatto diretto sul clima interno.
Come funziona davvero il test
Secondo quanto ricostruito da Repubblica, il test parte senza alcun preavviso. Un incaricato si presenta come un normale cliente e valuta ogni fase dell’interazione: dall’accoglienza alla cortesia, dalla gestione dei prodotti sensibili fino alle procedure di sicurezza. Compiti apparentemente banali, come controllare una data di scadenza o segnalare correttamente un guasto, diventano elementi decisivi per giudicare il lavoratore.
La relazione finale viene poi consegnata alla direzione, che la utilizza per misurare la performance del dipendente. Se emergono irregolarità, la conseguenza può essere immediata. In alcune realtà, gli esiti negativi sono considerati equivalenti a un mancato rispetto delle norme interne, e ciò basta per avviare contestazioni formali. Per molti, la paura non nasce dal dover svolgere bene il proprio lavoro, ma dall’essere valutati in condizioni costruite apposta per coglierli in fallo.

Perché questo metodo sta dividendo aziende e lavoratori
Le aziende difendono il test come un mezzo per mantenere alto il livello del servizio. Spiegano che, in un mercato competitivo, la qualità dell’esperienza cliente è fondamentale, e controlli nascosti permettono di verificare la coerenza tra formazione e pratica. A loro avviso, non si tratta di punire i dipendenti, ma di correggere eventuali errori prima che diventino dannosi.
I lavoratori la pensano diversamente. Per molti si tratta di un sistema che genera ansia, sospetto e un clima di continua tensione. La natura improvvisa del test impedisce di lavorare con serenità: ogni cliente può sembrare un ispettore, e ogni gesto può trasformarsi in un rischio disciplinare. Una pressione costante che, secondo diversi dipendenti, finisce per danneggiare proprio il lavoro che dovrebbe migliorare.
