Autore: Redazione Radio Bicocca

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  • Paul Cézanne e Pierre-Auguste Renoir giungono a Milano

    Perchè la parola “situazione” è la mia (nostra) parola preferita…bySilvia Raimondo Paul Cézanne e Pierre-Auguste Renoir giungono a Milano IlPalazzo Realea Milano ospita dal 19 marzo 2024 al 30 giugno 2024 unamostrache vuole rendere onore all’operato artistico diPaul CézanneePierre-Auguste Renoir(due tra i più celebripittori impressionisti), raccogliendo una serie di loro quadri provenienti sia dalMusée d’Orsay, sia dalMusée de l’OrangeriediParigi. Paul Cézanne, illustrepittorefranceseimpressionista, nasce nel 1889 a Aix-en-Provence e muore nel 1906 nel medesimo luogo. Le sueopere più notesono:Natura morta con mele e arance,Le grandi bagnantiedI giocatori di carte. Inizialmente, Cézanne entra nel collegioBorbonepresso la sua città natale, dove conosce anche un famoso scrittore francese,Émile Zola, con il quale, però, successivamente smetterà di rimanere in contatto. Matura un forte interesse verso ildisegnoe si trasferisce poi a Parigi, dove entra in contatto con diversi artisti impressionisti (ad esempioClaude Monete Pierre-Auguste Renoir). Il pittore approfondisce la sua amicizia con Renoir, fino a trascorrere insieme alcune settimane nella località di campagna diLa Roche-Guyon. Cézanne nutre profonda ammirazione nei suoi confronti. Nel 1889, alcuni quadri dell’artista vengono presentati all’Esposizione Universale di Parigi, mentre nel 1907 cinquantotto suoi capolavori sono esposti presso ilSalon d’Automne di Parigi. Nessun quadro dipinto all’interno, in un atelier, potrà mai valere quanto le cose fatteen plein air. Pierre-Auguste Renoir, celebreartistafranceseimpressionista, nasce nel 1841 a Limoges e muore nel 1919 a Cagnes-sur-Mer.Le sueopere più famosesono:La colazione dei canottieri,La GrenouillèreeBal du moulin de la Galette. All’inizio della sua vita, lui e la sua famiglia si trasferiscono a Parigi. Qui il pittore inizia a cimentarsi sia nella realizzazione diporcellane, sia nella decorazione diventaglietendaggi. Nel 1862, si iscrive presso l’École des Beaux-Arts. Conosce Paul Cézanne e comincia a dipingere nella foresta diFontainebleau. Dopodiché, apre un atelier inRue Notre-Dame-des-Champs. A questo punto, Renoir intraprende una serie diviaggiin varie località, quali Venezia, Firenze, Roma, Costa Azzurra, Spagna e Bretagna. Nel 1902, opta per andare ad abitare a Cagnes-sur-Mer. A causa delle sue gravi condizioni di salute, dell’artrite e delle dita oramai del tutto rattrappite, si fa legare i pennelli alle mani per continuare a dipingere. L’arte tocca le emozioni. Se ha bisogno di essere spiegata, non è più arte. L’impressionismoè unacorrente artisticanata a Parigi tra il 1860 ed il 1870 e termina verso i primi anni del Novecento. Non si tratta di un movimento artistico avente un proprio manifesto, bensì di un’organizzazione spontanea di artisti. Durante quegli anni, Parigi costituisce il fulcro dell’arte europea e si afferma la cosiddettaBelle époque. Ovunque vi è progresso, modernità e splendore. La tecnica impressionista si afferma immediatamente come un’arte esclusiva dellaParigi della borghesiae si focalizza prevalentemente suitemitipicidella quotidianità. Si comincia a dipingereen plein aircon pratici cavalletti smontabili e non più, quindi, all’interno dell’atelier. Lepennellatesonorapidesenza alcuna linea di contorno ed acquisiscono un senso solo se osservate da una certa distanza. I colori sono pochi, si trovano nei tubetti e vengono accostati direttamente sulla tela. Lalucediventa un qualcosa difondamentalenella percezione dei colori. La prospettiva è abolita e, pian piano, diventa sempre piùimportante l’impressioneo la sensazione impressa nella propria coscienza. Iprincipali esponentidi questo filone artistico, oltre a Paul Cézanne e Pierre-Auguste Renoir, sono: Claude Monet,Edouard ManetedEdgar Degas. Lamostrapone in luce i numerosipunti in comune di sperimentazione artisticadi Paul Cézanne e Pierre-Auguste Renoir:nature morte(Natura morta con pere e mele verdi), ritratti di familiari ed amici, paesaggi,fiori(Bouquet in una scatola di teatro),bagnanti(Bagnante con capelli lunghi) enudi(Donna