Intervista | Pentothal: Super Cinico Club EP
organizzate? Nasce prima il testo o la musica? A proposito di film, il primo singolo dell’EP si chiamaTruffaut evolevo sapere quanto è importante il cinema per voi. Non è la principale fonte di ispirazione ma guardando molti film e restando affascinati ciascuno cerca sempre di trasformare le emozioni che prova in quel momento in qualcosa di suo. Questo lo facciamo non solo con il cinema ma anche con situazioni passate o magari con registi particolari, anche se in questo caso c’è più allegoria, sono riferimenti piuttosto che citazioni. Quindi può essere un film come può essere una partita di calcio o un tramonto, qualcosa che ti lascia un ricordo piacevole del momento da trasformare poi in canzone. Ascoltando l’EP c’è un velo di malinconia che fa da filo
conduttore tra le diverse canzoni. Da dove arriva tutta questa “negatività”? Non ti saprei dire esattamente, nella vita extramusicale non siamo così negativi, anzi, cerchiamo sempre di guardare il bicchiere mezzo pieno. Noi ci troviamo spesso a scrivere musica in toni minori quindi è come se questa malinconia venisse fuori senza che ce ne rendiamo conto. Allo stesso tempo però è anche un modo per esorcizzarla, perché se uno non si rende conto dei propri limiti e delle cose che lo fanno stare male poi è brutto non riuscire ad affrontarle. Altra tematica ricorrente inSuper
Cinico Clubè quella delle storie d’amore
influenzate dalla tecnologia. Secondo te questo legame tra web è amore è
indissolubile o c’è ancora spazio per qualcosa di più “genuino”? Secondo me c’è spazio, la tecnologia è solo un
mezzo attraverso il quale viviamo momenti positivi e negativi. Durante la
stesura del disco sia io che Giuseppe abbiamo avuto dei trascorsi non troppo
piacevoli, delle storie d’amore che non sono finite bene e questa coincidenza
ci ha aiutato a completare l’uno le parole dell’altro. La tecnologia quindi
c’entra poco, è cambiato solo il modo, ad esempio essere mollati su whatsapp
sembra una cosa terribile e diffusa oggi, ma di sicuro anche in passato avevano
modi ugualmente dolorosi per lasciarti. Cosa si deve aspettare qualcuno che non vi conosce da un vostro live? Diciamo che è più suonato di quello che uno
potrebbe pensare, nel senso che quando uno oggi sente la parola elettronica
pensa subito ad un computer con quattro macchinette collegate a questo. Noi
invece proveniamo da band molto più acustiche, suoniamo diversi strumenti e cerchiamo
di rendere il live più interattivo possibile sia tra di noi che con il
pubblico. Il 15 marzo saremo negli studi di Radio Italia Live e abbiamo un paio di concerti in estate infatti siamo stati contattati per suonare in un paio di festival. Speriamo che superata questa fase di live l’album che abbiamo in cantiere sia pronto, anche se al momento è solo una bella speranza piuttosto che un vero e proprio progetto
