Intervista | tutta la follia del Conte Biagio


Biagio Conte, in arte Conte Biagio, è un giovane cantautore eccentrico ed irriverente. Il suo percorso artistico e il suo stile musicale del tutto fuori dagli schemi, ci hanno incuriositi e spinti ad un’intervista.

Ciao Biagio! Ho letto la tua insolita biografia artistica, ti va di raccontarci meglio come nasce il tuo progetto?

Certo! Spero tu riesca a sentirmi bene perchè ho il cellulare un po’ rotto
[Credo si tratti della legge del contrappasso per il videoclip di Occhiali a Specchio. Capirete più avanti nell’articolo].
Ho avuto diverse esperienze: ho iniziato a suonare alle superiori in una cover band nel mio paese, Palomonte, per poi trasferirmi a Roma dove ho iniziato un progetto inedito, Biagio Conte e I Maggiordomi.
Dopo circa un anno sono tornato in paese e ho ripreso ad esibirmi nei pub e in altri piccoli contesti.

Ascoltando le tue canzoni emerge facilmente uno stile molto caratteristico ed originale. Riesci ad incorniciare testi impegnativi ed espressioni molto forti – come “sono il fallimento della nostra società” – in una musica leggera dai toni allegri e dai ritmi coinvolgenti. Dove nasce la tua ispirazione e quali soni gli artisti che più ti hanno influenzato?

Mi fa piacere che passi questa complessità. Gli addetti ai lavori non sanno mai come inquadrarmi e io stesso faccio fatica a ritrovarmi nei soliti canoni musicali. Il mio primo periodo è stato all’insegna di una musica molto allegra, direi folk, grazie a Roberto Billi fondatore dei Ratti della Sabina. Conoscerlo è stato fondamentale. Quando avevo 16-17 anni è come se mi avessero adottato: ho girato l’Italia suonando in apertura ai loro concerti. Ero diventato la loro mascotte, mi portavano ovunque. Sono stati dei grandi maestri di musica, scrittura e di palco. Negli ultimi 3-4 anni invece un altro cantautore, Francesco Di Bella, è stato fonte di ispirazione. L’ho conosciuto in un workshop sulla scrittura creativa, dopo il quale ho iniziato ad avere nuovi spunti e ho esplorato nuovi orizzonti. Da lì è nata una vera e propria amicizia. Francesco mi ha invitato spesso ad aprire i suoi concerti. Grazie a lui ho conosciuto un altro me stesso.

Qual è stata la svolta che ti ha portato a provarci seriamente con la musica?

Nell’estate del 2017 ho avuto la possibilità di organizzare un tour, attraverso una campagna di crowdfunding su Music Raiser. Non un normale tour ma un Super Social Tour: ho suonato per le piazze di 10 città in 10 giorni, girando l’Italia da Nord a Sud. È stata un’esperienza molto importante. Sono sempre stato un ragazzo timido. Ti lascio immaginare come sia stato da solo in giro per l’Italia a conoscere tante persone e a suonare in mezzo a tutta quella gente. Sono stato costretto ad aprirmi.

Una bella terapia d’urto, ma immagino la grande soddisfazione nel suonare per strada. E dopo questo tour?

Sono tornato al mio paese e ho capito che volevo inseguire il mio sogno. Così, senza pensarci troppo su, ad agosto del 2017 sono venuto a Milano in cerca di una casa e di un lavoro. Il mio unico obiettivo era fare musica.
Ho conosciuto per puro caso Fabrizio (Cannamela, basso), mentre suonava in piazza Duomo. Poi, sempre per caso, Alessandro (Salerno, batteria). Abbiamo messo su una band iniziando a lavorare alle mie canzoni. Alla fine si è aggiunto anche Giacomo (Zorzi, tastiere) che ha completato la formazione. Ci siamo esibiti in diversi circoli e locali della città: il Magnolia, il Rocket, il Santeria…Nonostante sia il mio progetto da solista, loro hanno sempre dato un importantissimo apporto musicale ed umano. Insieme ci divertiamo: siamo molto amici.

Hai rilasciato da poco il tuo ultimo singolo, Università. Com’è nato?

È una canzone nata un po’ di tempo fa, quando frequentavo alcuni universitari. Io non ho mai frequentato l’università direttamente, ma ho sempre visto con fascino la loro vita e quel mondo. Questo pezzo è stato una svolta: sono cambiato, diventando molto più introspettivo. Ho curato il progetto con la band, sotto la produzione di Antonio Polidoro e siamo già al lavoro su altri singoli che pubblicherò con cadenza mensile.

Non vediamo l’ora di ascoltare i prossimi brani. Ma ho un ultima curiosità che devi togliermi. Ho visto il video di Occhiali a Specchio – e per inciso, complimenti per i diversi videoclip, sono davvero notevoli. Ci sei tu che vai in giro per Roma a distruggere i telefonini di poveri malcapitati. Chiaramente è tutto finto, vero?

[Biagio ride imbarazzato] In realtà non ne vado molto fiero, ma è tutto vero.
[Cala il silenzio per alcuni secondi]. Era il 2016, un periodo molto particolare. Avevo tra l’altro pubblicato La mia Depressione, che parla per l’appunto di quanto fossi depresso e deluso per gli insuccessi. Un mio caro amico regista, Angelo Cariello, aveva ascoltato questo pezzo e mi ha detto che avremmo dovuto inventarci qualcosa di folle per spingerlo. Mi disse “il tuo brano parla di attualità e critica i social e le nuove abitudini. Dobbiamo assolutamente fare qualcosa di assurdo. Andiamo a Roma a spaccare i cellulari della gente che si fa i selfie“. Complice qualche bicchiere di amaro, ci siamo lasciati trasportare dall’idea e… il resto lo hai già visto nel video.

Ringraziamo il Conte Biagio per la disponibilità e vi lasciamo di seguito alcuni link utili:


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