nuda in un paesaggio). Appena entrato, il visitatore, dopo aver percorso unbreve corridoiocon vetrate colorate, ammirascene di vita contemporanea(Giovani ragazze al pianoforte) e vedute urbane. Si incanta davanti apanorami naturali(La roccia rossaoPaesaggio con tetto rosso), che restituiscono la stagione, le condizioni metereologiche e l’esatto momento della giornata in cui il dipinto è stato realizzato. In seguito, lo spettatore osserva iritratti delle mogli e dei figlidei due artisti, per poi ritrovarsi in quella è lariproduzione di un piccolo atelier idealecon grandi finestre, dove la luce solare esiste e può essere collocata ed impressa sulle forme. Infine, il turista ha modo di comprendere come la pittura di Cézanne e Renoir ha influenzato l’arte cubistadiPablo Picasso. In sostanza, si tratta di un’esposizione artistica che vuole rendere omaggio a due splendide personalità impressioniste, che sono riuscite a stringere un ottimo legame ed a sostenersi a vicenda, arrivando a nutrire una grandissima e profonda stima l’una per l’altra. Previous PostPerchè la parola “situazione” è la mia (nostra) parola preferita…bySilvia Raimondo

  • Perchè la parola “situazione” è la mia (nostra) parola preferita al momento?

    ICON di Tony Effe aggiunge un altro tassello al legame…bySilvia Raimondo Paul Cézanne e Pierre-Auguste Renoir giungono a MilanobySofia Fossati Perchè la parola “situazione” è la mia (nostra) parola preferita al momento? La parola “situazione” l’ho sentita per la prima volta (nel senso in cui ne parlerò nelle righe a seguire) nel settembre del 2022. In realtà ho sentito la parola “situa” utilizzata per descrivere una persona, mi è parso strano, ma poi ho iniziato a sentirla sempre più spesso ed ho finito per utilizzarla, forse anche troppo. La parola “situazione” ci circonda, io mi circondo della parola “situazione”, al momento è la mia parola preferita, la usiamo per indicare il soggetto del nostro discorso. La posso usare in un sacco di contesti, per presentare un sacco di cose, mi aiuta ad esprimere la maggior parte dei concetti, mi piace così tanto perché è una parola, ma non è una e il suo significato non è uno o comunquenon mi indica UNA cosa. “Situazione” deriva da situare, quindi ubicare, può anche indicare un luogo, una cosa che STA in un luogo. La maniera in cui però viene utilizzata da noi è differente, quello che abbiamo preso della parola “situazione” èla sua capacità di indicare le relazioni tra gli oggetti che vanno a costruire il mondo del mio soggetto.“Situazione” mi piace così tanto perché non mi indica un qualcosa di puntuale, un qualcosa che resta lì, fermo in spazio e tempo, fermo in un luogo, fermo qui ed ora, mi indica qualcosa in movimento, qualcosa con i bordi sfumati che non ha un confine delineato con un pennarello nero. La usiamo per indicare delle attività, ma anche per indicare degli oggetti. Permette di mettere assieme ciò che riguarda il soggetto del mio discorso ora, con ciò che lo riguardava e ciò che lo riguarderà, dove è ora e dove sarà. Un oggetto non è solo un oggetto, un oggetto è in movimento nel tempo e nello spazio e permette a me di essere in movimento nel tempo e nello spazio, è in relazione con tutto ciò che lo circonda, per questo un oggetto è una situazione. Sembra tutto strano ma non lo è, ecco un esempio che ci aiuta:la madeleine di Proust.Sempre lei. La madeleine è simbolo della “memoria involontaria”, è l’oggetto attraverso il quale sia aprono le porte del passato, di un’infanzia apparentemente dimenticata. Può essere questa madeleine una cosa? Può essere semplicemente una cosa, un oggetto? No,questa madeleine è una situazione, perché non occupa solo lo spazio sul tavolo davanti a me, occupa i ricordi, occupa un luogo e uno spazio non più presenti ma occupa anche il tempo contemporaneo, la madeleine è in movimento, non è un oggetto puntuale. Il caffè è una situazione, lo si beve in compagnia, lo si beve quando si è di corsa, lo si beve quando si vuole fare una piccola pausa.Il mare è una situazione, perché non è solo il mare che io guardo, ma è il mare in cui loro navigano, o il mare in cui il bambino non vuole fare il bagno perché ha paura delle meduse, o il mare che lei vede soltanto la