Intervista | Aiello e il suo Grazie più sentito: l’album Ex Voto


Aiello

Antonio Aiello, in arte Aiello, è un cantautore calabrese, classe 1985 che ha recentemente pubblicato il suo primo album: Ex Voto. Interamente pensato, scritto e composto da lui, l’album crea una fusione di melodie appartenenti a pop, indie e soul. Abbiamo avuto l’occasione di intervistarlo e chiacchierare un po’ con lui riguardo alla sua musica.

Com’è nata la tua passione per la musica? Cos’è che ti ha spinto a intraprendere questo percorso?
La musica è da sempre la mia passione, fin da quando ero piccolo. Ricordo che a 16 anni ho realizzato il bisogno di scrivere e cantare in maniera più consapevole, e quindi ho iniziato a “civilizzarmi” musicalmente così da avere un approccio più serio, prendendo lezioni di canto. Poi in realtà, essendo io purtroppo o per fortuna abbastanza selvaggio, ho continuato semplicemente a scrivere a cantare. È stata un’esigenza molto naturale.

Questo bisogno di scrivere canzoni ti porta a prediligere soltanto quello che componi tu stesso o ti trovi bene anche a cantare delle cover?
Ti dico la verità, mi sento molto più a mio agio, anche per un aspetto comunicativo più potente, con quello che scrivo io. Mi diverto e mi sono divertito anche in passato a personalizzare alcuni pezzi e fare delle cover, ma la proporzione è inesistente: su 10 canzoni sono 8 – 9 quelle in cui mi sento più a mio agio se sono le mie melodie e 1-2 se sono canzoni di altri.

Proprio in merito alle tue canzoni, hai lanciato come singolo il brano “La mia ultima storia”.
Perché la scelta è caduta su questo brano e non su altri? Ad esempio, “Il cielo di Roma”?
Perché pensavo che fosse abbastanza giusto come percorso, infatti La mia ultima storia è una sorta di secondo capitolo di Arsenico. Sento la presenza sia di un link tematico che sonoro tra i due brani. Sia in produzione che quando ho ascoltato il disco completo, ho avvertito che è sì un brano diverso ma al contempo è presente una familiarità emotiva con Arsenico, per questo mi è sembrata la scelta più giusta. La risposta che abbiamo avuto ha superato le aspettative, con una bellissima sorpresa in termini di gradimento: sta girando tantissimo in radio e in streaming e di questo sono veramente contento. Il cielo di Roma invece lo sento più “largo” come brano, più giusto in un terzo momento. Si stacca leggermente anche a livello tematico, perché ci sono sfumature diverse, anche sonore e poi ha un tipo di approccio e un arrangiamento diversi.


Per quanto riguarda il tuo ultimo album, presenta un titolo emblematico: Ex Voto, è una locuzione latina che significa “A seguito di un voto”. Ci puoi dire come nasce questo titolo?
Nasce perché sentivo il bisogno di dire grazie un po’ a tutti: a chi mi ha detto no in passato, alle persone che mi stanno accanto come gli amici e la famiglia, e soprattutto alle persone che in maniera molto rapida e straordinaria si sono legate alla mia musica con un attaccamento veramente pazzesco. Quindi, siccome l’ex voto in passato era il modo per ringraziare le Divinità per la grazia ricevuta, questo era il mio modo per dire grazie a tutti per il momento pazzesco che sto vivendo. E poi, per una combinazione del tutto naturale, la prima copertina di Arsenico aveva il cuore sacro – l’Ex Voto – in primo piano. Poi è stato tutto un po’ il seguire la linea naturale degli eventi e delle sensazioni che avevo.

A proposito delle sensazioni, c’è un momento preciso che ti ha guidato nella scrittura dei brani? Un momento di ispirazione in particolare?
Ho scritto il disco per me, ma anche perché speravo che un giorno mio nipote Emilio potesse dire “Zio Totò faceva una musica incredibile, ma non se lo filava nessuno.” All’epoca non avevo nessuna casa discografica, nessun progetto musicale intorno, nessuno che mi aspettava o che era lì a chiedersi “Aiello quando esce?”, perché infatti mi conoscevano in pochissimi.
È stato un percorso creativo molto autentico, naturale, spinto dall’esigenza di comunicare le mie storie, di arrangiarle secondo la musica che ho provato a creare mescolando l’indie, il pop e il soul.

Questo mescolarsi di generi musicali come lo hai creato?
Per fortuna, nella mia vita ho viaggiato tantissimo e quindi ho visto e ho ascoltato, musicalmente parlando, tante cose, imparando tantissimo. Poi ho semplicemente messo insieme le mie “porte in faccia”, perché in quei pochi No che ho avuto, mi è stato detto “sei troppo pop”, poi un’altra volta “troppo soul”, poi “troppo sperimentale”. Ad un certo punto, ho realizzato che non volevo rinunciare alla mia identità, così ho mescolato tutte le tappe del mio percorso creativo e mi son detto “vediamo cosa esce fuori…“ ed è così che è nata la mia musica.


Musica che ti porterà, tra qualche mese, ad iniziare l’ExVotoTour. Come ti senti a riguardo?
Gasatissimo! Comincerò il tour con due anteprime: il 28 novembre al Santeria Toscana 31 a Milano e il 7 dicembre a Largo Venue a Roma, quindi siamo già focalizzati su queste due date. Poi è il mio primo tour, è un sogno che si realizza. La parte più bella di questo percorso, il momento per cui tutti facciamo questo mestiere, è quello in cui si incontra il pubblico, per cui non vedo l’ora.

Oltre a questi progetti, hai qualcos’altro nel cassetto?
L’obiettivo è quello di provare a fare sempre cose molto belle, perché sono legato al concetto di bellezza artistica e di spaziare quanto più possibile. Sono un appassionato di cinema, di fotografia e di moda. Mi piacerebbe far attraversare la mia visione artistica da diversi punti di vista.

Quindi vorresti poter andare anche oltre alla musica?
Non vorrei porre limiti all’arte in generale, né a quella che sarà la mia ispirazione in futuro.
Per fortuna sono una persona curiosa rispetto a diversi ambiti artistici. Sono uno che scrive e canta, ma guardo con grande passione i film e mi piacciono tantissimo la moda e la fotografia. Al momento ovviamente sono molto concentrato sul mio primo disco e sulla stesura del secondo, perché ci sto già lavorando. Ma comunque tendo a non pormi mai limiti creativi.

Sfrutti questa tua passione per la creatività in generale per rilassarti? Per esempio, torni a casa, stanco dal lavoro, e vuoi vedere il tuo film preferito, che è?
In realtà non ho un film preferito, né una serie tv che prediligo, non ne vedo molte per una forma di pigrizia, nonostante vadano molto di moda. Sono uno che, rispetto alle mode, o vede una cosa anni luce prima o anni luce dopo. Per rilassarmi, metto della musica. Per esempio Battisti, Dalla o musica francese. Da tre giorni sono in loop con l’ultimo pezzo di Battiato. Oppure mi rilasso guardando foto, in silenzio, viaggiando anche mentalmente o facendo tante ricerche, ho una fame continua di cose belle, di spunti nuovi.

Ringraziamo Aiello per la sua disponibilità, di seguito alcuni link utili:


Davide Romano

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