Robert Doisneau: il padre della fotografia umanista

Robert Doisneau: il padre della fotografia umanista

IlMuseoDiocesanoa Milano ha ospitato dal 9 maggio 2023 al 15 ottobre 2023 un’esposizione artisticacomprendente 130 scatti, fotografati daRobert Doisneau. Robert Doisneau, celebre fotografo romantico francese appartenente al filone della fotografia umanista, nasce a Gentilly nel 1912 e muore a Parigi nel 1994. Doisneau studia dapprima litografia a Chantilly, per poi appassionarsi a quei luoghi (come ad esempio leperiferie) che diventeranno il punto focale della sua arte. Circola molto nella periferia di Montrouge, mentre fotografa strade ebambiniassieme ai lorogiochi, conferendo serietà e rispetto alle loro attività infantili. In seguito, assiste lo scultore André Vigneau e lavora come fotografo industriale presso le officine dellaRenaulta Billancourt. Nel 1940, nel corso della Resistenza, diventa litografo e falsifica importanti documenti a livello strategico. Dopo il 1945, lavora con Pierre Betz (editore deLe Point), diviene fotografo indipendente per l’agenziaRapho, conosceJacques Préverte vince ilKodakPrize. Successivamente, il fotografo realizza svariati reportage perVogue. Nel 1949, esordisce, pubblicando la sua prima raccolta fotografica,La Banlieue de Paris, e raccontando la vita della capitale francese mediante immagini diventate ormai iconiche. I suoi scatti rubati (infatti lui si definisce comepescatore di momenti semplici e naturali) sono ricchi di forti emozioni umane. L’ambientazione è quasi sempreParigi. Si tratta di una Parigi umanista, semplice e raccontata da chi la vive quotidianamente. L’artista ne cattura piazze particolari, umili lavoratori e cittadini inconsapevoli ed, allo stesso tempo, capaci di trasmettere un’emozione all’osservatore. Robert Doisneau è l’esponente più noto della corrente dellafotografia umanista, a fianco diHenri-Cartier Bresson. Nasce verso la fine della Seconda Guerra Mondiale e prosegue sino alla fine degli anni ’60 grazie all’entrata in mercato di fotocamere leggere a telemetro a marchioContax. La fotografia umanista (movimento artistico prevalentemente francese) pone l’individuo all’interno di differenti contesti sociali. Essa, tra i vari ceti sociali, ritrae ilsottoproletariato, che, insieme agli altri vari soggetti fotografati, possiedono lo stesso valore del contesto circostante. Questa fotografia influenza scrittori (come ad esempio il franceseJean-Paul Sartre), che trasformano l’esistenzialismo inumanesimoateo, dato che si tratta di una reazione alle atrocità del nazismo. Tenta di riportare in augevaloriandatipersia causa del Secondo Conflitto Mondiale, quali la dignità, l’uguaglianza, la tolleranza ed i diritti dell’uomo. Infine, secondo il parere di alcuni studiosi, l’odiernastreet photographyderiva dalla fotografia umanista. La mostra ha avuto luogo all’interno di un lungo corridoio ricco di piccole stanze, una delle quali conteneva unfilmatoriassumente la biografia di Doisneau. In primo luogo, lo spettatore ha osservato le fotografie dibambini, i quali si divertono in mezzo alle strade; il fotografo racconta un rilevante senso di vita urbano, sfruttando sia il campo lungo e sia i dettagli dei giochi o dei banchi di scuola dei fanciulli. Poi, il visitatore ha spostato la sua attenzione suiritratti, eseguiti su commissione e raffiguranti pittori (come ad esempioPabloPicasso), scrittori (come ad esempio Jacques Prévert eBlaiseCendrars), disegnatori, attori e cineasti. In questo caso, il tutto nasce dal solido rapporto di collaborazione tra Doisneau ed il soggetto in questione. In secondo luogo, il turista ha contemplato le immagini dedicate allamodae allamondanità. Il fotografo si è fatto strada in questo campo grazie all’aiuto diEdmondeCharles-Roux(redattrice diVogue). Dopodiché, l’osservatore ha visionato gli scatti inerenti al periodo storico dellaResistenzae dellaLiberazione. Qui, l’artista ha colto in pieno lo spirito di rinascita interiore degli abitanti di una città ormai andata distrutta, a causa della Seconda Guerra Mondiale. In terzo luogo, lo spettatore si è sentito circondato da fotografie scattate da un Robert Doisneau, in veste difotografoindustrialepresso leofficinedellaRenaultdal 1934 al 1939. Questi servizi fotografici su commissione gli permettono di avvicinarsi alla cerchia di parigini più modesti e marginali. Subito dopo, il visitatore ha scorto le immagini inerenti al mondo dellastrada, popolato da bistrot (ponendo l’accento anche sulla figura delportinaio), caffè e cabaret parigini. Egli, in seguito, ha ammirato degli scatti discened’interni, in cui la gente viene sorpresa in momenti d’intimità, durante i quali non è possibile nascondere i propri desideri amorosi ed impulsi sessuali. Infine, il turista ha notato laParigipreferitadaDoisneau, ossia una Parigi colma di persone che si abbracciano, si baciano, si divertono e ridono a suon di musica. Si tratta di una Parigi allegra, spensierata e piena dijoie de vivre. É stata un’esposizione artistica diversa da tutte le altre, in quanto qui si ha avuto a che fare solo con dellefotografieinbiancoenero, che hanno trasmesso varie emozioni all’osservatore. Se non si ha un universo da mostrare, allora non vale la pena di fare immagini