Categoria: Mostre ed Eventi

  • Fabrizio Plessi: grande video installatore contemporaneo

    Van Gogh: The Immersive Experience a MilanobySofia Fossati Fabrizio Plessi: grande video installatore contemporaneo LaSala delle Cariatididel Palazzo Reale di Milano ospita dal 27 giugno 2023 al 10 settembre 2023 un’esposizione artisticacompletamente gratuita ed inerente allavideo art, di cuiFabrizio Plessiè l’esponente contemporaneo più rilevante. Lavideo artè una forma d’arte, basata sullo sfruttamento di immagini riprodotte in movimento, attraverso strumentazioni video (anche sonore). Nasce a partire dallaseconda metà degli anni ‘60 del 1900, grazie anche all’avvento del video. Il termine video art è stato coniato dal mercato generale newyorkese. La produzione di video art si avvale di varistrumenticome diversi computer, schermi al plasma, ma anche schermi dalla dimensione più ridotta. Si creano così proiezioni digitali sempre più luminose, talvolta anche interattive in modo tale da permettere al pubblico di divenire parte integrante dell’opera stessa. Esistono, poi,forme espressive differentidi video art come: le classiche video installazioni, le performance, i video ambienti, le video sculture, i cortometraggi o lungometraggi, ma anche la video poesia. Oltre al rinomato Fabrizio Plessi, sono presenti anchealtrinumerosisperimentatoridi questo genere artistico. Si spazia dal panorama italiano (conVincenzo Agnettie Gaetana “Ketty” La Rocca), fino a quello internazionale (conMarina Abramović, Stephen Partridge eBill Viola). Fabrizio Plessi, uno dei più grandi esponenti italiani dellavideo art, nasce a Reggio Emilia nel 1940. Opera sia in Italia (specialmente a Venezia), sia in Germania, occupandosi anche di spettacoli e film sperimentali. I suoitemiprevalenti sono l’acquae ilfuoco, esposti spesso su schermi alquanto estesi. Si cimenta anche nell’impiego di particolarimaterialicome: legno, pietre, acciaio, ferro arrugginito, paglia e molti altri ancora. Fin da subito, intraprende unacarriera artistica, diplomandosi prima al Liceo Artistico presso la sua città natale e, poi, laureandosi all’Accademia di Belle Arti a Venezia. Successivamente, nel 2000 partecipa all’Expo di Hannover, realizzando un’altissima installazione di 44 metri ed inserendola, poi, nel padiglione italiano. Si tratta dell’operaMare Verticale, rappresentante un flusso di acqua blu continuo che scorre incessantemente. Dopo 11 anni, Plessi decide di curare ilPadiglione Veneziain onore della54ª Biennale di Venezia. Per quest’occasione, progetta degli schermi proiettanti dei flussi di acqua installati su delle barche esposte verticalmente. Un’altra delle sue opere più famose èCasa Cadente, posta in Piazza Bonini a Soveria Mannelli nel 2007, per i 200 anni compiuti dal comune calabrese. Raffigura la facciata di una casa cadente, le cui finestre sono due schermi – ora non più funzionanti – che proiettano immagini di acqua e di fuoco. Nel 2013, ilMuseo Plessiviene inaugurato presso l’Autostrada del Brennero. Al suo interno sono presenti in una mostra permanente disegni, video ed installazioni del video installatore. Il museo, in realtà, è una stazione di servizio autostradale situata nelle vicinanze dell’antica dogana italo-austriaca e si può, quindi, raggiungere solo e soltanto percorrendo l’autostrada A22. Levideo installazionidella mostra sono tutte racchiuse all’interno dellaSala delle Cariatididel Palazzo Reale a Milano. Lo spettatore si ritrova, dunque, di fronte a bendodici strutturein acciaio, alte 9 metri e dedicate aimari dell’intero pianeta: i cosiddettiMari Verticali. Nello specifico, si tratta dibarche giganteschecon all’interno vari schermi televisivi su cui scorronoflussi continui d’oro: una vera e propria luce per gli occhi. Lebarchesono leggermenteinclinate, andando a rappresentare, quindi, lacondizione umana di incertezza ed instabilitàcontinua. Al contrario, iflussi doratisimboleggiano l’unica via di salvezza. In sostanza, l’oro terrestre è l’acqua che si esaurirà prima o poi se si rimane indifferente ai vari disastri ambientali odierni. Attraverso quest’esposizione artistica, Plessi lancia unaforte messaggio: gli oceani sono una ricchezza enorme e preziosa per il futuro, che andrebbero preservati come patrimonio inestimabile. Il mio lavoro è quello di un singolare alchimista che unisce materiali tipici della sfera dell’arte – come il ferro, il legno, il marmo – con l’iridescenza della tecnologia e dell’elettronica. Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.I campi obbligatori sono contrassegnati* Previous PostVan Gogh: The Immersive Experience a MilanobySofia Fossati

