Giornata Mondiale dell’Educazione: che ne sarà dell’Afghanistan?

Giornata Mondiale dell’Educazione: che ne sarà dell’Afghanistan?

Il24 gennaiosi terrà la quinta edizione dellaGiornata Internazionale dell’Educazione, istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Il protagonista di questa giornata saràl’Afghanistan.Il tema di quest’anno sarà “Investire nelle persone, dare priorità all’istruzione”. Nello specifico, l’UNESCO ha reso noto di volerdedicare l’evento alla popolazione femminile Afghanaa cui è stato revocato il fondamentale diritto allo studio e all’insegnamento dall’agosto del 2021, quando i talebani hanno preso il controllo di Kabul. In seguito all’intervento della NATO nel 2001, i talebani hanno continuato a svolgere attività terroristiche in Afghanistan. Nei successivi vent’anni hanno ciclicamente perso e guadagnato terreno fino alla primavera del 2021. Il15 agosto, nello specifico,Kabul cadeed entro settembre prendono il controllo di tutto il paese. Forse sarebbe giusto dire che lo riprendono, dopo 20 anni di tregua – se il precedente periodo precario può davvero essere definito così. Il terrore innaffia le strade della capitale. Nel giro di poche ore gli aeroporti vengono presi d’assalto, gli abitanti sono consapevoli di quello che li aspetta e fanno il possibile per abbandonare il paese. Questo è il prologo dei mesi a venire. Più di un anno è passato e la situazione non è mai migliorata. A soffrire maggiormente sono ledonne e le ragazze afghaneche non possono più studiare, lavorare o uscire di casa senza la supervisione di un uomo. La loro sopravvivenza dipende totalmente e completamente dalla figura delmahram, ovvero un parente maschio stretto come il padre, il fratello o il marito. Questo ha portato moltissime famiglie a lasciare la terra amata, come l’attivistaZarlasht Barekche si è rifugiata in Italia. In un’intervista rilasciata adAmnestyha raccontato la sua esperienza piena di dolore e sofferenza. Quel giorno era domenica, (…) dovevo andare in ufficio con mia sorella. Una volta sveglie, abbiamo avuto una brutta sensazione. Mia sorella mi ha detto: “Non mi sento bene, sento un dolore, una tristezza nel cuore”. E le ho detto: “Anche io. Sento la stessa cosa di quando abbiamo perso mamma”. Zarlasht Barek racconta del 15 agosto 2021 Già il secolo scorso aveva sottoposto gli afghani a un lungo periodo di violenze e soprusi. E a distanza di così pochi anni, ecco una seconda ondata che nessuno è pronto (e tanto meno disposto) a sopportare. Le vecchie cicatrici non hanno avuto il tempo di rimarginarsi che già fiotta sangue caldo da quelle nuove.I talebani, una volta saliti al potere, dissero che questa volta sarebbe stato diverso. Cercarono di ottenere il consenso con discorsi impregnati di false illusioni, tant’è chele donne già allora erano titubanti.L’aggressività con cui i diritti e le libertà sono state ristrette, se non addirittura cancellate, è spaventosa. Il colmo si è raggiunto quando nelnovembre del 2022ilMinistero della Prevenzione del Vizio e della Promozione della Virtùha vietato alle donne l’accesso nei parchi pubblici e nei parchi di divertimento di Kabul. Prima il diritto all’educazione, ora questo. Il mondo teme di vedere cosa seguirà. La Giornata Mondiale dell’Educazione è un’occasione per puntare i riflettori su questo paese e ricordarci che sotto i nostri occhi sta sbiadendo una nazione intera. Il rischio è che si arrivi a cancellarla, partendo dalle donne.Il diritto all’educazione è essenziale e dovrebbe essere garantito a tutti, purtroppo l’Afghanistan è solo una delle tante realtà in cui questo viene trascurato. Secondo l’UNESCO244 milioni di bambini e giovani non vanno a scuolae771 milioni di adulti sono analfabeti.Bisogna prenderne coscienza e agire in modo tempestivo.Il 24 gennaio, alle 10:00-13:00 (UTC−5) si terrà un evento dell’UNESCO in merito a ciò. Se vuoi seguirlo live, cliccaqui