mattina presto quando va a leggere in spiaggia.La mia camicia preferita è una situazione, perché non è una camicia, è una camicia che crea attorno a sé una realtà, modifica la realtà attorno a sé, permette un certo tipo di percezione della realtà attorno a sé, una realtà differente da quella che crea quella gonna che ora sta appoggiata sulla sedia accanto alla finestra.Il picnic al parco è una situazione. Uso la parola “situazione” perché quando parlo, parlo di ciò che mi circonda, e voglio farlo nella maniera più comprensiva possibile, perché voglio raccontare una cosa, mauna cosa che è immersa nello spazio e nel tempo, che è in relazione con me e con altre cose, e quindi ti dirò che gli occhiali da vista accanto a me sulla scrivania dell’ufficio all’École Normale Supérieure sono una situazione. Per descrivere tutto ciò che ci circonda usiamo la parola “situazione”, perché ciò che ci circonda non ha dei confini, il soggetto interagisce con mille altri soggetti, tutto è strettamente intersecato e quindi, quasi per obbligo, se vogliamo parlare di qualcosa e presentarla nella sua completezza diremo che questa cosa è una situazione. Previous PostICON di Tony Effe aggiunge un altro tassello al legame…bySilvia Raimondo Next PostPaul Cézanne e Pierre-Auguste Renoir giungono a MilanobySofia Fossati

  • ICON di Tony Effe aggiunge un altro tassello al legame luxury-trap?

    RÊVES EN PAPIER – L’ode alla carta di CatheclismabySilvia Raimondo Perchè la parola “situazione” è la mia (nostra) parola preferita…bySilvia Raimondo ICON di Tony Effe aggiunge un altro tassello al legame luxury-trap? Icon è il nuovo album di Tony Effe uscito venerdì 15 marzo un’ora dopo la mezzanotte. Nella tracklist, tra una serie di nomi di artisti che hanno collaborato nella realizzazione dell’album, ciò che cattura l’attenzione sono i titoli e i testi di alcuni brani che fanno riferimento al mondo del luxury. Non è una novità che la scena trap, non solo italiana, faccia riferimenti a brand di lusso e anche in questo album è stato fatto in maniera davvero prepotente, l’ascolto dei brani mi ha portata a chiedermi: nella musica trap il luxury oggi è presente in maniera differente? Qualcosa sta cambiando o è una relazione che prosegue invariata dal secolo scorso? Per progredire nella riflessione penso sia importante delineare alcuni punti che definiscono il legame tra mondo del lusso e mondo della musica trap. Il genere trap ha le sue primissime radici nella cultura hip-hop americana, rappresentativa di minoranze etniche ghettizzate nei sobborghi di New York, la posizione sociale della black culture porta i soggetti interessati ad una forte necessità di rappresentare la propria identità, e per fare questo lo strumento più adatto oltre alla musica è l’abbigliamento. La loro cifra distintiva è l’anticonformismo e l’attitude ribelle ed eccentrica che prende spunto dal workwear, sportswear, streetwear, tra capi oversize, suite coordinate e sneakers spuntano monogram rubati a brand di lusso e pesanti accessori dorati come collane o anelli. Tutto questo vuole rappresentare una rivalsa delle minoranze nei confronti di una società che rivolge le sue attenzioni solo alle classi più agiate. Il fulcro del legame con il mondo del lusso è probabilmente rappresentato da Tupac, dopo che Gianni Versace notò quanto i due mondi si stavano influenzando a vicenda decise di far sfilare il rapper nel 1996. I rapper non solo nominano all’interno delle loro canzoni brand di lusso, ma sfilano anche per loro. Nel 2020 un PhD dell’Università degli studi di Bergamo, Gabriele Murtas, ha condotto uno studio riguardo al legame tra hip hop e luxury. Analizzando la ranking Rap 2020 top 20 di Billboard ha stilato una classifica dei brand più menzionati, il risultato ha visto Gucci al primo posto come brand più citato, seguito da Chanel, Prada, Celine, Dior (se volete approfondire vi lascio il link dello studiohttps://www.linkedin.com/pulse/hip-hop-luxury-fashion-never-ending-love-gabriele-murtas?trk=public_profile_article_view), nomi giganti tra i quali spunta anche quello di Virgil Abloh, direttore creativo di LV e fondatore di Off-White, non una figura storicamente centrale nel mondo della moda ma con un’importanza sociale