Quibi: e se il futuro delle Serie TV fosse fatto di Quik Bites?


Arriva anche in Italia Quibi, la nuova piattaforma di streaming on demand, pensata esclusivamente per gli smartphone, con episodi della durata massima di 10 minuti.

L’idea è quella di fornire contenuti brevi e rapidi, di facile fruizione.
Da qui il nome scelto per la società del produttore cinematorafico Jeffrey Katzenberg, dalla fusione di QUIck e BItes.

Potrebbe sembrare assurdo immaginare di appassionarsi a prodotti cinematografici dalla breve durata. Eppure fino a pochi anni fa, ci sembrava inimmaginabile che Netflix, Amazon Prime Video, Infinity e altri provider di streaming potessero diventare una vincente alternativa alla tradizionale TV.

L’idea del cofondatore della DreamWorks SKG è quella di mirare ad un target specifico (anche se potrebbe rivelarsi una strategia momentanea). Il pubblico preso in riferimento è quello dei più giovani, abituati alla visione di contenuti multimediali dai propri smartphone, in particolare durante gli spostamenti o le piccole pause della vita quotidiana.

Questo modello di fruizione mobile non è nuovo. Già Facebook nel 2018 ha lanciato il portale delle IGTV dedicato ai video su Instagram. Ma anche l’omonimo social network ha introdotto la sezione Watch dedicata allo stesso utilizzo. Non mancano le numerose alternative, come la versione dell’app mobile di YouTube, ma anche dei diversi servizi on demand su citati.

Pare dunque evidente, da un lato l’elicitazione ad una nuova necessità – quella di colmare le pause e i “tempi morti” della vita quotidiana con contenuti leggeri e brevi – dall’altro la soddisfazione della stessa con una vasta gamma di servizi a misura del consumatore.

Al di là dei possibili riscontri sociali, culturali e psicologici di questo nuovo modello, vogliamo puntare il focus sulla novità assoluta che potrebbe far emergere Quibi rispetto a tutti gli altri servizi, ovvero l’introduzione di un concept. Questo concept non si basa solo sul limite dei 10 minuti per puntata (che possa trattarsi di un film spezzettato in più episodi, una serie tv o un documentario) ma soprattutto sulla possibilità di riprodurre i contenuti sia in formato verticale che orizzontale. Questa caratteristica, sulla scia del formato verticale sdoganato dai social come Instagram, Tik Tok e Snapchat potrebbe avere un forte impatto sull’industria cinematografica e televisiva.

Alla luce di quanto abbiamo appreso, sorge facilmente una domanda: quanto tempo ci vorrà prima che l’industria televisiva si adegui a questa nuova esigenza del verticale? Per quanto ancora persisterà il primato dei lungometraggi sui corti?

Siamo certi che per un fattore anatomico, la nostra vista prediligerà il wide screen, ma dobbiamo prendere atto di assistere ad una rivoluzione dell’intrattenimento multimediale, avviata ormai da anni grazie al boom dei social network che ci hanno insegnato come le nostre abitudini continuano ad evolversi e mutare con una velocità assurda, ma soprattutto con forte imprevedibilità.

Nonostante le buone premesse e gli ingenti investimenti economici, al momento Quibi conta circa una trentina di titoli, nessuno dei quali per ora presenta audio o sottotitoli in italiano.

Tra questi spicca la Survive, che vede protagonista Sophe Turner, divenuta famosa per il suo ruolo di Sansa Stark in Game Of Thrones. La mini serie percorre le avventure dei due superstiti di un incidente aereo, guidati da un forte istinto di sopravvivenza.

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