  • Van Gogh: The Immersive Experience a Milano

    Giovanni Truppi in concerto al Castello SforzescobyEnrica Barbieri Fabrizio Plessi: grande video installatore contemporaneobySofia Fossati Van Gogh: The Immersive Experience a Milano Dopo tanta attesa,Van Goghtorna finalmente a Milano con unamostra immersiva, attirando visitatori da tutte le parti. L’esposizione artistica si tiene presso il centro eventiLampo Scalo Fariniin Via Valtellina a Milano. Durerà fino alla fine di settembre 2023, ma occorre affrettarsi onde evitare di perdersi questa incredibile mostra. Vincent Van Goghnasce a Zundert nel 1853 e muore a Auvers-sur-Oise nel 1890 a soli trentasette anni, dopo aver sofferto per vari anni didisturbi mentali. Rimane uno dei maggiori pittori olandesi in assoluto. Durante la sua vita alquanto turbolenta, realizza molte opere, dipinti, schizzi non portati a termine, ma anchenumerose stampe dall’ispirazione giapponese. Inizialmente, l’artista dovette lottare contro la severità di suo padre (un pastore protestante) per potersi dedicare esclusivamente all’arte a partire dall’età di ventisette anni. Tra i suoi soggetti tipici, si trovano svariatiautoritratti(comeAutoritratto con l’orecchio bendato,Autoritratto con cappello di feltro grigioedAutoritratto con cappello di paglia),nature morte floreali(comeVaso di iris su sfondo giallo),paesaggi con cipressi(comeCampo di grano con cipressieNotte stellata) o concampi di grano(comeCampo di grano con volo di corvi). Si ispira anche al realismo dei pittori dellaScuola di Barbizon. Van Gogh, assieme anche aPaul Gauguin(grande compagno di vita del pittore), appartiene alla corrente artistica delpost-impressionismo. Si colloca tra il 1886, anno dell’ultima mostra impressionista, e il 1905, anno della prima mostra espressionista. Questo filone artistico supera quasi tutti i caratteri fondamentali dell’impressionismo, puntando maggiormente sullalibertà d’uso del colore. Questa rapida tecnica pittorica prevede la stesura di opereen plein air(cioè all’aperto). Van Gogh è stato uno dei tanti artisti, come ancheCaravaggiooAmedeo Modigliani, a divenirefamosoe veramente apprezzato solo e soltantodopola suamorte. La sua genialità artistica emergerà solo dopo la fine della sua vita. Il turista, non appena entrato, si sente completamente immerso a 360° nell’arte post-impressionista. Prova una sensazione dimeraviglia, di incanto e diserenitànell’osservare tutto ciò. Inizialmente, allo spettatore viene data la possibilità di rimanere incantato di fronte a delleriproduzionidi alcuni dei quadri più celebri dell’artista (come ad esempio:Notte stellata,Notte stellata sul Rodano,Campo di grano con volo di corvi,Terrazza del caffè la sera, Place du Forum, Arles, tante diverse varianti deI Girasoli, alcune stampe giapponesi e numerosi dipinti di fiori variopinti). Dopodichè, vi è una rappresentazione reale della famosissimaCamera di Vincent ad Arles. Successivamente, l’attenzione del visitatore viene catturata da tresale virtualie spettacolari, rese grazie alle varie proiezioni deI Girasoli, ma non solo. Infatti, le altre due sale permettono al turista di acculturarsi, riuscendo a conoscere ancora più dettagli della vita di Van Gogh. Inoltre, in queste sale sono presenti anche delle comode sedie e tappetini su cui rilassarsi. Così, si conclude l’experiencevangoghiana, ma non è finita qui. Infatti, te lettore, se hai ancora voglia di un’ulteriore avventura del genere, tieniti pronto! Si svolgerà a Milano unamostra immersivainerente all’impressionismo diClaude Monetfino alla fine di dicembre 2023. Infine, il MuseoMudeca Milano ospiterà unamostradi Van Gogh dal 21 settembre 2023 al 28 gennaio 2024. È raro che si tengano esposizioni artistiche di Van Gogh a Milano, perciò affrettati ad andare se hai voglia di intraprendere un altro viaggio nella sua arte! Nella mia febbre cerebrale o follia, non so come chiamarla, i miei pensieri hanno navigato molti mari. Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.I campi obbligatori sono contrassegnati* Previous PostGiovanni Truppi in concerto al Castello SforzescobyEnrica Barbieri Next PostFabrizio Plessi: grande video installatore contemporaneobySofia Fossati

