Bicocca Tips | 3 Serie TV da vedere assolutamente almeno una volta nella vita!

Quante ore avete perso alla ricerca di una nuova serie?! Questa settimana vi parliamo di 3 capolavori che potrebbero esservi sfuggiti nel mare dei cataloghi online.


Ogni volta la stessa storia: finisci una serie TV e senti la necessità di iniziarne un’altra. Questa volta magari ne vorresti seguire una con episodi brevi ed una trama non troppo impegnativa, ideale per piccole pause o per tenerti compagnia durante la routine casalinga da zona rossa.
Ho pensato quindi a 3 titoli perfetti per lo scopo. Potreste averli già visti, probabilmente in maniera discontinua in televisione, tra il 2004 e il 2015, o aver subito innumerevoli spoiler online. Ma anche con un re-watch vi convincerete che ne sarà valsa la pena.

Prima di presentarli vorrei sottolineare che, nonostante il periodo di pubblicazione, si tratta di produzioni che tengono testa alla marea delle più recenti alternative. Queste ultime avranno sicuramente dalla loro i vantaggi dell’alta definizione, una tecnologia cinematografica sempre migliore, un accentuato dinamismo e delle sceneggiature moderne; probabilmente però, mancano di quel fattore x che rende le prime intramontabili.

  1. 1 Desperate Housewives: i misteri di Wisteria Lane


    Desperate Housewives, ideata e prodotta da Marc Cherry per l'emittente ABC è una commedia noir e racconta la vita apparentemente tranquilla di quattro casalinge. Susan (Teri Hatcher), Lynette (Felicity Huffman), Bree (Marcia Cross) e Gabrielle (Eva Longoria) sono amiche e vicine di casa a Wisteria Lane quartiere nella periferia di Fairview, cittadina immaginaria di un fittizio stato americano. L' incantevole sobborgo residenziale è caratterizzato da villette indipendenti, ampi spazi e giardini curati, e ospita alcune tipiche famiglie della media borghesia statunitense.

    L'intreccio ha inizio con l'improvviso e misterioso suicidio di Mary Alice (presente in quasi tutte le puntate come narratrice onniscente), che porterà le quattro protagoniste ad indagare sui propri vicini, alla scoperta di inaspettati e grotteschi segreti. Tra una vicenda oscura ed un altra, le amiche affronteranno impegni familiari, crisi coniugali, avventure amorose, spensierati aperitivi all'insegna del gossip e .... tanto altro! Attorno alle protagoniste, nell'arco delle 8 stagioni, orbiteranno centinaia di personaggi. Ciascuno di loro potrebbe essere un amico, un collega, l'idraulico, il nuovo vicino di casa o anche tutto questo insieme.

    Si tratta di uno sceneggiato corale unico nel suo genere, nel quale convivono in perfetta armonia la linea comica più spensierata con la linea thriller, fatta di toni freddi e scene tra il drammatico e il cruento. Questa dicotomia si riflette anche nei personaggi, che se da un latto rispondono ai tratti prototipici della commedia, dall'altro presentano una psicologia complessa tutta da esplorare. Non ci sono buoni o cattivi, ma persone che evolvono, che compiono sbagli, soffrono... ma che imparano a conoscersi e riconoscere nell'altro un mondo unico. I temi trattati sono innumerevoli e nonostante molti di questi siano impegnativi, la narrazione risulta sempre scorrevole e avvincente.

  2. 2 The Office: uno stupido, meraviglioso, banale e fantastico posto di lavoro


    The Office è una serie tv statunitense scritta da Ricky Gervais, Stephen Merchant e Greg Daniels. Racconta, sulla falsa riga di un documentario, le giornate lavorative dei dipendenti della Dunder Mifflin, un’ anonima azienda che vende carta. Sotto i riflettori, costantemente ripresi dalle telecamere di una fittizia troupe televisiva, gli impiegati della filiale di Scranton e il loro folle capo Michael Scott, interpretato da un ineccepibile Steve Carell. I protagonisti sono coinvolti in giochi di potere, scherzi al limite del mobbing, feste improbabili e relazioni clandestine. È un’opera geniale, coinvolgente e sorprendente. La scelta del mockumentary spiazzerà sicuramente gli amanti delle tradizionali sitcom. Ma dopo lo scoglio della stagione pilota, con i suoi brevissimi 6 episodi, vi ritroverete a guardare le successive 8 tutte d’un fiato!

