Aretha Franklin: Amazing Grace al cinema


Aretha Franklin

A 47 anni di distanza arriva al cinema un pezzo di storia. Era il lontano 1972 quando, reduce da cinque anni di successi che le attribuirono l’appellativo Queen of Soul, Aretha Franklin decise di prestarsi per qualcosa di diverso: un documentario che racconta la registrazione dell’omonimo album Amazing Grace, il più grande successo gospel di tutti i tempi.

Nelle sale italiane solo il 14-15-16 giugno, dura 86 minuti che sembreranno la metà, perché il tempo passa in fretta quando ci si appassiona. Si assiste a un concerto di 14 tracce in cui Aretha e il coro della California del Sud creano La magia della musica sacra, spirituale, delle chiese afroamericane cristiane metodiste, un contesto così lontano dal nostrano che merita di essere vissuto una volta, anche solo attraverso la pellicola.

Registrato in due serate consecutive alla chiesa di Watts (California), vede la partecipazione di James Cleveland, Clara Ward, il padre di Aretha e pure la comparsata di Mick Jagger, con il suo fascino trasgressivo giovanile d’altri tempi. Ma il cantante dei Rolling Stones non è l’unico ad avere un aspetto differente dai giorni nostri. In chiesa c’è anche un pubblico, che aveva il compito di far sentire la sua presenza nell’album, tra la quale si osservano capigliature e vestiti che sono anch’essi uno spettacolo.

Il rilascio di questo documentario è stato un’epopea. Diretto da Sydney Pollack, conosciuto dal pubblico per Tootsie e La mia Africa, dopo due giorni di intensa attività di registrazione i montatori alzarono le mani in segno di arresa. Non c’erano applauditori o altri segni che potessero guidare il suono in modo che questo fosse in sincronia con l’immagine. Pollack assunse lettori di labbra e montatori specializzati, ma non ebbe fortuna. Il film rimase incompiuto per circa 40 anni, finché le nuove tecnologie furono in grado di sorvolare sulle difficoltà tecniche.

Che l’album Amazing Grace sarebbe stato un successo ce lo si poteva aspettare, ma non che sarebbe diventato l’album più venduto in assoluto della carriera di Aretha e l’album gospel più popolare di tutti i tempi. Il docu-concerto è perciò una testimonianza importantissima e non solo, anche una sorta di macchina del tempo capace di mostraci un momento cruciale della storia musicale e sociale americana. Radio Bicocca lo consiglia.


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