Intervista: La musica di Riccardo de Stefano è prima di tutto sincerità

In questa intervista abbiamo scoperto qualcosa in più su Cronologia del Futuro Lontano, il primo album di Riccardo De Stefano


Riccardo De Stefano

Il 24 novembre è stato pubblicato “Cronologie del futuro lontano“, il primo album di inediti di Riccardo de Stefano, cantautore romano conosciuto principalmente per la sua attività di critico musicale.

Cronologie del futuro lontano” è un album intimo che parla al cuore degli ascoltatori raccontando non solo la storia di Riccardo, ma riflettendo su aspetti che riguardano la vita di tutti noi. Il tempo diventa l’anello di congiunzione tra i vari brani e con uno stile un po’ filosofico porta l’ascoltatore ad interrogarsi su quale sia l’effettivo significato di questo concetto.

Dietro la pubblicazione di questo album c’è un lavoro più ampio che ha coinvolto Riccardo a 360°. Al disco sono stati associati una serie di altri elementi: un libro, una musicassetta contente una versione alternativa dei brani e una VHS contente uno spettacolo teatrale che richiama il tema centrale dell’album.

Noi di Radio Bicocca abbiamo avuto modo di chiacchierare con Riccardo per saperne di più

Quando è nata la tua passione per la musica?

Nasce in realtà fin da molto piccolo, grazie anche all’influenza di mio padre e di mio fratello. Ancora adolescente comprai il mio primo disco rock e da lì la musica è diventata un elemento centrale della mia vita.

Come nasce l’idea di “Cronologia del futuro lontano” ?

Nasce in realtà anche prima del 2020, con tantissimi brani che io avevo scritto nel corso di tutta la mia vita. Costruirlo è stato poi un processo lungo, che ha richiesto diversi anni soprattutto per gli arrangiamenti e la parte più strumentale. In più il progetto di per sé è più ampio, quindi sta continuando ancora adesso con la costruzione di uno spettacolo teatrale.

Nell’ideazione dell’album c’è anche un libro e un cd contenente un’opera teatrale? Da cosa nasce l’idea di ampliare questo progetto?

Di base sento di essere una persona abbastanza creativa e quindi nel momento in cui ho realizzato il disco sentivo mancasse ancora qualcosa. I temi affrontati avevano bisogno di un completamento. Per questo, ho deciso di ampliare il progetto partendo dal libro che rappresenta un po’ un’evoluzione del tipico libretto che riporta la tracklist in un cd. Guardando un po’ di fonti online ho realizzato anche un videogioco. Infine ho potuto esplorare altri ambienti artistici e questo mi ha portato a collaborare alla realizzazione di uno spettacolo teatrale.

Questa idea nasce nel 2020 ma come si è evoluta nel tempo fino ad oggi?

Io scrivo canzoni da anni, il corpus centrale dei brani di “Cronologia del futuro lontano” nasce nel 2018-2019, anni abbastanza particolari per me. Il progetto si è evoluto nel momento in cui è pian piano cresciuto e con questa crescita alcune canzoni come “Era Novembre” sono state rielaborate. Per certi versi mi sembra che il progetto sia sempre in crescita e stia sempre cambiando. Io penso, un po’ citando Bob Dylan, che la canzone sia una forma vitale e che quindi tende ad evolvere e a prendere vita.

Cosa ti ispira principalmente dal punto di vista musicale?

Il disco ruota moltissimo attorno alle sonorità del Classic Rock. Bob Dylan è sicuramente una grandissima influenza, per me è una divinità musicale ma poi in generale nel disco ci sono molte sonorità della musica anni ’60 e ’70. Sono stato ispirato da “All thing must pass” di George Harrison e alla dimensione più “spirituale” dei brani di Brian Wilson, ma anche Sufjian Stevens e Arcade Fire. In generale ogni canzone ha ispirazioni molto diverse, per esempio “Delia” è molto influenzata dai lavori di Iosonouncane. Altri cantautori italiani a cui mi ispiro sono Andrea Lazslo de Simone e Paolo Benvegnù che ho quasi immaginato cantare l’ultimo brano dell’album “Svegliati”.

Nei testi si percepisce molta intimità, si entra nella tua storia personale. Dove si trova il coraggio di aprirsi agli altri in questo modo?

Credo sia una questione di sincerità. La musica mainstream impone delle regole che prediligono l’efficacia alla sincerità e questo esiste da sempre. Non necessariamente parliamo di qualcosa di sbagliato, ma impone quella che io chiamo la “dittatura della coolness” per poter risultare vincenti. Io ho cercato di prendere una direzione opposta, non sentivo il bisogno di essere “pop” nel senso negativo. La musica per me è davvero una fonte di salvezza, una terapia e ho scelto di fare musica con la massima sincerità. Quelle canzoni nascono prima di tutto per me, anche se poi sono scritte usando un tu che serviva a ricordarmi chi sono e cosa voglio fare, per cercare anche di arrivare alle persone.

Musicista ma anche critico musicale, come ci si sente ad essere dall’altro lato per questa volta?

Essere musicista ed essere critico coincidono, sono entrambe legate innanzitutto ad un forte amore per la musica e poi alla necessità di porsi delle domande. Come critico cerco delle cose negli altri artisti e di evidenziare magari degli elementi che ritengono rilevanti, come musicista cerco di rispondere a queste domande, a mio modo, con la mia espressività. Prima di essere critico e musicista io sono un amante della musica.

Come musicista, poi, spero ovviamente di riscontrare l’apprezzamento altrui. Ho ricevuto alcune critiche da colleghi, che però comprendo perfettamente. lo però non posso fare a meno di essere anche musicista, fa parte di me ed è forse il motivo principale per cui sono diventato un critico musicale

“È più facile immaginare un futuro tra un trilione di anni che domani” Tu come pensi sarà il mondo nel futuro?

Faccio fatica ad immaginarlo, per certi versi propendo verso un’idea di transumanismo per cui l’umanità supererà sé stessa se prima non ci autodistruggiamo in altri modi, pensiamo al cambiamento climatico.

Non posso fare a meno di pensare che in un trilione di anni tutte le cose che abbiamo fatto oggi perderanno di senso, come già avviene per noi pensando a cose successi tanti anni fa. Non ci sarò per capire cosa riserva il futuro, anche se sarebbe bello restare sospeso per saperlo.

Cosa aspetta invece il tuo di futuro artistico?

Allora stiamo ultimando lo spettacolo teatrale che ovviamente ha richiesto abbastanza tempo, ma siamo quasi giunti al termine. Vorrei poi portare il disco dal vivo, anche con formazioni diverse e realizzare questo spettacolo. Mi piacerebbe pubblicare un nuovo libro ed entrò magari un anno pubblicare un nuovo album che rappresenta un po’ il continuo della mia idea. Anche perché ho moltissimo materiale scritto dal 2008 ad oggi che vorrei pian piano condividere con il pubblico.

Noi ringraziamo moltissimo Riccardo e vi lasciamo alcuni link utili per restare aggiornati sul suo progetto:


Irene Lantano