  • Project Revelation: una mostra gratuita da non perdere

    Dalíland: un film rivoluzionario su Salvador DalíbySofia Fossati Intervista | Andrea Poggio: il futuro nel suo nuovo albumbyRadio Bicocca Project Revelation: una mostra gratuita da non perdere Milano, come tutti sappiamo, è un po’ croce e delizia e tra le tante criticità offre anche diverse opportunità, soprattutto in ambito culturale. Sono tante infatti le mostre a cui è possibile accedere. Tra queste ci preme segnalarvi una nuova mostra gratuita:Project Revelation by The Prism. The Prismnasce come un progetto, una sorta di avatar del suo creatoreStefano Simontacchi, noto avvocato milanese. The Prism vuole offrire agli spettatori un punto di vista anticonvenzionale su come concepire la vita e l’io. Non è l’artista che impone a chi guarda il suo punto di vista maè arte che si offre alle persone, lasciando che esse siano libere di sentire e vedere ciò che le opere suscitano in loro. Il progetto The Prism è infatti investito di una fortissimaspiritualitàche subisce l’influenza dell’arte sciamanica e che guida le persone in quello che potremmo leggere come un viaggio meditativo ed esoterico. In concomitanza con la mostra, The Prism ha presentato anche l’omonimo cortometraggio con protagonistaMalika Ayane, in cui viene espresso ilsenso enigmatico racchiuso nella mostra. La mostra è caratterizzata dasette stanzeconcepite come un percorso all’interno dell’io di ciascuno di noi, un viaggio verso la conoscenza personale più profonda. Il percorso infatti andrebbe affrontato insolitudine, con unico accompagnamento la voce dell’artista come guida. InfattiProject Reveletionnon è solo un viaggio visivo: viene stimolato anche l’udito dello spettatore a cui a inizio del percorso vengono fornite delle cuffie da tenere per tutta la durata della mostra. All’interno delle stanze la guida dell’artista ci aiuta a comprendere il significato delle singole opere e permette allo spettatore di essere completamenteimmersonell’esperienza. La mostra si tiene in Via San Vittore al Teatro 3, molto vicina a Piazza Affari. L’esperienza è completamentegratuitae sarà possibile visitarla fino al 28 luglio dalle 11 alle 22. Il nostro consiglio è di approcciarsi alla mostrasenza giudizio e senza aspettativeper provare a lasciarsi andare il più possibile. SicuramenteProject Revelationè un qualcosa di unico nel suo genere e un modo per vivere un’esperienza diversa dal solito. Se conoscete altre mostre simili potete consigliarcele qua sotto nei commenti. Nel frattempoquipotete trovare altri consigli direttamente dalla nostra redazione. Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.I campi obbligatori sono contrassegnati* Previous PostDalíland: un film rivoluzionario su Salvador DalíbySofia Fossati Next PostIntervista | Andrea Poggio: il futuro nel suo nuovo albumbyRadio Bicocca

  • La Pace Preventiva: la mostra di Michelangelo Pistoletto a Palazzo Reale

    Evra, ciò che cerco di nascondere è il nuovo EPbyRadio Bicocca Le serie comedy da sessionebyCarola Mangiarotti La Pace Preventiva: la mostra di Michelangelo Pistoletto a Palazzo Reale LaSala delle CariatididiPalazzo Realea Milano ospita dal 23 marzo 2023 al 4 giugno 2023 diverse opere suggestive, realizzate e firmate daMichelangelo Pistoletto(nato nel 1933). L’arte povera(termine coniato daGermano Celant, critico d’arte genovese) è una delle Seconde Avanguardie. Nasce in Italia nel 1967, anno d’inaugurazione della prima esposizione artistica alla Galleria d’ArteLa Bertescaa Genova. I più grandi esponenti-sperimentatori di questo movimento artistico sono:Mario Merz, Pino Pascali, Giuseppe Penone e, naturalmente, Michelangelo Pistoletto. Sono per lo più piemontesi e si consolidano sotto unpreciso profilo ideologico. Puntano sull’utilizzo dimaterialidefinitipovericome rottami, rami d’albero, oggetti riciclati, terra, grasso, fango, stracci e molto altro ancora. Sono raccolti dalla natura o presi anche dalle fabbriche. Vogliono stabilire unlegame diretto con la materiastessa, riscoprendone l’energia primordiale contenuta nelle sue forme più primitive. Questi artisti realizzano prevalentemente installazioni per creare connessione tra l’opera stessa e l’ambiente circostante, attraverso semplici meccanismi. Lottano contro la Pop Art, la più ricca società consumistica e il mondo capitalistico. Questo filone artistico persiste fino al 1972. Ma spostiamoci a Palazzo Reale. Fin da subito, il turista si immerge all’interno di unlabirintorealizzato mediante la disposizione di vari cartoni ondulati sull’intera area espositiva. Il labirinto simboleggia sia ilviaggio interiore, sia ladualità“mostro e virtù”celata all’interno di ciascun individuo. L’attenzione è catturata immediatamente da diverse installazioni. NellaVenere degli Stracci, vi è la copia di una delle veneri più famose dell’arte classica. E’ voltata di spalle rispetto allo spettatore e guarda un mucchio di stracci, ossia vestiti usati e poi accatastati. Venere (dea della bellezza) rappresenta il passato e il valore, mentre gli stracci simboleggiano il presente e lo scarto. L’usato esprime la vita portata addosso dalla gente.La Mela Reintegratamostra il percorso epocale che l’umanità sta vivendo. La cucitura sprona a fondere il mondo artificiale con quello naturale. Un’opera molto particolare èconTatto, raffigurante una mano che indica e tocca l’angolo dello specchio in cui è riflessa la stessa mano. E’ un richiamo allaCreazione di Adamodi Michelangelo Buonarroti. Dopodiché,Love Difference – Mar Mediterraneoespone al pubblico un tavolo specchiante circondato da sedie provenienti da diversi paesi che si affacciano sul Mar Mediterraneo. In seguito,Mappamondospinge a riflettere sulla circolazione globale delle informazioni. Pistoletto mette in luce anche variQuadri Specchianti, cioè specchi applicati alle pareti con diverse figure umane incollate. Lo spettatore, così specchiandosi, entra a far parte dell’opera stessa. La dualità emerge tra l’oggetto e lo specchio. Successivamente, alzando lo sguardo verso l’alto, il visitatore osserva ilTerzo Paradiso(ossia il simbolo matematico dell’infinito, ricoperto da tante stoffe colorate), probabilmente l’opera più emblematica dell’artista. Un piccolo cerchio simboleggia la natura relazionata all’“IO”, mentre l’altro rispecchia l’artificio relazionato al “TU”. L’unione di essi fa nascere lasostenibilità, ossia il “NOI”. L’opera rappresenta l’eterno conflitto presente in ciascun ambito della vita e si sintetizza nella fondazione di una nuova realtà armoniosa. Il visitatore riflette sulla corretta proporzione tra uomo e natura, al fine di costruire un mondo ben equilibrato. Infine, il pubblico utilizza la stessa porta d’entrata per uscire dal labirinto. Il linguaggio artistico usato è in grado di trasmettere alcuni deivalori umanipiù significativi: libertà, democrazia e tutela generale dei diritti fondamentali. Sono princìpi chiave indispensabili per garantire laconvivenza pacifica tra gli uomini. Si tratta di un’opportunità per comprendere cosa sia laPace Preventiva. E’ da intendere non soltanto come una parentesi tra due guerre, ma come ilclassico stato naturale della società. E’ un’idea molto contemporanea collegabile all’attuale situazione tra la Russia e l’Ucraina. Analizzando e studiando l’Uomo, come faceva anche il celebre filosofoImmanuel Kant(1724-1804), si può comprendere se la visione di un mondo migliore debba rimanere semplicemente un’utopia o possa concretizzarsi realmente. In sostanza, attraverso quest’esposizione artistica, Pistoletto diffonde un messaggio al mondo intero per garantire la formazione di un fenomeno collettivo che possa creare un nuovo futuro. “L’arte e la società sono continue relazioni tra elementi diversi.” Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.I campi obbligatori sono contrassegnati* Previous PostEvra, ciò che cerco di nascondere è il nuovo EPbyRadio Bicocca Next PostLe serie comedy da sessionebyCarola Mangiarotti

