Dinosauri al MUDEC, intervista a Carolina Orsini


Il MUDEC organizza due mostre con protagonisti i giganti del passato: i Dinosauri. Noi di RadioBicocca abbiamo intervistato Carolina Orsini, curatrice della mostra Rex & The City, e i ragazzi del Liceo Einstein di Milano coinvolti nel progetto dell’app associata alla mostra.

 

La mostra Rex & the City può essere un invito a vedere la scienza non solo come una serie di numeri ma anche come una possibile ispirazione dell’arte?

Assolutamente si, la mostra tratta dell’immaginario del sauro mostruoso, prima nelle culture del mondo e poi come si è formato l’immaginario moderno nella seconda parte, attraverso le scoperte scientifiche che poi hanno tradotto il nostro immaginario in qualcosa molto piu vicino a noi come cartoni, fumeti e cinema.

 

La storia ci  insegna che i dinosauri sono indubbiamente una tematica ricorrente  indipendentemente da quale civiltà si considera o dal periodo storico. Da dove crede che arrivi questo fascino senza tempo per i dinosauri?

Dunque, tutte le culture del mondo hanno collezionato fossili fin dall’epoca più antica. La prima tesaurizzazione di fossili risale al paleolitico, con la nascita del genere Homo. Naturalmente i fossili si vedono, sono affioramenti che si possono vedere in particolare in alcune zone e l’osservazione di questi ha portato l’uomo a farsi delle domande, a chiedersi  che tipo di organismi fossero vissuti prima di noi. All’inizio naturalmente c’è una collocazione mitica di questi organismi, molto spesso pensiamo che alcune mitologie siano nate proprio dall’osservazione dei fossili. Ad esempio un caso  famoso è il Grifone della zona delle steppe dell’Eurasia. Sappiamo che il Prototriceratopo era un animale molto simile a quello che doveva essere la rappresentazione fantastica del Grifone, per il suo aspetto quadrupede pur essendo un uccello, per la forma del becco, per il corpo da leone e per le scapole, anche per alcune abitudini, infatti sappiamo che il Prototriceratopo deponeva uova e sappiamo che il Grifone collezionava uova d’oro, per cui c’è tutta una mitologia che può essere nata dall’osservazione dei fossili. Sappiamo che gli indiani americani, in particolare quelli della zona del nord e delle pianure centrali, una zona che durante il Cretaceo fu un enorme cimitero per i dinosauri, osservavano e collezionavano questi oggetti. Lo sappiamo perchè li scambiavano con i primi colonizzatori inglesi e francesi che arrivavano in quelle zone. Da qui sappiamo che loro crearono una serie di mitologie che riguardavano, ad esempio, grandi rettili o sauri volanti. E’ possibile che questo sia derivato appunto dall’osservazione degli affioramenti ritrovati in quella zona. Un’altra cosa che si sa molto bene è che le Dino-tracks, ovvero le orme lasciate dai dinosauri sul terreno e che sono visibili ancora oggi negli Stati Uniti, diedero luogo ad un iconografia molto riconoscibile di zampe giganti dipinte nelle grotte frequentate dai nativi.

 

L’app Rex & The City permette di avvicinarsi in modo molto mutimediale ed innovativo all’arte, credete quindi che la tecnologia sia il modo migliore per appriociare alle nuove generazioni?

E’ sicuramente così, infatti grazie a quest’app è molto più facile interagire e vedere parti di esposizione che non è possibile vedere altrimenti e, con questo visore, si può girare e vedere un immagine a 360 gradi e quindi immergersi completamente in questo ambiente che non è reale ma comunque può sembrere tale.

 

 

Ringraziamo ancora Carolina Orsini, i ragazzi del Liceo Einstein ed il MUDEC per la disponibilità e vi lasciamo con i contatti utili per la mostra:

 

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In Copertina: 04. Herrerasaurus ischigualastensis, ambientato

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