Ultim’ora Famiglia nel bosco, ecco che cos’hanno trovato nel bagno | Orrore e disgusto per i poveri bambini

Ultim’ora Famiglia nel bosco, ecco che cos’hanno trovato nel bagno | Orrore e disgusto per i poveri bambini

Famiglia nel bosco @radiobicocca

La vicenda della famiglia che vive in un bosco in Abruzzo solleva molte perplessità: dalle condizioni igieniche al bagno esterno, fino all’allontanamento dei tre figli deciso dal tribunale.

La vicenda della cosiddetta “famiglia nel bosco” — una coppia anglo-australiana con tre bambini che vive in un casolare isolato a Palmoli (provincia di Chieti, Abruzzo) — è tornata al centro dell’attenzione dopo che Tribunale per i minorenni dell’Aquila ha deciso di allontanare i minori e collocarli in una struttura protetta.

Al centro del provvedimento, le condizioni abitative ritenute “non idonee”: un casolare isolato, senza rete idrica o elettrica, con un bagno “a secco” esterno, ritenuto dalle autorità poco compatibile con la tutela dell’integrità fisica dei bambini.

Cos’hanno trovato nel bagno

Secondo le relazioni dei servizi sociali e dei carabinieri — che hanno visitato l’abitazione dopo un episodio di intossicazione da funghi nel 2024 — l’immobile è un rudere fatiscente, privo di allacci alle utenze essenziali (acqua, gas, elettricità) e con insufficiente igiene.

Il bagno, collocato all’esterno, è stato indicato come un elemento critico: in inverno l’uso può diventare problematico, e molti ritengono che la soluzione — descritta come “ecologica” dai genitori — rappresenti un rischio per la salute e il benessere dei bambini. Al momento dell’ispezione, la casa risultava priva di acqua corrente; la famiglia attingeva da un pozzo e riscaldava l’acqua sulla stufa a legna.

Servizi igienici minimi garantiti: dove si passa il limite? @pexels, radiobicocca

Allontanamento dei minori e critiche rispetto allo stile di vita scelto

Il tribunale ha disposto l’allontanamento dei tre bambini — una bambina di circa 8 anni e due gemelli di 6 — insieme alla madre, che li può vedere ma con orari e modalità dettate dalla struttura di accoglienza. La decisione prevede anche la sospensione della potestà genitoriale nei confronti di entrambi i genitori.

Il provvedimento è motivato con la necessità di garantire la sicurezza fisica e psichica dei bambini, data la “grave situazione di pregiudizio” legata alle condizioni abitative e alla mancanza di elementi essenziali per un adeguato sviluppo: igiene, assistenza sanitaria, istruzione e socializzazione.

Il caso ha suscitato un acceso dibattito: alcuni sostengono che i genitori abbiano scelto consapevolmente una vita alternativa, in natura, con un’istruzione parentale e lontano dalle convenzioni sociali. Altri lamentano che questa scelta non possa andare a scapito del diritto fondamentale dei bambini a un ambiente sicuro e conforme agli standard minimi di igiene e benessere.