Bernie e Renzi: i volti dei meme di inizio anno


Il 20 gennaio 2021, durante la cerimonia di inaugurazione del nuovo presidente degli Stati Uniti Joe Biden e della sua vice Kamala Harris, molti ospiti hanno catturato l’attenzione. Lady Gaga ha cantato l’inno nazionale, regalando una performance molto toccante.

Ecco la bellissima performace della cantane Lady Gaga, riservata per la cerimonia di inaugurazione del nuovo presidente americano.

Ma anche Jennifer Lopez, Bruce Springsteen, la poetessa e attivista Amanda Gorman e molti altri hanno animato la giornata. Uno tra tutti ha catturato l’attenzione sui social, sto parlando, come ben saprete, del senatore Bernie Sanders.

Bernie nel mondo

Ciò che ha colpito maggiormente l’attenzione dei meme-makers è stato il suo abbigliamento: infagottato in un ampio cappotto grigio/verdone, il senatore indossava una mascherina chirurgica e dei guanti sovradimensionati dalla fantasia marrone, ricavati da maglioni di lana riciclati. Un’idea, quest’ultima, di Jen Ellis, insegnante 42enne americana, che in breve tempo e inaspettatamente si vide invasa da milioni di ordini. Non serve che io dica che l’immagine di Bernie Sanders ha fatto il giro del mondo, nel vero senso della parola! Un certo Nick Sawhney, ha creato una funzione per posizionare l’immagine del senatore in qualunque parte del pianeta, semplicemente digitando l’indirizzo o la posizione prescelta. In molti, l’hanno trovata così divertente e creativa, che Bernie è stato spostato addirittura 9.849.938 volte. Per darvi un metro di paragone, 9.000.000 di abitanti risiedono nella prefettura di Kanagawa, che è la seconda prefettura per popolazione dopo Tōkyō!

Il potere dei meme

Ma come mai un’immagine del genere ha riscosso così tanto clamore?
La spiegazione, secondo un articolo di wired, è che questo fenomeno sia stato percepito come un “reset culturale”. Con questa espressione si intendono tutti quegli avvenimenti improvvisi, e apparentemente insignificanti, che cambiano gli umori della cultura popolare e collettiva. I giorni precedenti alla cerimonia di inaugurazione del nuovo presidente, sono stati ricchi di paure e insicurezze per la popolazione americana, paventando quasi il rischio di un’imminente guerra civile. In assenza del presidente Trump, ci si è resi conto che i social media possono reagire a qualcosa di più frivolo e irrilevante sulla politica. Ovviamente, i problemi interni non saranno risolti così facilmente, le tracce del passato presidente saranno visibili ancora per molto tempo. Ma, come molti dei migliori meme, anche quello del senatore Bernie Sanders, ha lo scopo di rompere la tensione, creando una sorta di “liberazione collettiva”.

First reaction: SHOCK!

Anche in Italia, di recente, abbiamo assistito a un fenomeno simile. First reaction: SHOCK!, vi ricorda qualcosa? In questo caso si fa riferimento al politico Matteo Renzi e al suo “inglese” in una intervista per la BBC. Ciò che incuriosisce è che, il video da cui il meme è tratto, risale al 2016, quando ancora l’Italia era governata dall’ex segretario del PD. Ma come mai questa intervista è diventata virale a così tanta distanza di tempo?

Un elemento in comune con l’America c’è, ed è l’assalto a Capitol Hill dello scorso 6 gennaio, durante la riunione del Congresso per eleggere Biden. Un evento drammatico che ha tenuto il mondo intero, Italia compresa, con il fiato sospeso. L’espressione “First reaction: SHOCK!“, ricorrente nel video, è stata utilizzata per ironizzare sugli avvenimenti e, contemporaneamente, reagire allo shock. Anche in questo caso, molti creatori di meme si sono sbizzarriti, soprattutto sulla piattaforma Tik Tok, dove l’audio dell’intervista è diventato un’ottima base per costruire contenuti creativi e divertenti. Magari strappandoci un bel sorriso o due risate in questo inizio 2021, che non promette così bene come avevamo sperato.


Sara Lualdi

22 anni, laureata in Comunicazione Interculturale all'università Milano - Bicocca. Adoro scrivere, fare fotografie e mi piace rimanere aggiornata sulle novità nel mondo della cultura. Se potessi vivere in un film, sceglierei "Il favoloso mondo di Amélie".

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