innegabile nel contemporaneo. Alla fine degli anni Novanta sul substrato creato dalla cultura hip-hop si sviluppa la scena trap, l’epicentro non è più New York, ma Atlanta. Diverse sono le caratteristiche che la distinguono dal rap, ma l’interesse per il mondo del lusso rimane, tra una strofa e l’altra spuntano sempre nomi di brand. La musica trap non esita a proseguire il suo percorso a braccetto con il mondo del luxury, durante la Milano Fashion Week nel giugno del 2017 due tra i trapper più affermati nella scena italiana sfilano: Sfera Ebbasta per Marcelo Burlon, Tedua per Dolce e Gabbana. Quando è stata pubblicata la tracklist di Icon un’amica scherzando mi ha scritto “l’album doveva chiamarloVia Montenapo numeri dispari”, riferendosi a due titoli in particolare “Miu Miu” e “Balenciaga”. Ascoltando l’album molti altri brand vengono nominati: Fendi, Gucci, Chanel, Vuitton, Loro Piana e tanti altri, non c’è brano che non nomini almeno un brand. Tra un “Versace, Versace, Versace” e l’altro nomina anche “Tramezzino di Cova”, a riconfermare la tesi della mia amica riguardo a “Montenapo”. Unendo tutti i puntini sembrerebbe che non ci si possa più riferire al mondo del trap come un mondo che guarda semplicemente al luxury, ma come un mondo che sta abbracciando l’intero sistema moda, non si fa più riferimento a soli brand di lusso storici caratterizzati da stampe monogram, si fa riferimento anche a seconde linee e brand recenti. E dunque, la trap si sta approcciando alla moda in maniera diversa? Oppure è la moda che sta cercando di entrare nel mondo trap nella sua totalità insistendo nel coinvolgimento di trapper in sfilate ed eventi? Il brano “dopo le 4” fa riferimento alle “stiliste della NABA”, il nuovo mondo del design è più vicino al mondo trap perché i due nel contesto della città si ritrovano molto spesso negli stessi ambienti, sono forse talmente vicini dall’essere ormai impossibili da separare? È forse la moda che sta sfruttando il potere da trand setter dei trapper per entrare nel loro mondo e in tutti i mondi? Forse non si dovrebbe più parlare del legame di Luxury-trap ma di legame sistema moda-trap che è alimentato da entrambi i mondi in entrambe le direzioni. Previous PostRÊVES EN PAPIER – L’ode alla carta di CatheclismabySilvia Raimondo Next PostPerchè la parola “situazione” è la mia (nostra) parola preferita…bySilvia Raimondo

  • RÊVES EN PAPIER – L’ode alla carta di Catheclisma

    Perché un brand di moda presenta la sua collezione in…bySilvia Raimondo ICON di Tony Effe aggiunge un altro tassello al legame…bySilvia Raimondo RÊVES EN PAPIER – L’ode alla carta di Catheclisma “Rêves en papier”è il nome della nuova collezione diCatheclismao, meglio, è il nome delnuovo drop stagionale ideato da Caterina Griecoper il suo brand e presentato l’8 Marzo in una galleria aLe Marais, uno tra i quartieri più creativi della città diParigi. L’idea nasce daun’ode alla carta, coinvolta nel rituale di avvolgimento di qualcosa di prezioso, che permette di intravedere quello che protegge e che, quando viene toccata, produce un suono delicato. Per avvicinare il pubblico in maniera più immediata al pensiero del brand all’interno delpop-up store in Rue Quincampoixè stata installata la proiezione di un video che vede protagonista una ragazza intenta a maneggiare della carta, le azioni sono varie e i suoni prodotti sono particolarmente caratteristici, delicati ma d’impatto, esattamente come l’intera collezione pensata da Caterina. La definisceun po’ romantica e un po’ punk, i capi hannocuciture crude, lasciate esposte, poco rifinite,le possiamo vedere neipantaloni Gaspardrealizzati con un cotone super croccante o nellaVivienne vest in denim. Ha ricreato le increspature, tipiche di un foglio di carta, con una seta molto fine con cui ha realizzato unset top e gonna, quest’ultima può però essere portata anch’essa come top. Ecco la cifra distintiva di Catheclisma,il gioco con i tessuti e i capi, che possono essere indossati in maniere differenti, al contrario, sopra ad altri indumenti, rovesciati. L’organza, tessuto peculiare del brand, è stata ripresa anche questa volta perl’abito Isabelleperché permette di vedere attraverso,permette di vedere lo scheletro, la struttura