Quello che tu non vedi, il teen drama su Amazon Prime

Lapsichee i suoi correlati sono tematiche molto importanti, spesso trattate nei film, ma la psicologia non è semplice e, soprattutto, è importante parlarne nel modo adatto. Sono molte le pellicole che tentano di affrontare questi temi, spesso in modo romanzato e adolescenziale. Un titolo appartenente a questa categoria diteen drama, recentemente rilasciato da noi suAmazon Primeil 15 marzo, èWords on bathroom wall, initalianointitolatoQuello che tu non vedi.Il film prende spunto dall’omonimo romanzo diJulia Waltoned è diretto daThor Freudhental. Una chicca è la partecipazione, nel ruolo di Padre Patrick, diAndy García(sì: ilVincent Mancini, deIl padrino – parte III). Il protagonista della storia è un giovane ragazzino americano, biondo e con gli occhi azzurri, che sta frequentando il suo ultimo anno di scuola.Adam,interpretato daCharlie Plummer,è un adolescente qualunque. La sua vita cambia quando il padre abbandona lui e la madre. Questa sventura gli permette però di scoprire la sua grande passione: lacucina. La vita della famiglia si complica ulteriormente quando Adam capisce che c’è “qualcosa che non va” e dopo qualche accertamento gli viene diagnosticata laschizofrenia. Il termine schizofrenia deriva daltedescoschizophrenie,composto da:schizo– dal greco σχιζο ‘separare/scindere’ e –phreniedal greco “ϕρενία” che significa mente. Ossia “mente scissa“, inteso come separata dalla realtà. Le persone affette da schizofrenia possono, nel loro percorso di vita, avere a che fare con diversi sintomi che, quando si manifestano, interferiscono col loro interfacciarsi con il mondo che le circonda. Infatti, la schizofrenia può compromettere, ad esempio, l’apprendimento, le emozioni e/o le capacità percettive. Tra nuove conoscenze, cambiamenti, medici e quant’altro Adam incontraMaya(Taylor Russell). Una coetanea, intelligente e spigliata, che lo aiuterà a studiare e a prendere in mano la sua situazione scolastica (e non solo…). Non è un film “idilliaco”,spoiler: alla fine nessuno scopre la cura magica per la schizofrenia. Una nota negativa c’è ed è da rimarcare: in questa pellicola gli aspetti prettamente psicologici sono messi in sordina. E, talvolta,sembrache lo stesso Adam non veda di buon occhio gli specialisti. Questo, personalmente, non mi è piaciuto perché può veicolare il solito messaggio (sbagliato!) che psicologi/psichiatri siano “inutili” e non “veri medici”. Trattandosi di un film non dal carattere accademico maadolescenziale-drammatico, è normale che sia usato un registro più “leggero”. Il rischio però è quello di far passare l’idea sbagliata. È comunque apprezzabile che venga datoil punto di vista del ragazzo senza troppi filtri, quindi probabilmente traspare il fatto che lui si senta totalmente incompreso da chiunque lo circondi (specialisti compresi). Ilmessaggiopiù volte rimarcato dal giovane Adam e da sua madre è:lui non è la schizofrenia. Talvolta, soprattutto da fuori, si fatica a comprendere il vissuto di chi è affetto da questi disturbi. Non bisogna assimilare le caratteristiche della patologia a quelle della persona.Persona, che ha molto altro da dire, da dare e da sperimentare che semplicemente esser definita con una singola parola medica. Nel corso di questo teen drama vediamo Adam interfacciarsi prima di tutto col bullismo e con le prese in giro dei compagni. Questi ultimi certamente non comprendono e non vogliono vedere oltre a questa nuova diagnosi. Non mancano gli appellativi denigratori nei suoi confronti, come “camicia di forza”. La situazione non è delle più semplici,Adam non nasconde le difficoltà e i problemi che deve affrontare(tra farmaci, voci insistenti e incubi ricorrenti). MaAdame la sua storia, riescono forse a sottolineare un concetto importante: i disturbi psicologicivanno affrontati. Non bisogna ridurre questi problemi a semplici “etichette”, che portano a vederli in modo semplificatorio e/o stigmatizzante. Si deve comprendere che, come quando ci si rompe una gamba e si va dall’ortopedico, così andando dallo psicologo ci si prende cura della propria mente e di se stessi. Adam, grazie anche all’aiutoesostegnodella suafamiglia, pian piano (attenzione, spoiler!) trova il suo spazio e il suo equilibrio. L’idea alla base del film (avvicinare più persone a questa tematica?) è certamente buona, bisogna però ricordare che si tratta di unteen drama(enon di un film divulgativo) che romanticizza molto la questione, peccando un poco di superficialità talvolta. Tuttavia, rispetto ad altre pellicole è riguardevole il fatto che mostri come Adam sia un ragazzo come tanti, che viene emarginato senza un motivo, se non perpura ignoranza. Lastigmatizzazioneonnipresente verso i problemi legati alla psiche un giorno finirà, ma è ancora lontano questo traguardo, quindi ben vengano i film che ne parlano. (Ricordando sempre che per conoscere qualcosa è importante approfondire e non fermarsi alla superficie)