Buongiornissimo Kafè, come i gattini hanno rovinato una generazione

L'oscuro mondo dei buongiornisti, tra un cornetto col cappuccino e una teoria complottista.


BUONGIORNISSIMO KAFééé !11!1!!!

Molti sessantenni sulla propria pagina Facebook

Quanti di voi hanno ricevuto almeno una volta nella vita queste immagini? Di solito l’origine è un nonno o una zia, magari sopra ai 50, che ci augura un felice risveglio, una buona notte o un felice anno nuovo.

Questo fenomeno è spopolato con Facebook e la semplicità d’uso di Whatsapp non ne ha che accelerato la diffusione, come un virus informatico che passa da dispositivo a dispositivo. I giovani ne ridono, gli anziani si compiacciono, ma dove è nato questo fenomeno? Perché è così popolare? Cerchiamo di capirlo insieme, senza lasciarci prendere troppo la mano dai pregiudizi. Non troppo, almeno.

Anatomia di un buongiornissimo

Com’è fatto un buongiornissimo? Partiamo dalle basi. Immagini di bassa qualità, errori grammaticali, caps lock super-cafone, neologismi imbarazzanti, gattini pucciosini, cagnolini patatini, animaletti carinetti. Ah, e poi l’immancabile tazza di KAFE caldo per incominciare la giornata col piede giusto.

Oppure, se la vostra vocazione è di tipo spirituale, potrete accingere ad un vasto campionario di immagini che fondono tramonti con il volto di Gesù, Maria, Padre Pio, San Francesco, e chi più ne ha più ne metta.

Il risultato è kitsch ma, a differenza di certe scelte estetiche volutamente esagerate (es. la cultura vaporwave), in questo caso il lato grottesco delle immagini non viene realmente percepito e, anzi, per accentuarlo, vengono spesso aggiunti dei coloratissimi glitter per dare una spolverata di cringe ad un’immagine diventata gif.

Scorri la galleria per rabbrividire.

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La chiave del successo

Per quale strana ragione delle immagini palesemente brutte sono diventate così popolari? Le risposte potrebbero essere molte, proviamo a vederle insieme.

La prima cosa che salta in mente è il senso di appartenenza ad una comunità digitale. Prendiamo come esempio un diciassettene-tipo: ogni aspetto della propria vita è buono per essere condiviso sui social, specialmente nei momenti in cui si è felici. Bene, i buongiornissimo sono l’equivalente boomer di questa scelta. Anziché postare scatti della propria vita per restare in contatto con amici, i buongiornisti mandano gattini per comunicare emozioni con coetanei e parenti. E, vista sotto quest’ottica, non è nemmeno una cosa negativa, per quanto sia forse ingenua e naïve.

Bisogna anche considerare la mancanza di riferimenti comico-culturali di una certa fascia d’età. Leonardo DiCaprio in Django, il gatto schifomadò o Salt Bae sono solo alcuni esempi di meme che un anziano non potrà mai capire perché non coglie l’origine del materiale su cui si ride. E come dargli torto. Ma la voglia di ridere è trasversale e, quindi, scrivere testi sgrammaticati su immagini cromaticamente inguardabili è forse un modo per fare quattro risate con gli amici del circolo bocciofilo.

Era d’obbligo il memino sui boomer, scusate…

Altro punto di forza è l’attaccamento ai buoni e sani principi di una volta, quelli di un’Italia che non c’è più, perché si stava meglio quando si stava peggio. Non a caso il 90% dei file inviati affonda le proprie radici in un immaginario ben preciso e rassicurante: cose buffe, tazzine, animaletti, e tutto quello che abbiamo detto nell’introduzione. Sono, a ben pensarci, immagini allegre e ben riconoscibili, un modo per dire andrà tutto bene, anche quando fuori il mondo è in fiamme.

Ultimo aspetto è la caccia alle streghe del ventunesimo secolo: le persone FALZE. Una definizione sicuramente molto malleabile e fraintendibile, ma tant’è che la crociata verso i falzi è una causa che accomuna forse anche di più che Topolino e San Gennaro messi insieme. Perché possiamo essere amici sul web solo se sei una persona vera e autentica, così come mamma televisione ci ha sempre insegnato. Col cuore.

