Intervista | Teo Manzo: Kublai, un nuovo progetto


Foto Artista Teo Manzo

È delle città come dei sogni: tutto l’immaginabile può essere sognato ma anche il sogno più inatteso è un rebus che nasconde un desiderio oppure il suo rovescio, una paura. Le città come i sogni sono costruite di desideri e di paure

Italo Calvino

Con questa citazione di Italo Calvino vogliamo introdurre l’artista di cui vi parliamo oggi, Teo Manzo, con il suo nuovo progetto: Kublai. Leggendo capirete il perché.

Martedì 22 settembre è uscito l’ultimo singolo di Kublai, il progetto realizzato dall’artista milanese Teo Manzo insieme al suo collaboratore Filippo Slaviero. Entrambi sono co-autori dei brani, il primo si è occupato principalmente sia dei testi che delle musiche, mentre il secondo si è dedicato alla produzione, alla registrazione e al mixaggio. Le registrazioni sono avvenute a Milano, presso: Il Vicolo Studio dei fratelli Slaviero, Hit Factory Studio di Nicolò Fragile e Adesiva Discografica di Paolo Iafelice.

In particolare, Orfano e Creatore, il brano rilasciato, è un pezzo dal sound onirico che precede un disco che racconterà, tramite un dialogo particolare, il rapporto tra due amici.

Il nome Kublai deriva dall’omonimo imperatore mongolo, nipote di Gengis Khan. L’amicizia tra Kublai e l’esploratore Marco Polo viene qui trasposta in musica e anche immagini. Teo Manzo ha voluto infatti omaggiare un suo amico, che scrisse la sceneggiatura di questo video e che purtroppo oggi non c’è più. Proprio ieri, martedì 29 settembre, è uscito in anteprima il video clip della canzone.

Teo Manzo ci ha spiegato il perché dell’utilizzo di questo nome, Kublai, e la storia di questo suo nuovo progetto, noi di RadioBicocca l’abbiamo intervistato per voi.

Da quanti anni fai musica Teo e come nasce, e perché, l’idea di Kublai questo tuo nuovo progetto?

Faccio musica da tanti anni, suono da quando sono bambino praticamente. Ho iniziato a scrivere canzoni attorno ai 18 anni e ho fatto un po’ di progetti vari legati soprattutto al mondo cantautorale tradizionale, un po’ “vecchio stile” diciamo. Questo cambiamento deriva dal fatto che ho iniziato un pochino a mischiarmi con altre esperienze e generi musicali che non sono quelle con cui sono cresciuto. Ho incontrato Filippo Slaviero, che è un produttore, un ragazzo di Milano, più improntato sull’elettronica, dunque, su generi diversi dai miei. Abbiamo iniziato a comporre insieme quasi per gioco. Poi da lì la cosa è cresciuta e abbiamo realizzato questo progetto. È venuto fuori in realtà prima un disco di canzoni, che racconta un po’ la storia di questo Kublai e di questi due amici che passano una serata insieme. Poi il nome di Kublai è passato automaticamente al progetto. È stato tutto molto graduale.

Adesso quindi sei più sul genere elettronico, mentre precedentemente a facevi riferimento ai cantautori?

Si si, vi faccio riferimento tutt’ora, io sono cresciuto con la scuola di De André e Guccini. La scuola di De André soprattutto è stata il mio core business, ho effettuato diversi progetti su di lui. Lo scorso anno ho fatto un progetto chiamato proprio De André 2.0 che è abbiamo portato in giro per l’Italia con la band. Ti direi, mi considero soprattutto un deandreiano, comunque tutto il cantautorato italiano è sempre stata una mia grande passione.

Eh si, De André è un vero maestro. È appena uscita (martedì 22 settembre), Orfano e Creatore, una canzone che, se posso, definirei onirica, metaforica, dal sound elettronico come dicevi. Potresti raccontarci la genesi di questa canzone?

