Sul più bello: recensione di una semplice storia d’amore


sul più bello

Sul più bello, il film diretto da Alice Filippi, è l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Eleonora Gaggero. Uscito nelle sale italiane ad ottobre 2020, è presente dall’8 gennaio nel catalogo di Prime Video.

Sul più bello è una pellicola che ha per protagonista Marta (Ludovica Francesconi), giovanissima ragazza affetta da una malattia degenerativa senza cura, e Arturo (Giuseppe Maggio), rampollo dell’alta società torinese, che passa le sue giornate tra canottaggio, università e locali. Due mondi lontani, come spesso Marta non esita a ribadire. Ma le distanze si possono accorciare, e i due ragazzi scelgono di incontrarsi a metà strada, un passo alla volta, accompagnati da quella presenza silenziosa della mucoviscidosi. Che destino aspetta i due amanti?

La Trama

Marta, diciannovenne, appare come la ragazza bruttina e solare della porta accanto, con un look stravagante, il sorriso sul volto e, giusto per non farsi mancare niente, una malattia degenerativa per la quale non vi è cura: la mucoviscidosi. Le è stata diagnosticata alla nascita, e questo le ha fatto capire che la vita non doveva averla presa molto in simpatia. Già, perché all’età di tre anni i suoi genitori muoiono in un incidente d’auto e, crescendo, la favoletta del brutto anatroccolo che diventa un maestoso cigno, con lei sembra non funzionare. Ma, dopotutto, decide di vederla positivamente: è sveglia, simpaticissima e vive con i due migliori amici che altri non sono che la famiglia che si è scelta. Jacopo e Federica, entrambi omosessuali, sono gli amici di infanzia che fungono anche da figure genitoriali, in un certo senso, accompagnandola alle varie visite mediche e assicurandosi che lei assuma i farmaci necessari per stabilizzare la malattia.

Insieme a questo, si dedica sporadicamente a seguire le lezioni in università ed è felice del suo impiego in un supermercato come annunciatrice delle offerte. Una ragazza come tante alla fin fine. In una serata fuori con gli amici, adocchia un affascinante ragazzo alto e moro, e, decisa a saperne di più sul suo conto, inizia a stalkerarlo in modo attivo. E si, stalkerare è il termine esatto: riesce a scoprire che si chiama Arturo Selva, che facoltà frequenta, gli orari delle sue lezioni, il bar che frequenta per l’aperitivo,  il circolo di canottaggio al quale è iscritto e, signori e signore, riesce a rubare il suo accappatoio come ricordo.

In amore vince chi…?

Ah, l’amour. O la follia, che spesso e volentieri sono sinonimi. In realtà, Marta sa che entrambi appartengono a mondi diversi, e forse a specie diverse dato il marcato distacco in termini di avvenenza. Quando finalmente il bell’Arturo si accorge di essere stalkerato, si presenta l’occasione perfetta per Marta di strappare un appuntamento al ragazzo, che accetta, definendolo come la buona azione dell’anno. Logicamente, un “che stro***” si è innalzato da parte di Jacopo e Federica, sicuramente accompagnato da una buona percentuale di pubblico in sala prima e davanti al pc, dopo.

Naturalmente, in tutti i film dove il tanto atteso appuntamento galante arriva, la scena madre in cui si provano tanti vestiti PER NON METTERNE NEMMENO UNO di quelli indossati, è un evergreen.

Segnatevi questo giochino simpatico per il primo appuntamento: 5 domande a testa, siate sinceri e se una domanda appare troppo intima o personale, potete usare solo un bonus bugia. Così rompono il ghiaccio i due. Si scopre così che Arturo, fin a questo momento imbronciato e musone, è in grado di ridere. È capace di fare una battuta. Oltre al bicipite e al metro e ottanta c’è di più!

Marta, dal canto suo, non riesce a credere di essere riuscita ad aver ottenuto tanto, essendo lei. E lo rende palese senza essere vittima del suo aspetto, ma padrona della situazione. Anche se l’appuntamento si consuma all’interno del supermercato, con del cibo confezionato e domande che si alternano tra il comico e il profondo, i due passano una delle migliori serate della loro vita. Finché, con sorpresa di tutti, e dico proprio tutti, si concedono l’un l’altro, trascorrendo una notte di passione illuminati dalle flebili lucine appese nella camera da letto di Marta. E, di nuovo, chi se lo aspettava?

Inizia una dolcissima storia d’amore che noi vediamo dal montaggio ad hoc di scene romantiche, accompagnato da un (vostro) “oooh” di sincero coinvolgimento. Che bello, l’amore esiste!

Ma anche la mucoviscidosi. E proprio sul più bello, è stanca di avere un ruolo marginale nella pellicola e deciderà di passare al lato oscuro, interrompendo un giro in gondola (a Torino, naturalmente) e un TI AMO inatteso ma ben accetto. La condizione di Marta si aggrava, e dopo qualche giorno passato in ospedale, decide di troncare la relazione con Arturo, non desiderando che lui le faccia da badante o costringerlo, in qualche modo, a stare con lei solo perché “poverina, è malata”. Per questo, lo lascia con motivazioni assurde. E adesso, a soffrire, sono in due.

Ma, fortunatamente, Marta e Arturo sono testardi, e questo stop nella loro relazione ha durata breve. Marta, però, non può più esimersi dal dire tutta la verità ad Arturo. I due, adesso, belli o brutti che siano, hanno modo di poter vivere questa relazione, con gli alti e bassi e la mucoviscidosi, come ogni altra coppia che decide di impegnarsi in una relazione d’amore.

Perché guardare Sul più bello?

Sul più bello è una storia d’amore semplice e pulita, se andiamo oltre alcuni dettagli. Marta ha un po’ esagerato nello stalkerare Arturo, ma c’è da dire che fa parte del lato comico che si porta dietro, e che si lega bene a quello strato di tristezza che per un po’ di tempo si intravede in Arturo. L’amore, ricordiamolo, ci aiuta a compensare ciò che manca a noi, ci completa. Inoltre, Sul più bello non è la storia della ragazza malata che trova l’amore, specifichiamolo. È la storia di Marta, prima di ogni cosa, che ha una malattia degenerativa. Ma Marta non è la malattia: Marta è una ragazza che accetta di non essere l’esempio classico di bellezza estetica che ormai si dà per scontato e, anche se è fiera di chi è, rimane sorpresa di essere amata dal bello di turno. Questo perché i limiti che crediamo di vedere, in realtà ce li siamo dati da soli. Senza di lei, Arturo starebbe ancora vivendo la sua triste e ricca vita, sapendo di essere annoiato e scontento. Senza di lui, Marta non saprebbe che, in realtà, per molte persone lei è bellissima. Perché la bellezza è soggettiva e, sul più bello, qualcuno, a me e a voi lettori, ce lo farà capire.


Davide Romano

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