Live Report | Alien Weaponry e il metal Maori


Lunedì 15 luglio si è tenuto al Circolo Magnolia (MI) il concerto degli Alien Weaponry. La giovane band neozelandese attinge a piene mani dalla propria cultura per creare melodie e suoni assolutamente inediti, il tutto rigorosamente in lingua Maori.

Gli Atlas Pain sono stati i compagni di viaggio della band ed il loro sound si rifà molto all’epic metal ma con uno stile più aggressivo. La loro esibizione incomincia alle ore 21 e, malgrado inizino ad affacciarsi le nuvole, la loro voce riesce a scaldare i cuori dei presenti. Culmine dell’esibizione è stato il loro passaggio in mezzo al pubblico, mettendosi a suonare tra la folla e creando una connessione con gli spettatori. Questo genere di cose non viene fatto spesso ai concerti ma è sicuramente un piccolo gesto molto apprezzato da tutti i metalheads presenti.

Alle 22.15 le luci si spengono e si sente in sottofondo una musica tribale: gli Alien Weaponry stanno arrivando. Sono solo tre ragazzi, apparentemente così giovani ma allo stesso tempo così adulti e perfettamente in grado di gestire un palco. Le loro melodie ci trasporteranno in luoghi lontani nel tempo e nello spazio, verso isole incontaminate e abitate solamente da indigeni. Quest’aria così esotica è senza dubbio un enorme punto a favore, un modo per distinguersi dalla massa, come fecero i Sepultura con il loro Roots Bloody Roots nell’ormai lontano 1996.

La lingua maori si sposa alla perfezione con l’aggressività della loro musica, raccontando storie dei loro antenati e della loro cultura in modo sicuramente inedito. I loro singoli Urutaa e Raupatu, ad esempio, raccontano di avvenimenti crudeli e violenti avvenuti durante il periodo coloniale in Nuova Zelanda. Queste storie sono poco conosciute in occidente ma gli Alien Weaponry si sono decisi a riportarle alla luce. Non solo Sepultura ma anche Rage Against The Machine, Metallica e Lamb of God: le ispirazioni musicali sono numerose ed il risultato è un energico mix che farà saltare il pubblico per tutta la durata del concerto, ve lo garantisco.

Non mi resta che consigliarvi di vedere al più presto questa giovane band dal vivo e di recuperare al più presto la loro discografia, un giovane nome che sentiremo molte altre volte in futuro.


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