TASSE KILLER | Scelto l’agnello sacrificale: chi pagherà di più e chi guadagnerà dopo la Manovra 2025
Come cambia la nostra situazione finanziaria (Foto di moerschy da Pixabay) - radiobicocca.it
La Manovra 2025 ridisegna il sistema fiscale: aliquote più leggere per alcuni contribuenti, ma nuove strette su detrazioni e agevolazioni che penalizzeranno il ceto medio.
Il governo ha varato la legge di bilancio che segna un nuovo capitolo nella riforma delle tasse. L’obiettivo ufficiale è semplificare il sistema e ridurre la pressione fiscale, ma i numeri raccontano un quadro più sfaccettato. Secondo le simulazioni del Ministero dell’Economia e delle Finanze, la revisione dell’IRPEF e la riorganizzazione delle agevolazioni porteranno vantaggi solo a determinate fasce di reddito, mentre per altri contribuenti si prospettano tagli ai benefici e meno margini di risparmio.
Il cuore della riforma è la riduzione delle aliquote IRPEF da quattro a tre scaglioni, con un’aliquota intermedia più bassa per i redditi medio-bassi. Tuttavia, l’effetto reale dipenderà dalle nuove regole sulle detrazioni, molte delle quali saranno riviste o accorpate. Il rischio, secondo diversi esperti, è che parte del ceto medio perda parte dei vantaggi fiscali accumulati negli anni, soprattutto per quanto riguarda le spese sanitarie e familiari.
Chi ci guadagna e chi ci rimette davvero
I principali beneficiari della Manovra 2025 saranno i lavoratori dipendenti con redditi fino a 28.000 euro l’anno, che potranno contare su un alleggerimento dell’imposta e su una maggiore detrazione per il lavoro. Anche alcune categorie di pensionati con redditi bassi vedranno un piccolo incremento netto mensile. In generale, il governo punta a sostenere la platea più fragile, concentrando le risorse su famiglie monoreddito e nuclei con figli.
Al contrario, chi guadagna oltre i 50.000 euro annui o beneficia di numerose detrazioni specifiche (ad esempio per ristrutturazioni, sanità o istruzione) rischia di pagare di più. La revisione delle agevolazioni porterà infatti a un tetto unico di spesa detraibile e a limiti più rigidi per i bonus fiscali. Anche i professionisti in regime ordinario e le partite IVA con redditi medio-alti potrebbero vedere aumentare il carico effettivo, a causa della riduzione delle deduzioni e del mancato rinnovo di alcuni crediti d’imposta.

Bonus tagliati e nuove tasse indirette
Tra le misure più discusse c’è la riduzione graduale di alcuni incentivi storici, come il bonus mobili ed elettrodomestici e il superbonus per l’efficienza energetica, ormai limitato a casi specifici. Restano invece le detrazioni per il risparmio energetico ordinario e per gli interventi antisismici, ma con aliquote ridotte rispetto agli anni precedenti. In parallelo, la manovra introduce nuovi balzelli indiretti su tabacchi, giochi e plastiche monouso, destinati a finanziare il taglio dell’IRPEF.
Il governo difende la riforma come un passo verso un sistema “più equo e sostenibile”, ma i sindacati e le associazioni dei consumatori parlano di un effetto “doppia velocità”: chi guadagna poco risparmia qualche decina di euro al mese, chi ha redditi medi o alti rischia di rimetterci. In definitiva, il 2025 si preannuncia come un anno di transizione fiscale, con un equilibrio ancora fragile tra equità e gettito. Per i contribuenti italiani, il messaggio è chiaro: non tutti pagheranno meno, e il vero risparmio sarà per pochi.