del capo, esattamente come una velina leggerissima che riveste. Lo stesso abito viene proposto anche in versionesilver, realizzato con una seta poco lavorata, che presenta i naturali nodi del tessuto, rendendolo al tatto ruvido e consistente. Tra i capi iconici del brand, come le vest e il top Agnes,per questa primavera è stata introdotta una camicia, che forse definirla una camicia è limitante, la definirei più come una situazione. Ha un colletto ben strutturato, del polsini allungati e chiusi con un anello metallico, due cuciture sulla manica permettono di creare un effetto tondeggiante all’altezza del gomito che prosegue con una linea retta verso la mano, se poi il braccio viene alzalo la manica si apre leggermente, il racconto prosegue con due lembi di tessuto applicati internamente, al livello delle alle cuciture laterali, che possono sbucare dalla parte inferiore del capo o possono essere legati in modo da permettere un fit più aderente sul retro rimanendo morbido sul davanti, che poi, come già anticipato,davanti e dietro, superiore e inferiore, sono relativi.La camicia può essere indossata anche al contrario. I colori scelti per delineare l’intero progetto richiamano ilromanticismo della città di Parigicon ilrosa, l’azzurro e il verde pastello, accompagnati dal lato punk di antracite, nero e dettagli metallici, la delicatezza e la croccantezza della carta sono rappresentate anche nei capi bianchi quasi eterei, come l’abito Eloise in organza, strutturato e irriverente.Gioca con le stoffe, cotoni, sete leggere e organza, tessuti creati, pensati e rielaborati in funzione del pensiero di “rêves en papier”, se volessimo racchiudere l’intero progetto in una frase questa sarebbe“S’habbiler c’est se Découvrir”. Previous PostPerché un brand di moda presenta la sua collezione in…bySilvia Raimondo Next PostICON di Tony Effe aggiunge un altro tassello al legame…bySilvia Raimondo

  • Perché un brand di moda presenta la sua collezione in una pasticceria? L’afternoon tea di Cavia

    Diabolik e il segreto di CadornabySofia Fossati RÊVES EN PAPIER – L’ode alla carta di CatheclismabySilvia Raimondo Perché un brand di moda presenta la sua collezione in una pasticceria? L’afternoon tea di Cavia Febbraio, come ogni anno, dedica una settimana allaMilano Fashion Week, dopo quella di Copenaghen (che non posso non nominare tra le big) e Londra, e prima di Parigi, permette a brand affermati ed emergenti di presentare il prodotto di mesi e mesi di lavoro agli addetti ai lavori e ad un pubblico più ampio. Verso la fine dell’inverno, quando ormai vogliamo solo chiudere nell’armadio i maglioni di lana e indossare vestiti di cotone, ecco che il sistema moda ci presenta la collezione Fall-Winter, capi autunnali e invernali che verranno messi in vendita il prossimo autunno. Questo è il quadro generale, ma ogni brand sceglie come presentare la nuova collezione, se con sfilate, installazioni o presentazioni. Rimane sempre molto curioso andare ad indagare per quale motivo un brand sceglie una determinata modalità e una determinata location per permettere al pubblico di scoprire la propria collezione. Tra le più interessanti quest’anno possiamo sicuramente nominare la sfilata diSunnei, l’installazione diFederico Cinadedicata alla sua“Tortellino Bag”e lapresentazione di Cavia. Caviaè un nome, un soggetto di ricerca, il centro di un esperimento, esattamente come il brand nato dalla mente diMartina Boero, designer che, dopo alcune esperienze di lavoro con diversi brand, durante il primo lockdown nel 2020 decide di creare nuovi abiti con quello che aveva a portata di mano, con quello che già possedeva, conprodotti etessuti già esistenti, per realizzare nuovi pattern. Da qui Cavia delinea le sue caratteristiche:il riciclo, l’upcycling, la sostenibilità. Lacollezione Autunno-Inverno 24non abbandona questi punti fermi, è definita da Martina “più reale” rispetto alle precedenti,è una collezione meno progetto e più brand, è stata strutturata per essere indossata, usata, usurata, presenta delle categorie merceologiche reali che possono essere utilizzate facilmente. “Il progetto ora è reale, ha uno sviluppo commerciale di vendita, la collezione ha una funzione, perché i capi sono indossabili”. L’intera