INPS, beffa per tante mamme: niente bonus anche se hanno figli e lavoro | Ecco chi non ne ha diritto
A chi spetta il bonus mamme (Foto di Vitolda Klein su Unsplash) - radiobicocca.it
Bonus mamme 2025: chi può richiederlo, importo e regole INPS. Non tutte le lavoratrici ne possono beneficiare davvero.
Conciliare lavoro e famiglia è davvero un’impresa quotidiana per molte mamme. Tra riunioni, scadenze e la gestione dei figli, il tempo sembra non bastare mai. Nonostante il progresso e le promesse di equità, spesso infatti sono ancora loro a fare il lavoro più pesante, e senza nemmeno troppi riconoscimenti. Come tutto fosse dovuto.
La vita di una mamma lavoratrice è spesso un equilibrio instabile sul filo dell’esaurimento: dover essere presente in ufficio e allo stesso tempo per i propri figli richiede energie e sacrifici enormi. Sempre pronta, sempre impeccabile, sempre sorridente e disponibile con tutti i familiari. Spesso ci vorrebbero strumenti e aiuti concreti, oltre che qualche doppione, non solo parole o bonus simbolici.
Tra turni, compiti scolastici, spesa e gestione della casa, le giornate volano senza mai un vero respiro. Ogni mamma sa quanto possa essere frustrante sentirsi sempre in affanno, pur facendo il possibile per non trascurare nulla.
Negli ultimi anni sono stati introdotti comunque diversi bonus e contributi pensati per sostenere appunto le mamme lavoratrici. Ma la verità è che non tutte hanno davvero accesso a questi aiuti, e spesso le regole escludono chi più ne avrebbe bisogno.
INPS: il bonus mamme non spetta a tutte
Pare proprio che non tutti i sacrifici vengano premiati allo stesso modo: il “bonus mamme” di 40 euro al mese di cui abbiamo sentito parlare, spetta in pratica solo a certe mamme. In particolare, chi ha due figli – e il secondo non ha ancora compiuto 10 anni – oppure ha tre o più figli con il più piccolo sotto i 18 anni, può accedere al contributo.
Ma ancora non basta: serve anche un lavoro “compatibile” con il bonus. Le lavoratrici devono essere dipendenti pubbliche o private (escluso il lavoro domestico) oppure autonome iscritte alle gestioni previdenziali obbligatorie.

Chi ne ha diritto e chi resta fuori
In più, c’è un tetto di reddito: solo chi guadagna meno di 40 mila euro l’anno può beneficiare della misura. Una combinazione di fattori che esclude tante mamme che, pur facendo un lavoro costante, non rientrano nei parametri.
Chi rientra nei requisiti invece può contare su 480 euro l’anno, pagati in un’unica soluzione entro dicembre 2025 o, al massimo, febbraio 2026. L’importo si riduce solo se si è lavorato meno mesi durante l’anno, e non incide sull’ISEE, né è tassato. Un piccolo aiuto che, seppur limitato, è pur sempre gradito.