  • Alla scoperta del Museum of Dreamers

    FOMO: cos’è la Fear of Missing Out?byCarola Mangiarotti Intervista | I Frammenti di Marco JamorettibyAreeba Aksar Alla scoperta del Museum of Dreamers Il 27 marzo 2023 è stato l’ultimo giorno per recarsi presso ilMuseum of Dreamers, un ampio ambiente dedicato almondo dei sogniin cui il pubblico si è immerso. All’interno del Museum of Dreamers, il visitatore ha intrapreso unviaggio interiore, addentrandosi in varie stanze aventi ciascuna unafrasechiave identificativacon la funzione di spronare la persona a mantenere salda la convinzione nel raggiungere il proprio sogno. Inizialmente, lo spettatore è stato sorpreso da un pannello viola con varie citazioni di scrittori e pittori. Al centro, vi era una citazione diWalt Disney: “Se puoi sognarlo, puoi farlo!”. In seguito, il tour è cominciato dalla prima stanza: “Old ways won’t open new doors”. Il turista ha potuto così riflettere sull’importanza di puntare sempre a nuovi obiettivi e raggiungerli senza timore, non guardando mai indietro e avendo costantemente uno sguardo al futuro. L’installazione successiva luminosa era chiamataFree your power, motto che ha spronato a ragionare sull’energia da irradiare verso l’esterno. Ciò è stato realizzabile anche grazie agli specchi che moltiplicavano la figura. Un’altra installazione era intitolataChange Perspective, totalmente al contrario, col pavimento al posto del soffitto, con una pianta e un divano capovolti. Il pubblico ha tentato momentaneamente di cambiare prospettiva sul proprio destino, per capire quanto il cambiamento possa influenzarlo. Dopodiché, un neon con la scritta “Never stop Dreaming” è saltato subito all’occhio. Qui si ha avuto l’opportunità di immergersi nel mondo dei sogni, sdraiandosi sul letto e scrivendo il proprio sogno su un diario affinché, un domani, possa avverarsi. Successivamente, un oggetto dall’aria vintage ha catturato l’attenzione del visitatore. Si tratta di un antico telefono con la scritta “Yours dreams are calling you”. La frase lascia intendere come al giorno d’oggi sia estremamente importante “non dormire mai”, stare sempre attivi e cercare di “non perdere mai la chiamata”. Se persa, può costare parecchio cara nella vita. Proseguendo con la visita, lo spettatore ha potuto dondolarsi su un’altalena bianca avvolta da un cielo immenso in una stanza denominataSky is not the limit. Questa frase motivazionale vuole incentivare il sognatore a non porsi nessun limite (nemmeno il cielo), al fine di andare oltre, abbattendo qualsiasi tipo di ostacolo. Andando avanti nello spazioNever give up, il turista è circondato da tanti sacchi da colpire. Ognuno di essi rappresenta un’emozione o uno stato d’animo da sconfiggere come stress, paura, panico, ansia o preoccupazione. Il messaggio è quello di provare a eliminare ogni tipo di barriera che non permette di raggiungere il proprio scopo. Seguendo il percorso e salendo pochi gradini, il pubblico ha ammirato l’installazione chiamataDo what you love. Si tratta di un grande cuore blu che invita a fare liberamente ciò che più si ama. Il visitatore, poi, ha percorso una lunga scalinata per giungere fino a una luna in neon, il tutto a simboleggiare il fatto che, per raggiungere una meta, occorrono tempo e fatica e che, solo “Step by Step”, è possibile farlo. Le due strutture intitolateChoose your happinesseThe Stage is yourserano collegate. L’idea era incoraggiare lo spettatore a scegliere di essere felice e a essere l’unico protagonista della propria vita, senza limitarsi a osservare quella altrui. Nello spazio denominatoSparkle Moreil turista si è trasformato in un ballerino, scatenandosi a ritmo didisco music, esprimendo gioiosamente la propria personalità. Un lungo tunnel fiorito e incantato definitoBelieve in Magicha riportato alla mente del pubblico la magia dell’infanzia, tramite la quale anche i desideri più grandi possono concretizzarsi. Infine, come ultima installazione, vi era un’enorme vasca piena di palline rosa chiamataEnjoy Today. Lanciandovisi dentro si ritorna bambini, cercando di vivere ogni istante con leggerezza e avendo sempre in mente il proprio sogno. Ilvisitatore-sognatore, così, non ha solo visitato una semplice mostra, ma ha compiuto una vera e propriaexperiencea 360°, capace di suscitare in lui migliaia di sensazioni tra allegria, euforia e spensieratezza. Ha capito l’importanza di avere un obiettivo nella vita, di trovare i mezzi necessari per raggiungerlo e di non mollare mai davanti a una complicazione. Lachiave fondamentaleè quella di non smettere mai di credere in se stessi e di non prestare attenzione alle critiche altrui non costruttive che non migliorano la persona. In conclusione, lo staff del museo si è offerto gentilmente di scattare ricordi fotografici a tutti i turisti. Il consiglio che do a te, lettore, è quello di non lasciarti sfuggire altre esperienze simili a Milano! Fino a giovedì 27 aprile 2023 è presente ilBubble World(mostra immersiva a tema bolle). Ti raccomando anche ilMuseo delle Illusioni, ideale per chi vuole imbattersi in un viaggio all’interno del mondo della percezione ottica umana. “Il tuo unico dovere è salvare i tuoi sogni.” Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.I campi obbligatori sono contrassegnati* Previous PostFOMO: cos’è la Fear of Missing Out?byCarola Mangiarotti Next PostIntervista | I Frammenti di Marco JamorettibyAreeba Aksar