collezione è ispirata alla mitologia e alla cultura nordeuropea, riprese da un libro distoria e narrativa scozzese. Un’approfondita ricerca di tessuti ha portato all’utilizzo dicoperte in lana fatte di filati molto pregiatiche sono parte della cultura scozzese, tradizionalmente vengono tramandate da generazione in generazione, hanno una forte importanza storica e sociale. Recuperando pezzi di tessuto di queste coperte è stato realizzato un patchwork utilizzato per la produzione di un bomber dal fit morbido, Martina tiene a specificare che dato il recupero dei tessutiogni capo non sarà mai uguale ad un altro, ogni bomber sarà diverso. Sulla linea delloslow fashion e della tradizione, i pezzi in maglia della collezione vengono realizzati con i ferri, a mano in Italia, con applicazioni di fiocchi. I colori saranno sempre gli stessi, ma i maglioni saranno anch’essi differenti gli uni dagli altri. Ad accompagnare la presentazione di questa collezione Martina ha scelto laPasticceria Cremeria Buonarroti, in via Buonarroti 9, a Milano. Cercava un locale storico, la storicità e la tradizione dovevano essere presenti anche nella location. L’appuntamento per la presentazione è stato ad un orario non casuale, alle 17 (se vogliamo mantenere la cultura italiana, o 5pm se vogliamo avvicinarci a quella scozzese), orario perfetto per un afternoon tea accompagnato da pasticcini, in una sala con sedute in tessuto rosa, tavoli con tovaglie che sfiorano i pavimenti, lampade antiche e specchi sfarzosi. Martina si definisce molto legata alle tradizioni, e al tramandare culture e situazioni, le pasticcerie storiche a Milano rappresentano fortemente la tradizione,la pasticceria stessa è una piccola tradizione, un piccolo rituale. Ecco perché un brand di moda presenta la propria collezione in una pasticceria, ecco perché Cavia lo ha fatto. Previous PostDiabolik e il segreto di CadornabySofia Fossati Next PostRÊVES EN PAPIER – L’ode alla carta di CatheclismabySilvia Raimondo

  • Diabolik e il segreto di Cadorna

    Intervista: RBSN ci presenta Muro, il suo ultimo singolobyIrene Lantano Perché un brand di moda presenta la sua collezione in…bySilvia Raimondo Diabolik e il segreto di Cadorna Per gli amanti delre del terrore,Diabolik, lastazione diMilano-Cadornaospita unamostrain suo onore dal 25 marzo 2024 al 24 aprile 2024, visitabile dal lunedì al venerdì dalle ore 13:00 alle ore 19:00. Essa si trova nella galleria a cui si accede sulla destra immediatamente prima dei tornelli. La nascita del mito diDiabolikrisale al1962. Essa è molto connessa alla storia delleFerrovie Norded, in particolar modo, alla stazione diMilano-Cadorna. L’editriceAngela Giussani, osservando i vari pendolari che salivano e scendevano dai treni, decise di comporre unfumetto tascabile di rapida lettura, in modo tale che potesse essere letto nell’arco di tempo necessario per raggiungere il centro del capoluogo lombardo. Inoltre, laCasa Editrice Astorinaaveva sede in passato inVia Leopardi, 25 a Milano: dunque parecchio vicina alla stazione diMilano-Cadorna! Diabolik è famoso per essere il più celebregenio criminaleesistente in assoluto. E’ il protagonista di quest’albo, ma come anche di tutti gli altri fumetti realizzati nel corso della storia. Incarna la tipica figura di un uomo possente, forte, intelligente ed abile nell’architettare degli ottimi piani (nonostante la presenza costante dell’altrettanto intelligenteispettore Ginko). Si tratta di un uomo continuamente cupo ed assorto nei suoi pensieri. E’ solito indossare abbigliamento scuro, ideale per mimetizzarsi facilmente. Al fianco di quest’eccellente assassino, vi è lasua fidanzata,nonché complice:Eva Kant. Lei è una donna incantevole, terribilmente sensuale, bionda con un impeccabilechignonin testa. Entra abitualmente in azione, portando dei pantaloni e un maglione piuttosto pesante, senza alcun particolare capo d’abbigliamento rivelatore. Si tratta di una mostra adingressocompletamentegratuito. L’esposizione ospita una serie dilocandineritraenti alcune pagine di alcuni fumetti diDiaboliked, in aggiunta, anche dellestatuecollocate al centro dello spazio espositivo, rappresentanti le figure ed i personaggi più importanti diDiabolik. Vi è la