Da pochi giorni Edoardo Affini ha compiuto 24 anni e come tutti gli altri corridori professionisti è in attesa di poter riprendere la stagione ciclistica che è stata interrotta a marzo a causa della pandemia globale. Il mantovano della Mitchelton-Scott è un passista in grado di esaltarsi nelle prove contro il tempo ed infatti nel 2018 si è laureato campione europeo a cronometro nella gara riservata agli Under 23. Per conoscere meglio il giovane ciclista azzurro lo abbiamo intervistato.
Per quale motivo hai scelto di diventare un corridore?
Sin da piccolo i miei familiari mi hanno trasmesso l’emozione di praticare il ciclismo. È una passione di famiglia perché sia mio papà che mio nonno hanno corso in bicicletta fino alla categoria Under 23 e quindi ho voluto provare anche io a correre. Nel 2018 ho capito che questa sarebbe potuta diventare la mia professione poiché dopo aver ho disputato un’ottima stagione nella categoria dilettantistica sono riuscito a strappare il mio primo contratto da professionista con la Mitchelton-Scott.
Qual è stato il tuo percorso nelle categorie giovanili?
Ho iniziato a correre quando avevo sei anni con la San Pellegrino, una squadra della mia provincia. Da esordiente ed allievo ho militato nel Team Scaligero, mentre da junior sono passato nel Team Conti. Il mio primo anno da Under23 l’ho trascorso in Colpack e poi ho optato di trasferirmi nella squadra Selle Italia. All’età di 21 anni sono andato in Olanda per correre nella Seg Racing Academy: una formazione continental che mi ha permesso di migliorarmi molto. Ancora oggi sono convinto che nel 2017, quando ho fatto le valigie per trasferirmi due anni all’estero, ho compiuto un passo importante per la mia crescita personale.
Come hai vissuto il passaggio tra i professionisti?
Non ho sofferto molto questo cambiamento, perché già nel corso delle due stagioni con la Seg Racing Academy ho disputato diverse gare professionistiche e quindi ero già abituato ai ritmi dei corridori più esperti di me. Potere assaggiare queste corse già all’età di 21 anni mi ha permesso di attutire il passaggio dal mondo dilettantistico a quello professionistico. La mia prima stagione con la Mitchelton-Scott è stata molto positiva e questo sta proprio a significare che ho assorbito bene questo cambiamento.
Cosa ti ha insegnato il ciclismo in questi anni?
Mi ha aiutato a non mollare mai quando ho il desiderio di raggiungere l’obiettivo prefissato. Ci sono dei momenti difficili, però se si continua a tenere sempre duro si riesce superare ogni ostacolo che si incontra sul proprio cammino. Nel ciclismo non si improvvisa niente poiché bisogna allenarsi, pianificare ed organizzarsi bene.
Quali corse disputerai alla ripresa della stagione ciclistica?
Dovrei iniziare con le Strade Bianche ad inizio agosto e poi farò disputerò il Czech Cycling Tour. In ogni modo non sono ancora certo al cento per cento che questo sarà il mio programma. Il dilemma più grande, però, è quello relativo al mese di ottobre quando si disputeranno in contemporanea il Giro d’Italia e le classiche del nord. Con la mia squadra stiamo ancora analizzando quale sia la scelta migliore per la mia crescita e quindi ora non posso ancora affermare a quali gare prenderò part
Qual è il tuo sogno nel cassetto?
Il mio desiderio è quello di vincere la Parigi-Roubaix ed il mondiale a cronometro. Sarebbe il top anche solo se dovessi raggiungere uno di questi due obiettivi.
Quali corse disputerai alla ripresa della stagione ciclistica?
Dovrei iniziare con le Strade Bianche ad inizio agosto e poi farò disputerò il Czech Cycling Tour. In ogni modo non sono ancora certo al cento per cento che questo sarà il mio programma. Il dilemma più grande, però, è quello relativo al mese di ottobre quando si disputeranno in contemporanea il Giro d’Italia e le classiche del nord. Con la mia squadra stiamo ancora analizzando quale sia la scelta migliore per la mia crescita e quindi ora non posso ancora affermare a quali gare prenderò parte.
Cosa diresti ad un giovane che vorrebbe diventare un corridore?
Gli consiglierei di interpretare il ciclismo come un gioco fino alla categoria juniores. Solo all’età di 17 anni si deve iniziare a ragionare in maniera programmata, ma comunque senza diventare matti. Poi, da Under 23, soprattutto nell’anno in cui ci si gioca il contratto per passare professionista, è importante pianificare ogni singolo dettaglio. In ogni modo ogni ragazzo deve tenere ben presente che non bisogna mai pensare di abbandonare gli studi e che è essenziale imparare in maniera ottima l’inglese perché oggi è fondamentale anche nello sport.
Edoardo nel corso degli anni ha trasformato la sua passione per il ciclismo in una professione e con tutta la tenacia che da sempre lo caratterizza in futuro potrà raggiungere i suoi obiettivi.
Di seguito i link dei profili social di Edoardo Affini:
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