Live Report | YUNGBLUD, il rocker inglese di nuovo a Milano
Oggi, a ventidue anni,YUNGBLUDè tra i cinquecento artisti più ascoltati su Spotify. Non era così all’inizio dell’anno, quando ad assistere al suo primoconcerto in Italiac’erano poco più di un centinaio di persone; fuori dal piccolo club fuori Milano che lo ha ospitato, i fan più accaniti lo attendevano già dalle prime ore del mattino, a dimostrare tutto l’affetto per il rocker inglese. Sono stati mesi molto intensi per Dominic Harrison, questo il suo nome: dopo la collaborazione conHalseyeTravis Barker, il featuring conMachine Gun Kellye il duetto conDan Reynoldscontenuto nel nuovo EPthe underrated youth, il giovane cantautore ha intrapreso un lungo tour che ha registrato il sold out in tutta Europa. Non ha fatto eccezione la tappa milanese, che ha visto ilFabriquepulsare dell’energia del brit rock fresco e provocante di YUNGBLUD. Ad aprire lo show la title track del suo primo album,21st Century Liability,seguita da tutti i suoi brani più noti, dalla versione live diI love you, will you marry me?in chiaveska, alla toccanteKill somebody, suonata in mezzo al pubblico in acustico. In scaletta hanno trovato spazio ancheI Think I’m OKAYeoriginal me, che vedono il cantante in duetto rispettivamente con il rapper Machine Gun Kelly e con Dan Reynolds, e soprattuttoice cream man, un brano mai pubblicato che di rado la band ha suonato durante questo tour. YUNGBLUD è incontenibile, salta, corre, poi si ferma e prende il tempo per ricordare ai ragazzi tra la folla che lì, in quel posto e in quel momento, possono essere chi vogliono e come vogliono. D’altra parte gli stereotipi gli sono sempre stati stretti: lo smalto e il rossetto nero, il vestito di pizzo e quel bacio strappato al chitarrista della sua band, mettono in chiaro sin da subito che nella sua vita non c’è spazio per le classificazioni. La sua energia è travolgente, anche quando si siede e, imbracciando la chitarra, esegue le due ballad presenti nel suo ultimo lavoro,casual sabotageewaiting on the weekend. Certo è che un concerto di queste dimensioni non avrebbe mai potuto avere la presa emotiva di quel piccolo show di fine gennaio in cui l’ho incontrato per la prima volta, e forse un po’ ne ho sentito la mancanza. In fondo guardo a YUNGBLUD come guardi a quegli artisti che pensi di conoscere solo tu e che propini di continuo ad amici e parenti perchè, tu lo sai, valgono veramente tanto; la anima di fangirl ha gioito a sentire tutte quelle voci urlare le sue canzoni. Dominic, però, ha voluto incontrare i fan al termine dell’esibizione, perchè il calore del suoblackhearts club, come si definisce la sua fanbase, merita di essere vissuto da vicino, in mezzo alla gente
