100 euro all’anno per chi ha un conto corrente: siamo arrivati veramente alla frutta | Ecco chi pagherà nel 2026

100 euro all’anno per chi ha un conto corrente: siamo arrivati veramente alla frutta | Ecco chi pagherà nel 2026

Altre tasse in arrivo @pexels, radiobicocca.it

Secondo la Banca d’Italia, un conto corrente tradizionale è costato in media circa 100 euro l’anno solo di spese di gestione: una cifra che nel 2026 rischia di pesare ancora di più per chi resta legato allo sportello.

Il conto corrente, nato come strumento base per stipendio e bollette, è diventato una spesa fissa che assomiglia sempre più a un abbonamento obbligatorio. L’ultima indagine di Bankitalia sulla spesa dei conti correnti delle famiglie fotografa una realtà chiara: nel 2023 la gestione di un conto bancario in filiale è costata in media 100,7 euro, esclusi gli interessi, con una stima complessiva di 87,8 euro se si considerano anche conti online e postali.

È vero, per la prima volta dopo sette anni i costi medi sono leggermente calati, ma restano su livelli che fanno dire a molti correntisti che “siamo arrivati alla frutta”. Tra canoni, carte, bonifici, prelievi allo sportello e imposta di bollo, il conto corrente è diventato un prodotto da gestire con attenzione: chi non si aggiorna su condizioni e alternative digitali rischia di pagare molto più di quanto sarebbe necessario.

Oggi: chi paga di più tra sportello, online e conto postale

I numeri di Banca d’Italia raccontano un’Italia spaccata in tre. In cima alla classifica dei costi ci sono i conti correnti bancari tradizionali gestiti allo sportello: 100,7 euro l’anno di media, che salgono a oltre 117 euro se si include anche l’imposta di bollo. È il prezzo della comodità di recarsi in filiale, parlare con un operatore, usare ancora assegni e modulistica cartacea.

All’estremo opposto ci sono i conti online, con una spesa media di 28,9 euro, quasi un terzo rispetto ai conti in filiale, grazie a canoni azzerati o ridotti e operatività gestita via app. Nel mezzo si collocano i conti postali, saliti a 67,3 euro a causa dell’aumento delle operazioni e delle spese variabili. Il messaggio è evidente: più ti appoggi allo sportello fisico e ai servizi “alla vecchia maniera”, più la banca ti costa.

Bancomat – radiobicocca.it

2026: chi rischia di pagare ancora di più (e come difendersi)

Per il 2026 non esistono ancora cifre ufficiali, ma una cosa è già chiara: se i costi torneranno a salire dopo il piccolo rallentamento del 2023, a farne le spese saranno soprattutto tre categorie. Primo: gli over 60 legati alla filiale, che continuano a usare lo sportello per prelievi, bollettini e bonifici, accumulando commissioni. Secondo: chi ha più conti aperti, magari uno “storico” mai chiuso che continua a generare canoni e spese. Terzo: chi va in rosso spesso, perché sulle commissioni di scoperto e istruttoria veloce il margine per le banche è ancora alto.

Difendersi, però, è possibile. Il primo passo è chiedere un riepilogo annuo dei costi (la famosa comunicazione di fine anno prevista per legge) e confrontarlo con le offerte online. Il secondo è ridurre al minimo le operazioni allo sportello, spostando il grosso della gestione su app e home banking. Il terzo, spesso dimenticato, è chiudere i conti inutilizzati, che continuano a macinare spese anche se non vengono più usati. Se nel 2026 il conto corrente rischia di costare in media 100 euro l’anno o più, l’unico modo per non arrivare davvero “alla frutta” è trattarlo come qualsiasi altro servizio a pagamento: confrontare, negoziare, cambiare quando conviene, invece di subirlo in silenzio.