Francesco Piu e la rinascita del Blues


In occasione dell’uscita del nuovo disco Crossing, abbiamo intervistato Francesco Piu, bluesman di fama internazionale con alle spalle quattro album in studio e tre dal vivo. Nel corso degli anni ha aperto concerti di pilastri del genere come Johnny Winter, Jimmy Vaughn e Joe Bonamassa, suonando in Europa, Stati Uniti e Canada. Il 19 ottobre verrà ufficialmente presentato il suo nuovo progetto e noi di RadioBicocca abbiamo colto l’occasione per fare quattro chiacchiere con lui.

Raccontaci il nuovo disco: com’è nata quest’idea dell’omaggio a Robert Johnson?

L’idea di fare questo album mi è stata data da The Blues Place, un’associazione di Milano di appassionati di blues.  Loro mi hanno proposto un album tributo a Robert Johnson e, dopo averci pensato un po’ su, ho deciso di farlo. È stato necessario pensarci molto perché comunque lui è stato già suonato dai più grandi, dai Rolling Stones ai Led Zeppelin, tanto per dirne alcuni. Mi è quindi venuta l’idea di rielaborarlo facendogli fare un viaggio dalle nostre parti, portarlo qua nel Mediterraneo e contaminare la sua musica con strumenti tradizionali come quelli del Nord Africa e quelli della mia terra, la Sardegna. Tutto quanto miscelato con un po’ di elettronica per renderlo attuale e con la matrice blues che mi caratterizza. È stato un percorso lungo due anni perché nel primo ho fatto ricerche di nuove sonorità come quelle del desert blues e dei suoni della mia terra, nel secondo invece mi sono occupato della produzione dell’album vera e propria.

Quale può essere il futuro del blues? Credi che la chiave sia la contaminazione?

La chiave secondo me è proprio la contaminazione, nel senso che noi conosciamo il blues come il Mississipi blues o il Chicago blues, sviluppati tra gli anni ’30 d ’60. Nel frattempo, il blues ha preso altre strade come il rhythm and blues, il blues rock ecc. Le miscele sono state quindi già fatte in buona parte ma ci sono altrettante spezie sonore nel mondo che possono arricchire il linguaggio senza snaturarne l’anima, dandogli solo una nuova veste. Non sono assolutamente un purista dei generi ma, anzi, credo che meno si cataloghi e meglio è. L’importante è che sia buona musica, che ci sia una buona idea. Io uso la parola spezie di proposito perché accosto il blues alla cucina: il blues è una musica semplice, così come lo è una verdura presa dall’orto. Se è di buona qualità, si può mangiare così com’è, nella sua semplicità. Ma nulla vieta di aggiungere un pizzico di pepe o un filo d’olio, di quello piccante che piace a noi, per dare un sapore più ricco, ma senza stravolgere niente. Il blues riesce già a colpire l’anima con la sua semplicità… ma delle nuove contaminazioni possono solo dargli una nuova linfa vitale.

La presentazione del disco avverrà all’interno della manifestazione Milano Blues 89, ti va di raccontarci in cosa consiste?

Milano Blues 89 è una rassegna che va avanti già da diversi anni e presso la quale mi sono già esibito nelle scorse edizioni. Qui sabato 19 ottobre verrà presentato per la prima volta il mio disco in live, in contemporanea con l’uscita sia fisica che digitale. Sarà un’anteprima esclusiva, ci sarà tutta la mia band, saremo in 6 sul palco con tutte le sonorità di cui ti parlavo prima, dalle percussioni alle corde arabe, dal bouzouki alla chitarra elettrica. Ci sarà anche il dj che farà degli scratch e dei campioni in tempo reale, perché quello che ho voluto fare è appunto mescolare tradizione e modernità proponendola anche dal vivo. Con questa data inoltre si inaugura il nuovo tour, la prossima settimana ad esempio saremo in Umbria, poi in Sardegna e in molte altre tappe. Ne approfitto inoltre per ricordare che la settimana scorsa è uscito l’ultimo singolo Me and the devil, presente su YouTube e accompagnato da un videoclip di animazione diretto da Mezzacappa.

Ringraziamo Francesco Piu e Bagana Music Agency per la disponibilità e, di seguito, alcuni link utili:


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