possibilità ulteriore di accedere ad alcunimateriali online di approfondimento(come immagini, testi e video-interviste) tramite la scannerizzazione del QR code stampato sulla seconda copertina del fumetto o attraverso l’apertura del seguentelink. Tramite la prenotazione al seguentelink, é possibile ritirare (fino ad esaurimento scorte) lapropria copia dell’alboDiabolik e il segreto di Cadorna, scritto daMario Gomboli(illustre soggettista diDiabolik, oggi direttore editoriale dellaCasa Editrice Astorina). Le illustrazioni sono realizzate dall’apprezzatissimo disegnatoreRiccardo Nunziati. In seguito al 24 aprile 2024, il fumetto ed i materiali di approfondimento digitali costituiranno parte del patrimonio culturale delleFerrovie Nord, trovando posto in uno spazio apposito delMuseo Virtuale. In sostanza, si tratta di una mostra davvero interessante, la quale nonostante l’estrema brevità, permette al pubblico appassionato di far conoscere un briciolo della storia che si nasconde dietro alla nascita del mito dell’unico ed inconfondibile ladro Diabolik! Diabolik è un criminale, non un giustiziere. Previous PostIntervista: RBSN ci presenta Muro, il suo ultimo singolobyIrene Lantano Next PostPerché un brand di moda presenta la sua collezione in…bySilvia Raimondo

  • Intervista: RBSN ci presenta Muro, il suo ultimo singolo

    La Sala Professori – un film che riflette l’odierna societàbySofia Fossati Diabolik e il segreto di CadornabySofia Fossati Intervista: RBSN ci presenta Muro, il suo ultimo singolo In occasione dell’uscita del suo ultimo singoloMuro, abbiamo avuto l’occasione di intervistare Alessandro Rebesani in arteRBSN, artista romano dal sound internazionale, frutto delle influenze culturali legate ai luoghi che ha visitato e in cui ha vissuto. Muro rispecchia questa anima multi-culturale, rappresentando un dialogo tra Alessandro che canta in inglese eMarco Castellole cui strofe sono scritte in siciliano. Questo singolo arriva dopo due anni dall’uscita dell’albumStranger Dayse rappresenta il primo tassello di un progetto che si svilupperà nei prossimi mesi. Crescendo mi sono allontanato un po’ dalla mia radice. Sono stato molto influenzato dai miei genitori che mi hanno comunicato molta creatività. L’epifania che ho avuto da bambino nasce con il cinema e come è raccontata la musica nel cinema. Ci sono alcuni film in particolare che mi hanno influenzato comeAlmost FamouseSchool of Rock. In adolescenza poi ho scopertoJeff Buckley, Jimi Hendrixe ho cominciato a scrivere delle cose, ispirandomi a loro. In generale l’ispirazione è continua, è sempre in evoluzione,ci si innamora sempre di qualcosa. Si si, assolutamente. Mi appassiona molto tutto ciò che è visivo. InStranger Days, ma in generale nei miei lavori, credo sia molto importante che ci sia comunque una trama visiva oltre che musicale. Diciamo che ci ho pensato ma non ho mai finalizzato questo pensiero, anche perchécon la musica sono sempre molto felice.ConODD Clique,che è la label che ha curato il release del singolo mi occupo di svariate cose. Adesso che sono più grande la vedo con occhi diversi. Diciamo che la città alla lunga non fa troppo bene soprattutto alla musica. Io ho vissuto all’estero ma ho scelto di tornare qui perché avevo una squadra che funzionava. Roma per me è unporta-gioie,ci sono molte cose e persone che hanno influenzato la mia musica e mi hanno permesso di costruire la mia poetica. Però ogni tanto mi sta stretta, per cui ho bisogno di allontanarmi, fare un giro e poi tornare. Sicuramente ultimamente sento che qui si sta creando una scena musicale che si sta sempre più espandendo. Per cui negli ultimi due anni è diventato molto più stimolante, però devi saper dove andare. Non è stata costruita, era già lì. Nasce con un ritiro di RBSN come progetto, quindi con il supporto diFederico Romeoche suona la batteria in diversi lavori. Siamo andati a Scilla, un luogo fantastico, abbiamo allestito la casa a mo’ di studio. La presenza di Marco è stata una sorpresa, speravamo venisse ma non ne eravamo sicuri, però è stato molto importante. In quei giorni ero un po’ bloccato con lui e lavorare con lui, dividendoci anche un po’ le parti, ci ha portato a scrivere il brano con estrema facilità, nell’arco