Nel diciannovesimo secolo era credenza comune che le persone affette da disturbi mentali fossero alienate dalla loro stessa natura
Daniel Bruhl è L’Alienista nell’omonima serie, disponibile per la prima volta al di fuori degli Stati Uniti su Netflix a partire da giovedì 19 aprile . Nella New York di fine ‘800, l’alienista Laszlo Kreizler, brillante ed ossessivo medico specializzato nella cura delle patologie mentali, e l’illustratore John Moore (Luke Evans) vengono chiamati ad indagare sulla morte di un ragazzino, ritrovato brutalmente mutilato sotto il ponte di Williamsburg. È solo uno dei tanti giovani dediti per necessità alla prostituzione ad essere stato vittima di omicidio, in una città che non si ferma davanti a nulla pur di tenere nascosti i suoi più inquietanti segreti. Agli albori degli studi sulla psicologia criminale, Kreizler possiede tutti gli strumenti per risalire all’identità del serial killer, faccia a faccia con l’abisso della morbosità umana: “solo se divento lui, solo allora capirò veramente chi sono”
Basata sul romanzo di Caleb Carr, la serie coniuga le atmosfere dark di Penny Dreadful e lo spirito investigativo di Mindhunter in un thriller psicologico senza compromessi. Nella Gilded Age newyorchese, secondo la definizione che Mark Twain dà degli anni in cui è ambientata la vicenda, sono presenti anche un giovane Theodore Roosevelt (Brian Geraghty), che ben prima di diventare presidente degli Stati Uniti è stato commissario di polizia, e Sarah Howard (Dakota Fanning), ispirata alla prima donna ad aver ricoperto ufficialmente la carica di detective.
In una recente intervista la Fanning ha dichiarato di aver rivendicato un posto di prim’ordine per il suo personaggio che, sebbene secondario, avrebbe meritato di figurare nella locandina della serie, accanto ai due protagonisti maschili: “ho insistito coi produttori affinchè capissero che Sarah è parte di un trio con Daniel e Luke, che Sarah meritava di stare sul podio, voglio dire sul poster. Mi hanno subito dato ragione”.
Carr, figlio del giornalista beat Lucien Carr, cela sotto la trama intricata del romanzo una ferma denuncia contro le violenze sui minori, tema caro allo scrittore, che durante l’infanzia è stato vittima del comportamento violento del padre. “Dopo vent’anni di tentativi falliti, sono molto felice che Paramount Television, Anonymous Contents e TNT abbiano deciso di unire le loro forze per trasformare L’Alienista in quella che, stando a quanto ho avuto modo di leggere, ha il potenziale per essere una serie televisiva accurata ed emozionante” ha raccontato l’autore a Variery nel 2015, quando alla produzione della serie si erano aggiunti il regista Cary Fukunaga (True Detective) e lo sceneggiatore Eric Roth (Forrest Gump) nelle vesti di produttori esecutivi.
Il risultato finale è un crime psicologico intenso, con un velato rimando alle personalità ambigue e controverse di David Fincher ed un cast d’eccezione; se amate restare con il fiato sospeso, L’Alienista potrebbe essere il vostro prossimo binge-watch!
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