Giovani madri, cinque storie di coraggio nel nuovo film dei fratelli Dardenne
Il nuovo film dei fratelli Dardenne (Foto di Gerd Altmann da Pixabay) - radiobicocca.it
Cinque giovani madri, cinque scelte di vita: i Dardenne raccontano la maternità come atto di coraggio e rinascita.
C’è chi pensa che il cinema non possa più sorprenderci, che tutto sia già stato raccontato. Ma poi arrivano i fratelli Dardenne, e ricordano a tutti che la verità può ancora emozionare più di qualsiasi effetto speciale. Da sempre i due registi belgi portano sullo schermo la vita vera: silenzi, fatica, dignità. Nessuna finzione, solo umanità.
Nel loro nuovo film scelgono di raccontare la maternità vista da un’angolazione fragile e potente insieme: quella delle ragazze troppo giovani per essere madri, ma abbastanza forti da diventarlo davvero.
Cinque ragazze, cinque destini
Jessica, Perla, Julie, Arianne e Naïma non sono solo nomi: sono storie. Ognuna con un bagaglio pesante di ferite, scelte difficili, sogni rimasti a metà. Tutte trovano rifugio in una casa che accoglie ragazze madri, una sorta di microcosmo dove la fragilità incontra la solidarietà.
I Dardenne le seguono con la discrezione che li contraddistingue, lasciando che siano i loro gesti, le esitazioni, le pause a parlare. Non ci sono lezioni di morale, solo domande che restano sospese: quanto coraggio serve per crescere un figlio quando si è ancora, in fondo, figlie che hanno bisogno di una madre?
L’idea, spiega mymovies.it, nasce da un incontro vero: i due registi hanno visitato un centro per madri adolescenti nei pressi di Liegi. Doveva essere la storia di una sola ragazza, ma la realtà si è moltiplicata: troppe voci, troppi volti da lasciare indietro. È così che il film si è trasformato in un racconto multiplo, in cui ogni protagonista incarna una diversa sfumatura della maternità e della sopravvivenza.

Il coraggio di non arrendersi: il film del momento
A differenza dei film precedenti, nel loro Giovani madri i Dardenne lasciano spazio a un po’ di luce. Non ci sono finali perfetti, ma la possibilità di intravedere una speranza. Le protagoniste cadono, si rialzano, imparano a chiedere aiuto ed è proprio lì che nasce la loro forza.
In queste ragazze non c’è rassegnazione, ma un’energia silenziosa che spinge avanti. Alcune lottano contro la dipendenza, altre contro la solitudine, altre ancora contro l’assenza di un futuro certo. Tutte, però, scelgono la vita, la propria e quella dei loro bambini. Ed è questa la vera rivoluzione del film: raccontare la maternità come atto di resistenza.
Ancora una volta i fratelli Dardenne dimostrano di saper filmare l’animo umano meglio di chiunque altro. Non cercano l’emozione facile, ma quella che nasce dall’ascolto. Il loro è un cinema che non giudica, che non consola, ma accompagna. E quando i titoli di coda scorrono, resta negli occhi dello spettatore una domanda semplice e universale: quanto amore serve per restare in piedi?
