Netflix sferra il colpo di stato: “I film in sala? Un’idea superata” | Il cinema è morto?

Netflix sferra il colpo di stato: “I film in sala? Un’idea superata” | Il cinema è morto?

Netflix @pexels, radiobicocca.it

Le parole del co-CEO di Netflix scuotono Hollywood e riaccendono il dibattito: il grande schermo ha ancora un futuro o lo streaming ha definitivamente cambiato le regole del gioco?

“Andare al cinema è un’abitudine del passato”: con questa frase, Ted Sarandos, amministratore delegato di Netflix, ha infiammato l’industria cinematografica mondiale. Le sue dichiarazioni, rilasciate durante una conferenza internazionale sul futuro dell’intrattenimento, hanno sollevato una tempesta di reazioni tra produttori, registi e operatori del settore. Per il colosso dello streaming, la fruizione domestica è ormai la forma naturale del consumo audiovisivo contemporaneo, un’esperienza personalizzata e accessibile che, secondo molti, sta riscrivendo la storia del cinema.

Negli ultimi anni Netflix ha consolidato il proprio ruolo di leader globale, investendo miliardi in produzioni originali e spingendo sempre più verso la distribuzione esclusiva in piattaforma, senza passaggi obbligati in sala. Una rivoluzione che ha messo in discussione il modello tradizionale delle major, costringendole a ripensare le finestre di uscita e le strategie di promozione. Ma dietro la spinta innovativa si nasconde una domanda cruciale: il cinema, quello fatto di poltrone, schermo gigante e buio in sala, è davvero destinato a scomparire?

Lo streaming come nuovo paradigma globale

La pandemia aveva già accelerato la crisi delle sale, ma il 2025 segna un punto di non ritorno. Le piattaforme digitali hanno conquistato il pubblico grazie alla comodità, alla varietà dei contenuti e ai costi contenuti rispetto ai biglietti del cinema. Sarandos ha difeso questa evoluzione definendola “una democratizzazione dell’intrattenimento”: chiunque, ovunque, può accedere a film e serie senza vincoli di orari o distanze. Per Netflix, lo streaming non uccide il cinema, ma lo libera dalle sue vecchie catene commerciali.

Non tutti, però, condividono questa visione. Registi di fama internazionale e produttori indipendenti denunciano il rischio di omologazione e di perdita del valore collettivo dell’esperienza cinematografica. L’emozione di una sala gremita, il silenzio prima dei titoli di testa, il confronto tra spettatori: tutti elementi che, secondo loro, nessun algoritmo potrà sostituire. Alcuni studi stanno tentando di reagire offrendo eventi speciali, proiezioni in 4D e collaborazioni con piattaforme per rilanciare la magia del grande schermo.

poltrone cinema
Il film al cinema (Foto di Jacob Mejicanos su Unsplash) – radiobicocca.it

Un mondo diviso tra nostalgia e innovazione

Il confronto tra cinema tradizionale e streaming appare oggi più acceso che mai. Da un lato, Netflix e le altre piattaforme spingono verso un modello basato sulla quantità e sull’accessibilità; dall’altro, autori e cinefili difendono la lentezza, la ritualità e il valore sociale della sala. Il futuro dell’audiovisivo sembra destinato a una convivenza forzata, in cui le due esperienze si intrecciano più che escludersi.

Intanto, mentre i cinema indipendenti faticano a riempire le sale e i festival cercano nuove forme di visibilità digitale, il pubblico continua a scegliere la comodità del divano. Forse il cinema non è morto, ma ha cambiato pelle: lo schermo è lo stesso, a cambiare è lo spazio in cui lo guardiamo. Tra nostalgia e modernità, l’unica certezza è che la storia continua – solo, forse, con il telecomando in mano invece del biglietto in tasca.