  • Andy Warhol: un artista diverso dagli altri

    Tutti parlano di Jamie: l’intervista al regista Piero Di BlasiobyJessica Amianto Barbato Live Report | Auroro Borealo: il suo tour NON negli…byEnrica Barbieri Andy Warhol: un artista diverso dagli altri Se si ha l’opportunità di soggiornare a Milano durante il periodo primaverile, è quasi impossibile perdersi le opere esposte fino al 10 aprile 2023 allaFabbrica del Vaporee firmate daAndy Warhol(1928-1987), il più grande esponente dellapop art. Lapop artè una corrente artistica nata negli Stati Uniti d’America e in Europa fra la fine degli ‘50 e l’inizio degli anni ‘60 del Novecento. I maggiori esponenti di questo movimento artistico provengono sia dall’America (Roy Lichtenstein, oltre a Warhol) sia da nazioni europee (lo svedese Claes Oldenburg e il londinese Richard Hamilton). Essi, rivolgendosi direttamente alla massa (ecco spiegato l’aggettivo ricorrente“commerciale” attribuito a questo filone artistico), esprimono l’avanguardia della società attraverso capolavori artistici. Warhol e gli altri colgono l’ispirazione daoggetti prevalentemente appartenenti alla vita quotidiana(automobili, televisori, lattine, vestiario, cartelloni pubblicitari ma anche ritratti di persone famose), realizzandoli al di fuori dal loro ambiente naturale. In generale, si è in un periodo storico di cambiamento e si sta vivendo un’epoca di intensa industrializzazione. Il loro obiettivo è delineare questonuovo mondocon al centro la figura delconsumatore. Dipingono con colori accesi e squillanti in modo tale da mascherare il sentimento diangoscia esistenzialetipico della società dei consumi. Andy Warhol sperimenta molto sia nell’ambito dei soggetti ritratti sia nell’ambito delle tecniche di pittura. La più importante è laserigrafia. Quest’ultima, inizialmente, prevede che il pittore ingrandisca e isoli l’immagine da lui scelta e, successivamente, esegua una ripetizione in serie variando la luminosità della figura. Così, Warhol viene considerato agli occhi di tutti una “macchina” e non più tanto un artista. Il nome scelto per la mostra vuole richiamare il concetto dellapubblicità(tema molto a cuore all’artista), sempre più al centro dellasocietà consumistica. All’interno delle svariate sale, si ha la possibilità di viaggiare nel passato, con l’aggiunta di canzoni tipiche di quegli anni. In primo luogo, il visitatore può ammirare la famosissimaArt Car-Bmw M1dell’artista. Poi, si prosegue con una serie di suoi ritratti e varie serigrafie diMao Zedong(Presidente del Partito Comunista Cinese dal 1945 al 1976), di fiori variopinti e della splendida attriceMarilyn Monroe, diventata già all’epoca una vera e propria icona da adorare (quasi come fosse un simbolo religioso). Le immagini di gente dello spettacolo, tra cantanti, attori e modelle, non finiscono qui. Andando avanti è possibile notare innumerevoli polaroid e foto ritraenti Ryan O’Neal, Sean Lennon, Apollonia Von Ravenstein, Ron Wood, Jerry Hall, Arnold Schwarzenegger,Sylvester Stallone, Fran Lebowitz, Karl Lagerfeld,Jean-Paul Gaultier, Gianni Versace,John Travolta, Michael Douglas e Yoko Ono. In secondo luogo, salta subito all’occhio la rinomata lattina di zuppaCampbell’s Soup, che diventa col tempo l’emblema cardine della civiltà americana. In terzo luogo, il turista comprende il notevole legame tra l’artista e la musica. Infatti, durante gli anni dellaSilver Factory(suo studio originario), l’artista diviene il manager a tutti gli effetti della rock bandThe Velvet Undergrounde ne elabora la cover con la banana. Inoltre, crea la copertina anche dell’albumSticky FingersdeiRolling Stones, considerata attualmente la cover più illustre dell’intera storia musicale moderna. Infine, circolando nelle ultime sale, si riconosce un altro tema fortemente caro all’artista: lamoda. Mediante la collaborazione con differenti riviste di moda (Harper’s Bazaar,Vogue,NewYorkereGlamour), egli inizia a lavorare come illustratore e grafico pubblicitario. Disegna vestiti, giacche, camicie, guanti, scarpe col tacco e ballerine. Ad ogni numero di scarpe disegnato veniva corrisposta una determinata somma di denaro corrispondente a un suo iniziale profitto. In conclusione, questa mostra non è solo un modo per scoprire semplici opere di Andy Warhol, bensì anche una maniera per capire il suo “essere diverso dagli altri“. A differenza di altri pittori comeVincent Van Gogh, Amedeo Modigliani o Caravaggio apprezzati e divenuti famosi per lo più dopo la loro morte, Warhol è stato uno dei pochi che durante la sua vita ha saputo farsi strada nel mondo dell’arte e della pubblicità, oltre a farsi apprezzare come persona. Ha mantenuto, dunque, un tenore di vita dignitoso commisurato al suo guadagno: in sostanza, un “artista-imprenditore“. “Tutti gli scandali aiutano la pubblicità, perché non c’è migliore pubblicità della cattiva pubblicità.” Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.I campi obbligatori sono contrassegnati* Previous PostTutti parlano di Jamie: l’intervista al regista Piero Di BlasiobyJessica Amianto Barbato Next PostLive Report | Auroro Borealo: il suo tour NON negli…byEnrica Barbieri

