Preraffaelliti, amore e desiderio a Milano

legata proprio alla cultura del Bel Paese, cultura dalla quale i preraffaelliti
hanno sempre attinto a piene mani. Il principale esponenteDante Gabriel
Rossettisi identificava con il ben più celebre Dante Alighieri, tanto da
averne tradotto alcune delle principali opere e da averlo inserito in diversi
suoi dipinti. Per poter quindi realizzare questa mostra è stata necessaria la
collaborazione con ilTate, vera e propria istituzione artistica nel
panorama inglese e casa della maggior parte dei dipinti esposti a Milano. “Non è stata un a decisione
facile per il Tate quella di dare in prestito queste opere perché sono i
fondamenti della nostra collezione– affermaMaria Balshaw,
direttrice del Tate –Henry Tate diversi anni fa si è offerto di donare 65
dipinti alla National Gallery ma la sua proposta è stata gentilmente rifiutata
a causa della mancanza di spazi dove poterli esporre. È stata quindi aperta una
campagna in città per la creazione di una nuova galleria d’arte che, da lì a
pochi anni, divenne l’odierno Tate. Quindi, malgrado i nostri visitatori non
potranno vedere per qualche mese le opere, siamo convinti che sia importante
condividere queste meraviglie con il resto del mondo.” Molto interessante durante la conferenza stampa anche l’intervento
diCarol Jacobi, la curatrice della mostra, che mette l’accento in
particolare sulle scelte stilistiche adottate dal movimento. “Utilizzavano pigmenti nuovi e brillanti– racconta la
curatrice –come il viola e il verde smeraldo, anche se questo solo per poco
tempo perché si scoprì essere velenoso […]. Il punto di riferimento erano le
pale degli altari medievali nelle quali le figure erano avvolte da uno sfondo
bianco e la luce arrivava da dietro. I preraffaeliti divennero quindi famosi
per le loro opere che sfruttavano la luce naturale e, di conseguenza, richiedevano
molto tempo per essere dipinte”. Nella mostra sono presenti opere che rappresentano tutta la
gamma di effetti luminosi, dalle ombre più cupe alla luce più brillante. Ogni
dettaglio è denso di significato e suggerisce collegamenti con altri simboli.
La visione dei quadri deve quindi essere attenta per riuscire a cogliere ogni messaggio
nascosto inserito dagli autori nelle diverse opere. Da notare anche come i
soggetti siano sempre in primo piano, un’altra eredità dell’arte medievale
italiana, invitando chi guarda l’opera ad avere uno sguardo più ravvicinato al
messaggio dell’opera stessa