È nata insieme al concept del disco. La mia idea in questo gruppo di canzoni, non solo in questa, era di raccontare un dialogo. Non di raccontare in senso esplicito o narrativo, come si fa nel cantautorato classico, o nella musica in altri generi come nel pop italiano, dove si utilizza un modo espressivo che è sempre molto esplicito. Narrativo o lirico ma comunque esplicito. Diciamo che non ho usato questa tecnica ma, come dicevi tu, un linguaggio più allusivo, se vuoi metaforico e anche un po’ allegorico. Questa canzone, di questa storia, i testi sono da considerarsi un dialogo tra queste due persone. Non c’è un narratore esterno che racconta una storia. I testi sono quello che loro pensano e dicono tra di loro. In particolare, questa canzone che è un po’ l’overture, sarà la seconda canzone del disco ed è un po’ la presentazione di questi due personaggi. La canzone è composta da due stanze e ogni strofa racconta uno dei due personaggi. Non è però specificato chi è chi, Orfano e Creatore sono due archetipi che raccontano i due personaggi però in maniera assolutamente interscambiabile. Non c’è nulla di preciso. È tutto allusivo, evocativo. Questa è un po’ poi la chiave per uscire un pochino dal mondo della musica nostrana che è legata a un testo che è sempre molto presente, che segue pedissequamente delle “cose” e a mio avviso, a volte, perde un po’ di efficacia comunicativa, emozionale, artistica se vogliamo.

Quindi hai voluto rappresentare un dialogo in modo allusivo, tecnica interessante. Quindi vorrei chiederti, dato che parli delle altre canzoni, si sa quando uscirà il disco?

Molto a breve! Potrebbe già essere il mese prossimo perché è già pronto!

Se non sbaglio invece è stato già rilasciato il videoclip di Orfano e Creatore, come è stata rappresentata nel video la canzone? Questo scambio di battute che verrà poi ripreso in tutto il disco.

Esatto, diciamo che il video clip ha però una storia a sé. La sceneggiatura del disco è tratta ed esplicitamente ispirata a Le Città Invisibili di Italo Calvino. Dove ci sono appunto Marco Polo e Kublai che viaggiano, con la mente, e visitano queste città impossibili, invisibili. Marco Polo racconta a Kublai le città del suo regno che lo stesso imperatore non ha mai visto perché il suo impero è sterminato e lui sta nel suo palazzo reale, quindi Marco Polo che è un viaggiatore ha la possibilità di raccontargliele. Il video clip riprende un po’ questa storia ed è un viaggio nella mente di Kublai attraverso i racconti di Marco Polo. Questa è un po’ la sceneggiatura. Ha anche questa storia un po’ a sé  il video clip, non connessa al resto del disco.

Il video-clip di Orfano e Creatore

Com’è nata la collaborazione con Filippo Slaviero?

È nata perché io frequentavo il suo studio, che aveva con suo fratello a Milano e che ora non c’è più, poi siamo diventati amici. Lui aveva anche arrangiato con questo clima un po’ ambient alcune mie canzoni e una in particolare, molto cantautorale e deandreiana. Quando ho visto come lavorava ho pensato: dobbiamo scrivere qualcosa insieme. Che è ben diverso da io scrivo una canzone con la mia chitarra e pianoforte in casa e poi la do a qualcuno da arrangiare, già nella fase di composizione con un’altra persona e con gli input che questa persona ti dà! L’idea “programmatica” di Kublai è fare degli album, delle canzoni che non siano scritte in modo cantautorale quindi auto-riferito ma scritte in collaborazione con altri artisti e musicisti. Questa è l’idea che vorrei portare avanti.

Il nome Kublai invece, come l’hai deciso? In base alla sceneggiatura che mi hai descritto o è una scelta precedente?

È arrivato a un certo punto, io con Filippo stavo già scrivendo i pezzi. E mi è venuto in mente che questi pezzi raccontano il rapporto tra due amici, sono due persone magari molto diverse, ma molto unite. Questa era l’idea di sottofondo che avevo. Poi per caso mi è ricapitato in mano il libro di Calvino dove ci sono i dialoghi tra questi due, e ho trovato una similitudine tra quello che stavo pensando e il libro. Quindi il nome del progetto è vento fuori quando ho associato quello che stavo scrivendo alla storia letteraria di Kublai e Marco Polo. Tante volte in musica succede spesso che inizi a fare una cosa, e capisci cosa stai facendo dopo che hai già iniziato, non prima in maniera premeditata!

Beh, se posso, è il bello dell’arte, no?

Si esatto! È il bello dell’arte.

https://www.instagram.com/p/CFhm900KRi6/

Vi suggeriamo di ascoltare questo brano così originale e tenere d’occhio questo artista in attesa dell’uscita dell’album completo.
Fateci sapere cosa ne pensate!

Per seguire Teo Manzo e il progetto Kublai sui social ecco i suoi profili:
Facebook Instagram / Kublai


Sara Garnieri

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