  • Parliamo di donne musulmane: World Hijab Day

    Intervista | Guidoboni racconta “Bella Figura”byAngela D’Addio Bi UP | Her SkinbyEnrica Barbieri Parliamo di donne musulmane: World Hijab Day Il primo febbraio è ilWorld Hijab Day, giorno celebrato in 190 paesi e dedicato alledonne musulmane. Si tratta di una ricorrenzaintrodotta nel 2013che pone accento sulla discriminazione nei confronti della religione musulmana. Facciamo un salto nel tempo di esattamente dieci anni: è il primo febbraio del 2013 eNazma Khan,newyorkese originaria del Bangladesh, lancia un appello rivolto a tutte le donne indipendentemente dal background di provenienza, nazionalità o professione religiosa. Chiede loro di portare il velo musulmano per un giorno intero. È una sfida ma non provocatoria. L’obiettivo sarebbe quello di vestire, letteralmente, i panni delle donne musulmane e vivere la loro quotidianità per notare quante discriminazioni, pregiudizi e stereotipi subiscono. L’evento riscuote un grande successo e infattinel 2017, lo Stato di New York dichiara la Giornata Mondiale dell’Hijab. L’anno successivo il Parlamento scozzese ospita una mostra di tre giorni per celebrare la giornata e nel 2021, anche le Filippine designano il 1° febbraio come World Hijab Day. L’hijab un velo utilizzato dalle donne musulmane per coprirsi la testa e le spalle. Esistono diversi modi di portare l’hijab, variano a seconda della cultura di provenienza e dei gusti personali. Il termine è arabo e letteralmente significa “divisorio”o“tenda”. IlCorano, libro sacro per l’Islam, fornisce linee guida su come il fedele dovrebbe comportarsi e vestirsi nella vita di tutti i giorni. I dotti religiosi hanno spesso interpretato alcuni suoi versetti e fornito come indicazione quella di coprirsi il capo per le donne. Non c’è dubbio che a volte l’hijab è stato utilizzato come strumento di oppressione da parte di tiranni e conservatori, ma la società occidentale ha finito con generalizzare questa situazione e applicarla in ogni contesto. Come risultato si è diffusa la convinzione per cui il velo sia sempre e comunque un’imposizione, che le donne non abbiano libertà di scelta e siano soggiogate da uomini in famiglie patriarcali. Ovviamente non è così. A tutto questo si è aggiuntol’aumento dell’islamofobiadopo l’11 settembre e a pagarne il prezzo sono proprio le donne musulmane. Non sanno bene da cosa difendersi, se dalla percezione esterna di essere considerate come sottomesse o dagli sguardi taglienti di chi le considera una minaccia alla sicurezza pubblica. La libertà di espressione include anche il sentirsi a proprio agio nell’indossare l’hijab, il chador o il burka se è quello che si desidera portare. Ma i giudizi degli altri sono pesi che sanno schiacciare al suolo. Parlare è facile, speculare e puntare dita ancora di più. Allora perché per una volta noncambiamo outfit? Magari così riusciamo a cambiare anche le nostre opinioni. Se vuoi fare parte anche tu di questa campagna di sensibilizzazione o vuoi saperne qualcosa di più, allora dai un’occhiata all’hashtag #WorldHijabDay.E ricorda quello che Vasco Brondi disse una volta:“siamo donne, siamo donne oltre il burqa e le gonne”. Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.I campi obbligatori sono contrassegnati* Previous PostIntervista | Guidoboni racconta “Bella Figura”byAngela D’Addio Next PostBi UP | Her SkinbyEnrica Barbieri

  • Giornata Mondiale dell’Educazione: che ne sarà dell’Afghanistan?

