Si sa: crescere non è mai facile. Diventare grandi è un’esperienza eccitante e ricca di sorprese, ma porta con sé anche dubbi e incertezze, a volte così potenti da far sembrare qualunque decisione impossibile.
A 20 anni in particolare ci si trova in uno strano limbo: da una parte, non siamo più gli adolescenti spensierati e irresponsabili di una volta; dall’altra, il mondo degli adulti rimane oscuro e sembra non accettarci del tutto. Dobbiamo capire cosa farne del nostro futuro e scontrarci con la burocrazia, il precariato e tutti i drammi del nostro sviluppo personale. E, diciamocelo, né le istituzioni né gli “anziani” intorno a noi fanno granché per rassicurarci. Ma là dove parenti e ministri falliscono, arrivano i creativi a proporci opere in cui possiamo rispecchiarci e trovare- se non una soluzione- per lo meno un po’ di conforto. Quindi ecco una serie TV, un libro e un album su cui puoi buttarti se sei un ventenne perso e vuoi sentirti un po’ meno solo in questo viaggio.
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1 L'ironia del disastro di "Crashing"
Spiritoso, irriverente e senza alcun freno…Insomma, proprio un prodotto firmato Phoebe Waller-Bridge. La miniserie britannica Crashing segue un bizzarro gruppo di ventenni che, in cambio di un affitto ridotto, accetta di vivere in un malmesso ex-ospedale in qualità di guardiani. Nel corso delle puntate seguiamo i sei personaggi in un intreccio di relazioni complicate, malintesi e imprevisti (un po’ come una sitcom, ma brutalmente più schietta e senza bisogno delle risate finte). Nell’esagerazione delle situazioni possiamo rivedere una serie di piccole imprese che affrontiamo anche noi ogni giorno, come i problemi di convivenza, le crisi amorose e l’instabilità economica, il tutto condito da un delizioso umorismo dark.
La serie è disponibile su Netflix ed è composta da sei episodi per un totale di sole due ore, quindi è perfetta per occupare un pomeriggio morto e farsi due risate davanti alle sventure della vita giovanile.
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2 "Il giovane Holden" e il diritto di sentirsi senza meta
Hai presente quando la prozia a Natale ti chiede insistentemente cosa vuoi fare nella vita e tu vorresti solo sotterrarti nel panettone? Ecco, è un po’ la stessa sensazione di soffocamento che prova Holden Caulfield in questo cult del 1951 scritto da J.D Salinger.
Il protagonista, espulso dall’ennesima scuola, sceglie di fuggire e vagabondare per New York e finisce per imbattersi in diverse situazioni più o meno sfortunate. Il suo gesto può sembrare immaturo, ma rispecchia anche la voglia di liberarsi dalle aspettative altrui e il disagio del non sentirsi parte di nessun luogo. È vero che intorno ai 20 anni si inizia a progettare seriamente il proprio futuro, ma bisogna anche ricordare che è lecito sentirsi persi e rifiutare i piani predefiniti. Essere giovani è anche prendere strade non convenzionali o addirittura scegliere di fare una pausa e fermarsi a godersi il paesaggio.
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3 "Inside": viaggio in una psiche intrappolata
Il nuovo speciale di Bo Burnham Inside, uscito su Netflix lo scorso 30 maggio, è una montagna russa di emozioni in cui il comico, rinchiuso in casa a causa della pandemia di Covid-19, ci racconta di temi attuali come l’impatto di internet sulle nostre vite, le ipocrisie del mondo e i problemi di ansia e depressione. Tutto ciò lo fa quasi esclusivamente attraverso la musica, regalandoci così venti tracce cariche di estro e di ironia, ma anche sorprendentemente profonde e sincere.
Bo non solo non può uscire dalla propria casa, ma sembra non riuscire nemmeno a uscire da se stesso e ciò lo costringe a combattere con la bassa autostima, i pensieri ossessivi e un tagliente senso di vuoto.
Quando si ha 20 anni è facile sentirsi in questo modo e ascoltando Inside possiamo capire di non essere soli nelle nostre battaglie, ma anche avere un punto di partenza per trovare la forza per uscir(n)e e andare avanti.Qui il link Spotify
Che si tratti dell’iperbole del disastro di Crashing, della ribellione giovanile di Il giovane Holden o del lato morboso dei nostri pensieri ritratto in Inside, l’importante per i giovani è sentirsi rappresentati e compresi meglio di quanto la società di solito faccia. Per il resto, ricordiamoci di affrontare i 20 anni con coraggio e curiosità, divertendoci e arricchendoci il più possibile e non preoccupiamoci troppo di quella sensazione oscura perché in fondo, come ci canta proprio Bo Burnham, “it'll stop any day now”.
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