The OA – Seconda stagione


The oa

Brit Marling, ideatrice della serie, ci ha chiesto fin dall’inizio di cedere all’assurdità della sua storia. Di avere fede in Prairie e accettare il racconto della ragazza. Una continua ricerca del sensato che ci ha condotto in un viaggio tra simbolismo religioso, aspetti paranormali e racconti russi.

Dopo due anni di attesa, torna la seconda stagione della serie che segue le vicende di OA (Prairie Johnson, interpretata dalla stessa Brit Marling) e il suo ingresso in una nuova dimensione. Ad aspettarla ci sarà una vita completamente diversa, stavolta da ereditiera russa ma ugualmente prigioniera di Hap. Questa seconda stagione inizia con Prairie, adesso diventata Nina, ancora una volta in ospedale, come era per la precedente, felice di essere riuscita a fare “il salto”.

Nei nuovi otto episodi debutta Karim Washington, detective privato incaricato di ritrovare Michelle Vu, una ragazza scomparsa. Il suo percorso si incrocia con quello di OA, insieme indagano sul mistero della sparizione di Michelle e sulla scoperta di una casa a Nob Hill legata alla scomparsa di altri ragazzi. Nel frattempo, nella prima dimensione, gli altri personaggi BBA, Angie e i ragazzi continuano a ricercare se stessi in un viaggio alla scoperta della verità che si nasconde dietro OA e le incredibili realtà da lei raccontate.

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Brit Marling

Ma da dove può nascere una serie così incredibile?

Brit prende spunto da un fatto che le è accaduto anni prima ad una festa, dove incontra una ragazza che le racconta una storia di morte e rinascita; la storia di come è tornata in vita dopo un apparente decesso. La Marling parla di quella storia di pre-morte al suo fedelissimo amico Zal. I due iniziano una ricerca spasmodica che li porterà a raccogliere tantissime altre testimonianze. In quelle esperienze iniziano a tracciare dei caratteri comuni. Tutti sembrano aver visto se stessi dall’alto, a volo d’uccello. Tutti hanno visto una luce intensa. E, stranamente, tornati alla loro vita hanno iniziato a sviluppare interesse per la musica. Alcuni sono diventati perfino grandi artisti. I due amici si buttano quindi a capofitto nella stesura di uno script che catturerà l’attenzione di Netflix.

Prodotta da Aida Rogers, tra i produttori esecutivi Michael Sugar, Brad Pitt, Dede Gardner, Jeremy Kleiner e Sarah Esberg di Plan B Entertainment (la stessa casa di produzione che ha vinto l’Oscar per 12 Anni Schiavo), insieme a Brit Marling e Zal Batmanglij.

Una serie da riguardare e scoprire perchè non è mai come te la ricordavi la prima volta.


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