    Veganuary: ti va di metterti alla prova?byIrene Lantano Live Report | Ritrovarsi nelle parole degli altri con Gregorio…byEnrica Barbieri Giornata Mondiale dell’Educazione: che ne sarà dell’Afghanistan? Il24 gennaiosi terrà la quinta edizione dellaGiornata Internazionale dell’Educazione, istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Il protagonista di questa giornata saràl’Afghanistan.Il tema di quest’anno sarà “Investire nelle persone, dare priorità all’istruzione”. Nello specifico, l’UNESCO ha reso noto di volerdedicare l’evento alla popolazione femminile Afghanaa cui è stato revocato il fondamentale diritto allo studio e all’insegnamento dall’agosto del 2021, quando i talebani hanno preso il controllo di Kabul. In seguito all’intervento della NATO nel 2001, i talebani hanno continuato a svolgere attività terroristiche in Afghanistan. Nei successivi vent’anni hanno ciclicamente perso e guadagnato terreno fino alla primavera del 2021. Il15 agosto, nello specifico,Kabul cadeed entro settembre prendono il controllo di tutto il paese. Forse sarebbe giusto dire che lo riprendono, dopo 20 anni di tregua – se il precedente periodo precario può davvero essere definito così. Il terrore innaffia le strade della capitale. Nel giro di poche ore gli aeroporti vengono presi d’assalto, gli abitanti sono consapevoli di quello che li aspetta e fanno il possibile per abbandonare il paese. Questo è il prologo dei mesi a venire. Più di un anno è passato e la situazione non è mai migliorata. A soffrire maggiormente sono ledonne e le ragazze afghaneche non possono più studiare, lavorare o uscire di casa senza la supervisione di un uomo. La loro sopravvivenza dipende totalmente e completamente dalla figura delmahram, ovvero un parente maschio stretto come il padre, il fratello o il marito. Questo ha portato moltissime famiglie a lasciare la terra amata, come l’attivistaZarlasht Barekche si è rifugiata in Italia. In un’intervista rilasciata adAmnestyha raccontato la sua esperienza piena di dolore e sofferenza. Quel giorno era domenica, (…) dovevo andare in ufficio con mia sorella. Una volta sveglie, abbiamo avuto una brutta sensazione. Mia sorella mi ha detto: “Non mi sento bene, sento un dolore, una tristezza nel cuore”. E le ho detto: “Anche io. Sento la stessa cosa di quando abbiamo perso mamma”. Zarlasht Barek racconta del 15 agosto 2021 Già il secolo scorso aveva sottoposto gli afghani a un lungo periodo di violenze e soprusi. E a distanza di così pochi anni, ecco una seconda ondata che nessuno è pronto (e tanto meno disposto) a sopportare. Le vecchie cicatrici non hanno avuto il tempo di rimarginarsi che già fiotta sangue caldo da quelle nuove.I talebani, una volta saliti al potere, dissero che questa volta sarebbe stato diverso. Cercarono di ottenere il consenso con discorsi impregnati di false illusioni, tant’è chele donne già allora erano titubanti.L’aggressività con cui i diritti e le libertà sono state ristrette, se non addirittura cancellate, è spaventosa. Il colmo si è raggiunto quando nelnovembre del 2022ilMinistero della Prevenzione del Vizio e della Promozione della Virtùha vietato alle donne l’accesso nei parchi pubblici e nei parchi di divertimento di Kabul. Prima il diritto all’educazione, ora questo. Il mondo teme di vedere cosa seguirà. La Giornata Mondiale dell’Educazione è un’occasione per puntare i riflettori su questo paese e ricordarci che sotto i nostri occhi sta sbiadendo una nazione intera. Il rischio è che si arrivi a cancellarla, partendo dalle donne.Il diritto all’educazione è essenziale e dovrebbe essere garantito a tutti, purtroppo l’Afghanistan è solo una delle tante realtà in cui questo viene trascurato. Secondo l’UNESCO244 milioni di bambini e giovani non vanno a scuolae771 milioni di adulti sono analfabeti.Bisogna prenderne coscienza e agire in modo tempestivo.Il 24 gennaio, alle 10:00-13:00 (UTC−5) si terrà un evento dell’UNESCO in merito a ciò. Se vuoi seguirlo live, cliccaqui. Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.I campi obbligatori sono contrassegnati* Previous PostVeganuary: ti va di metterti alla prova?byIrene Lantano Next PostLive Report | Ritrovarsi nelle parole degli altri con Gregorio…byEnrica Barbieri

  • Veganuary: ti va di metterti alla prova?