Qualcuno vuole solo vedere il mondo bruciare

Ma da dove arrivano tutte queste immagini? Non credo che un settantenne medio abbia idea di come editare un immagine, magari con tanto di fotomontaggio della Madonna che spunta magicamente sul petalo di una rosa. No, qui gatta (gattina pucciosina) ci cova e qualcuno sta volontariamente sabotando il sistema.

La maggior parte delle immagini girano sui social per ricondivisione da parte di utenti che le trovano divertenti ma, all’origine, ho trovato due principali fonti: app e siti web dedicati.

In entrambi i casi la risposta del perché producano questi obrobri è semplice: annunci pubblicitari. In entrambi i casi la creazione di immagini è totalmente gratuita ed è possibile scaricare o immagini pre-caricate online oppure personalizzare i propri Kafèèè, tramite editor di una semplicità disarmante. Quindi non solo la creazione di immagini da zero è molto intuitiva, ma permette a chiunque di farne un modello ad-hoc, così da far emergere la propria personalità e il proprio umore, sia questo allegro, arrabbiato, indignato contro il governo ladro o gioioso per la festa del santo patrono.

Uno dei mille siti buongiornisti che si possono trovare sul web.

Questo ovviamente è controbilanciato dalla presenza di annunci che permettono al proprietario del servizio web di guadagnare, infatti più buongiornisti vanno alla ricerca di materiale, più i loro portafogli si gonfiano. Ed essendo l’Italia un paese tendenzialmente vecchio, di mucche da mungere ce ne sono parecchie e ce ne saranno per molti anni ancora.

Ma cosa succede se il contenuto va oltre al saluto mattutino?

Derive pericolose

Non tutti i buongiornissimi vengono col buco e, a volte, queste buffe e goliardiche immagini vengono saturate di notizie false e populismo spicciolo. “Gli imMIGraTi VivoNO iN Un hoTeL a CinQuE StElLe, SonO InDiniAtooooooo” oppure “il CinQuE GGGi cAusa Il CoVId percHé ci inietTAno Il VirUS”. Questo genere di immagini si smentiscono in mezzo secondo facendo anche solo una rapidissima ricerca sul web.

Ma siamo sicuri che la gente sia in grado di farlo? Soprattutto persone di una certa età non hanno voglia e/o non sono in grado di fare il fact checking che, al giorno d’oggi, è una soft skill che non può mancare a nessuno. Se quindi un’immagine mi dice che Mark Zuckerberg è un rettiliano, perché non crederci? Forse Peppino il macellaio che mi ha mandato l’immagine ha ragione, e i poteri forti non vogliono che si sappia.

Anche perché, nemmeno a farlo apposta, alcune di queste immagini contraddittorie vengono ripostate da personaggi molto in vista su Facebook o altri canali social, continuando ad alimentare una serie di catene di Sant’Antonio basate su becera disinformazione. Ma questo è un altro discorso e sto forse divagando.

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Meme contro Kafèèèèèè

Criticare i buongiornissimo è facile, specialmente se consideriamo tutti i punti che abbiamo precedentemente visto. Ma siamo sicuri di essere così raffinati noi millenials? Perché potrei sbagliarmi, ma molti meme che vedo su Instagarm sono anche peggio del buongiornissimo. Una categoria su tutte, quella dei deep fried memes. Per chi non li conoscesse, sono meme ottenuti applicando così tanti filtri alle immagini da renderle estremamente sgranate e sgradevoli alla vista, il tutto accompagnato da frasi e soggetti apparentemente senza senso. Di seguito, una galleria per farvi capire a cosa mi riferisco.

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Non credo che queste immagini siano considerabili divertenti o anche solo vagamente spiritose. Eppure, su certe pagine spopolano e Reddit ne sforna di nuove ogni giorno. Siamo quindi sicuri che i normali buongiornissimi siano così strani? Forse sono solo un modo come un altro per avvicinare persone lontane che, magari, non hanno tempo per sentirsi, a differenza di noi giovani che, a quanto pare, di tempo da perdere dietro ai meme ne abbiamo parecchio.

Ad ogni modo, vi lascio con un SIMPATICISSIMO video di CARTONI MORTI.

XDXD BACI STELLARI


Radio Bicocca

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