    Lo stile narrativo, fatto di inquadrature dinamiche, frequenti long take, restituisce verosomiglianza al racconto. In un certo senso, si ha l’impressione di seguire in diretta dei piccoli estratti quotidiani della vita dei protagonisti, un po’ come avviene sui social. Credo che questa caratteristica, sicuramente involontaria considerando gli anni in cui è stata prodotta la serie, sia uno dei motivi principali del suo attuale successo. Il lavoro compiuto dagli sceneggiatori è monumentale: la trama è semplice e lineare, le puntate sono equilibrate e scorrono velocemente, ma nulla è lasciato al caso. La cura per i dettagli è paragonabile a quella dei pittori realisti, intenti a cogliere il vero, nella sua oggettiva spontaneità. Sono presenti intere scene incentrate su situazioni quotidiane e considerate così banali da non meritare un posto in tv: proprio questa ricerca di dettagli reali restituisce prospettive nuove da cui osservare e ricercare bellezza, stupore e divertimento.

    Questa serie mi ha ricordato quanto sia importante vivere il momento, l’attimo stesso in cui lo si vive. Perché nella realtà non c’è nessuna troupe televisiva che riprende i nostri ricordi migliori: l’unico modo che abbiamo per cristallizzarli nella memoria è smettere di far sembrare la nostra vita perfetta e straordinariamente finta. L’espediente geniale con il quale i personaggi infrangono la quarta parete (lo schermo), commentando con il pubblico le proprie giornate di lavoro in un ordinaria e banale ditta di carta, è un ulteriore modo per raggiungere lo scopo di questa sitcom: dimostrare che c’è molta bellezza nelle cose ordinarie.

  3. 3 How I met your mother: la storia che (non) vorremmo raccontare ai nostri figli


    Ho lasciato questa per ultima, perchè è la serie alla quale ho dedicato il maggior numero di re-watch in assoluto e per la quale provo un forte legame affettivo. Paradossalmente trovo molto difficile sponsorizzarla, perchè mi rendo conto di essere poco obiettivo nel giudizio.

    Tutto inizia in un salotto domestico attorno al 2030. L'anziano Ted  (Josh Radnor) narra ai propri figli adolescenti la storia di come ha conosciuto la loro mamma. Nel racconto vivido di dettagli, tra situazioni surreali ed eventi leggendari, il protagonista è un giovane architetto che vive nella New York degli inizi del 2000 assieme ai suoi migliori amici: gli inseparabili Marshall (Jason Segel) e Lily (Alyson Lee Hannigan) , fidanzati sin dai tempi del college. I tre conosceranno Barney (Neil Patrick Harris), un ricco e affascinante dongiovanni e Robin (Cobie Smulders), reporter di una piccola emittente, appena arrivata dal Canada. Saranno questi i principali protagonisti di un'odissea sentimentale lunga 9 stagioni (ma con puntate brevissime), alla ricerca dell'anima gemella di Ted, tra diversi incontri fortuiti.

    L'appassionato architetto, narratore e protagonista della storia, vi farà innamorare con il suo entusiasmo e l'inguaribile ottimismo, che lo porteranno a frequenti colpi di testa, delusioni, ma anche a tantissimi preziosi insegnamenti. Le sue innumerevoli epifanie offriranno spunti per profonde riflessioni; la costante presenza di un elemento "magico" capace di ordinare e dare un senso agli eventi, sia esso il destino, il karma o la provvidenza, vi porterà a sognare con occhi lucidi.

    Attenzione però: questa sitcom potrebbe convertire al romanticismo anche il più cinico o disilluso dei cuori.


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