    2013-2023: 5 album che stanno per compiere 10 annibyAngela D’Addio Giornata Mondiale dell’Educazione: che ne sarà dell’Afghanistan?byAreeba Aksar Veganuary: ti va di metterti alla prova? L’arrivo di gennaio porta con sé tanti buonipropositieobiettiviche ci accompagnano per tutto l’anno nuovo. Anche se detto francamente nessuno di noi riesce mai a rispettarli, ogni anno ci ripromettiamo sarà la volta buona per diventare“la versione migliore di noi stessi”. Questa spinta motivazionale è perfetta per prendere parte alVeganuary, la sfida a mangiare vegano per tutto il mese di gennaio. IlVeganuarynasce nel 2014 da un’organizzazione no-profit britannica come una sfida per gli onnivori a ridurre il consumo di carne per il mese di gennaio. In Italia la sfida è portata avanti daEssere Animali. Ogni anno il numero di persone che prendono parte a questa sfida aumenta con conseguenze anche su tutto il sistema sociale. I ristoranti hanno più proposte vegane e i supermercati mettono a disposizione più prodotti vegani. Un modo per incitare maggiormente le persone a raggiungere l’obiettivo. È ormai risaputo che il consumo diprodotti di origine animaleha un forte impatto sia a livello ambientale che per la salute personale. Negli ultimi anni il tasso di consumo di carne nel mondo è aumentato e continua ad essere molto alto nonostante iniziative come questa. Le conseguenze di questo aumento sono particolarmente rilevanti e invertire il trend risulta cruciale in questo periodo storico. Se tutti diventassimo vegani per un mese si risparmierebbero circa680 milioni di tonnellatediCO2,che è più del doppio dell’emissioni annuali italiane. Un“sacrificio”piccolissimo che potrebbe fare la differenza molto di più di quanto pensiamo. L’obiettivo non è convertire tutte le persone al“veganesimo”, ma semplicemente mostrare che esisteun’alternativaal consumo massivo di prodotti animali. Alternativa che può essere altrettanto buona e soddisfacente. Per questo motivo lo spirito del veganuary non è quello di una forzata imposizione di un certo tipo di dieta. Al contrario le persone scelgonoconsapevolmentecosa mangiare, anche eliminare prodotti animali per un solo giorno è da considerare un successo. Sui social ci sono tantissimi content creator che si impegnano per proporre ricette vegane alla portata di tutti, anche dei più pigri in cucina. Regina indiscussa è ovviamenteCarlotta Perego, meglio conosciuta comeCucina Botanica. Ma se avete bisogno di qualche altro spunto io vi consiglio di seguireAndrea Capodannoche oltre a proporre tante ricette interamente vegetali, ha una voce che vi infonderà tantissima tranquillità. Infine vi consiglio anche di seguire la paginaInstagramMakeYouGreener, dove troverete diversi consigli per una vita più sostenibile. Allora accettate la sfida?Anche se siamo a metà gennaio, siete ancora in tempo, anche perchè la sfida comincia da quando decidete voi. Se avete altri consigli per approcciarsi al mondo vegano noi vi aspettiamo qui sotto nei commenti. Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.I campi obbligatori sono contrassegnati* Previous Post2013-2023: 5 album che stanno per compiere 10 annibyAngela D’Addio Next PostGiornata Mondiale dell’Educazione: che ne sarà dell’Afghanistan?byAreeba Aksar

  • Dopo il botto: Zerocalcare a Milano

    Bi UP | ​​When Chai Met ToastbyAreeba Aksar Emily in Paris: la vita irrealistica di una marketing assistantbyBeatrice Grimoldi Dopo il botto: Zerocalcare a Milano Il 2022 è certamente stato un anno molto produttivo per il disegnatoreMichele Reichin arteZerocalcare. La sua serie Netflix,Tagliare lungo i bordi, ha avuto un enorme successo a tal punto che il sodalizio con la famosa piattaforma streaming continuerà con un nuovo progetto che si intitoleràQuesto mondo non mi renderà cattivo. Il 4 ottobre è stato pubblicatoNo Sleep Till Shengaldove Michele racconta l’esperienza vissuta in prima persona in Iraq, di cui ha parlato brevemente anche nella sua ospitata alCashmire Podcast. Per non farsi mancare nulla l’anno si conclude con una mostra presso laFabbrica del Vaporea Milano. Dopo il bottoè una mostra che nasce dall’idea diSilvia Barbagalloper celebrare il lavoro di questo artista. Con 500 opere nate dalle mani di Michele durante il periodo pandemico. Il focus è sull’aumento dellapauraedell’insicurezzache ha caratterizzato gli ultimi anni. Paura che certamente è stata fomentata dal periodo negativo che tutti abbiamo vissuto. Un insieme di vignette, bozze e tavole che non si limitano solo a mostrare quel lato intimo e personale che caratterizza le opere di Zerocalcare, ma getta uno sguardo sulsocialee sui problemi che ci troviamo a dover affrontare. L’emergenza sanitaria ha rappresentato proprio quel “botto”che ci ha portati ad una condizione di precarietà alla quale, secondo Michele, possiamoreagire solo insieme. Dopo il Bottoè stata inaugurata il17 dicembree sarà possibile visitarla fino al23 aprile,quindi non avete scuse. Il costo del biglietto è di 14 euro, ma gli universitari hanno accesso al biglietto ridotto a 10 euro. Inoltre, tutti i martedì, gli studenti hanno la possibilità di pagare l’ingresso solo 7 euro. Trovate maggiori informazioni a questolink. Se avete avuto già la possibilità di visitare la mostra fateci sapere cosa ne pensate nei commenti qui sotto. Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.I campi obbligatori sono contrassegnati* Previous PostBi UP | ​​When Chai Met ToastbyAreeba Aksar Next PostEmily in Paris: la vita irrealistica di una marketing assistantbyBeatrice Grimoldi