di cinque ore. Poi ovviamente registrarlo e ultimarlo ha richiesto un po’ più tempo. Le strofe le abbiamo scritte separatamente, infatti se noti il brano è un botta e risposta tra me lui. La cosa interessante è che anche avendo lavorato separati abbiamo scritto sugli stessi argomenti e questo permette al brano di funzionare. L’abbiamo chiamatoMuroma in realtà il muro non c’è, anzi è stato un processo di scrittura molto sincero, naturale, senza pressioni. Perché nei versi di Marco sono presenti diversi modi di dire tipici siciliani e in un verso in particolare c’è il riferimento a“se parlo con te è come parlassi col muro”il modo di dire siciliano. Ci abbiamo pensato un po’ e abbiamo sceltoMuroin riferimento anche al discorso di due lingue differenti che si incontrano. Io non avevo mai sentito l’unione di inglese e siciliano. Si, Marco ci gioca sempre ha scritto anche altri brani in siciliano. Soprattutto in questo caso, in cui si apre una finestra sui modi di dire che usa nel quotidiano, risultava facile e divertente. Poi il siciliano era la fonetica più presente nella casa nel periodo della scrittura, per cui quei suoni risultavano spontanei. Ho scritto qualcosina in italiano, ma mi sfugge sempre un po’, diciamo che ci riesco a lavorare meglio quando lavoro con gli altri. Con l’italiano resto più vago, mentre l’inglese mi permette di finalizzare meglio ciò che voglio raccontare. Io tendo a scrivere quando sono innamorato, in senso generale, o arrabbiato. Diciamo alla base della scrittura di un brano c’è unsentimento forte,che riesci anche a ricostruire se non sta accadendo in quel momento della tua vita. Una cosa che funziona molto bene, soprattutto come stimolo, è scrivere collettivamente, Marco in questo senso è stato anche uno “strumento” per me. Dalla condivisione nasce sempre qualcosa. Bisogna anche essere bravi a sperimentare, a cercare nella forma qualcosa che ti porti a costruire cose nuove. Nella fotografia si sfrutta la tecnica, nella musica usi il suono, anche per giocare con chi ti ascolta. Ciascun suono può far si che a seconda del tipo di musicista, arrivi un certo tipo di ispirazione. L’altro giorno, giocando al computer ho trovato un campionamento di chitarra, molto evocativo, ci ho scritto su il testo e ora è diventato un pezzo che suoniamo in giro da diversi mesi e ne siamo molto contenti. Bisogna star attenti a tener sempre le orecchie aperte Diciamo che è proprio il mercato musicale che è un controsenso. Si alla base c’è questa contraddizione. Poi ci sono anche musicisti che fanno uscire dischi in continuazione tutti di grande qualità, penso aiBlack Keysper esempio. C’è della gente tagliata per questi ritmi, il problema del mercato è che altra gente non lo è. Il punto è costruirsi un living che funziona e una pratica serena, non puoi passare il tuo tempo a pensare che vuoi essereLady Gaga, per dire. Forse,Runnin‘ deiPharcydeche è un brano molto hip hop. AncheLover, you should’ve come over, se l’avessi scritta io ne sarei molto felice Sergio Sonniche ha scrittoMeditazioni sullo scorpione, un libricino fantastico con uno stile molto prezioso, poi io sono anche dello scorpione quindi l’ho comprato mosso anche da quello. Ora sulla scrivania hoAnimadiJames Hillmane un libro che consiglio sempre èIl mito di SisifodiAlbert Camus. Mi è stato regalato perché quando ho scrittoMove, c’è un’ispirazione molto forte a questo mito e nel libro Sisifo rappresenta una metafora del lavoratore, quindi lo raccomando fortemente anche perché ha uno stile stupendo. Allora esce un singolo al mese fino a giugno. Il 5 aprile arriva il lato B di muro che si chiamaBabaneroed è già possibile acquistarlo. Anche Babanero è stato scritto collettivamente e rappresenta un po’ il concetto di festa. A maggio esceThis Lifeun brano molto speciale e a giugno esce un brano scritto conEmanuele Triglia. Ho scritto anche un album ma stiamo cercando di capire quando cominciare a registralo. Sicuramente nei prossimi mesi passeremo anche per Milano Noi ringraziamo Alessandro evi intiamo a seguire i suoi social per non perdervi nulla: Previous PostLa Sala Professori – un film che riflette l’odierna societàbySofia Fossati Next PostDiabolik e il segreto di CadornabySofia Fossati