A cosa serve lo schwa e come si pronuncia


L’11 aprile, il piccolo comune di Castelfranco Emilia in provincia di Modena ha cominciato a utilizzare nei post ufficiali il simbolo fonetico ə, detto schwa, come desinenza finale neutra al posto dei plurali maschili universali (Qui il link al post su Facebook). Ma cos’è lo schwa e come si pronuncia?

Cos’è lo schwa?

Per capire meglio devo darvi delle brevi nozioni di linguistica (prometto che non vi annoierò). Lo schwa normalmente non lo si trova nella tastiere dei pc o dei cellulari, perciò non è un simbolo familiare per chi parla e scrive una lingua europea. Ma i linguisti lo conoscono bene, perché è presente nell’alfabeto fonetico internazionale, cioè il sistema di scrittura alfabetico utilizzato per rappresentare i suoni delle lingue.

Lo schema delle vocali nell’alfabeto fonetico internazionale, detto anche International Phonetic Alphabet (IPA) in inglese

Il simbolo dello schwa è una piccola e rovesciata ə, che identifica una vocale intermedia, il cui suono si pone esattamente a metà strada fra le vocali esistenti. Si pronuncia tenendo rilassata la bocca, aprendola leggermente e senza deformarla in alcun modo: qui potete ascoltare il suono. In realtà, è più difficile da spiegare che da fare. Pensate alla pronuncia della “a” nella parola inglese about (a proposito), oppure alla “u” di survive (sopravvivere) , ma anche all’imprecazione “màmmeta” del dialetto napoletano, oppure alla vocale finale nei dialetti del centro Italia, in cui “sempre” diventa semprə, “bello” bellə. Questa è la pronuncia dello schwa. Come vedete, è un suono che nella lingua italiana abbiamo già, ma che nell’italiano scritto non riusciamo a codificare in un simbolo preciso.

Un italiano più inclusivo

L’italiano è una lingua nella quale i sostantivi hanno o genere maschile o femminile e questo rende molto difficile parlare in modo neutro di un oggetto o soggetto. Al contrario si può dire dell’inglese, in cui le poche parole che hanno forme diverse a seconda del genere, di solito hanno un’alternativa neutra. Pensate ad esempio a sister (sorella) e brother (fratello), che in una versione neutra della parola si possono rendere in sibling. Questo è ciò che nella lingua italiana si fa fatica a trovare.

Da anni si cerca di capire come introdurre delle forme neutre nell’italiano scritto e parlato nei contesti in cui si presta particolare attenzione al genere. Ad esempio per eliminare il privilegio maschile nel parlato o per essere più inclusivi nei confronti delle persone non binare (cioè persone che presentano caratteristiche che non si possono categorizzare in uno dei due generi binari). Sono state adottate molte soluzioni: dall’asterisco “Car* tutt*, siamo qui riunit*”, alla doppia forma “Care tutte e cari tutti, siamo qui riunite e riuniti” , ma non c’è mai stata una vera linea comune. O almeno, fino all’introduzione dello schwa.

Crediti immagine https://www.neg.zone/2020/08/07/schwa/

Ma perché proprio lo schwa?

Nell’aprile 2015, Luca Boschetto, attivista e appassionato di temi relativi all’inclusività di genere e linguistica, ha scritto un breve articolo contenente le basi della proposta dello schwa nell’italiano scritto. Questo articolo, negli anni si è evoluto fino a diventare il sito di Italiano Inclusivo. La ragione per cui è stato scelto proprio lo schwa, è perché questo simbolo appartiene all’alfabeto fonetico internazionale, perciò non si tratterebbe di introdurre qualcosa di “estraneo” alla lingua italiana. Un’altra ragione è che lo schwa assomiglia graficamente sia ad una “a” che ad una “o”, cioè le due vocali con cui in italiano si identificano il genere femminile e quello maschile.

Lo schwa in Italia e all’estero

È bene sapere che le questioni di genere sono dibattute in tante lingue e non sono un “capriccio” solo italiano. Nei paesi anglofoni si discute sull’adozione del pronome they al singolare come alternativa al he (lui) she (lei), in Svezia c’è chi usa il pronome hen, cioè la versione inclusiva dei pronomi hon (lei) e han (lui). Secondo Vera Gheno, una delle prime linguiste a diffondere l’uso dello schwa nello scritto, questo movimento verso un italiano più inclusivo va letto come un arricchimento della lingua, non come un attacco alla sua tradizione. È la prova di quanto oggi sia socialmente e culturalmente rilevante una discussione su questo tema e, per questo motivo, da non ignorare.

E voi, cosa ne pensate?

Per utilizzare lo schwa nelle tastiere comuni, a questo link troverete tutte le informazioni necessarie.


Sara Lualdi

22 anni, laureata in Comunicazione Interculturale all'università Milano - Bicocca. Adoro scrivere, fare fotografie e mi piace rimanere aggiornata sulle novità nel mondo della cultura. Se potessi vivere in un film, sceglierei "Il favoloso mondo di Amélie".

5 Comments

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  1. Vorrei solo segnalare un errore di battitura. Nella frase “Secondo Vera Gheno…..” c’è scritto “un’Italiano”; qui l’elisione andrebbe corretta poiché “italiano” è maschile. Complimenti per questo articolo. Io vivo a Foggia e qui lo schwa è cosa innata. Buon lavoro e buone cose! Severina

      1. Sono indignato ! Tante preoccupazioni per la parità di genere e poi usate senza alcuno scrupolo parolacce come “supporto” che rivela il vostro servilismo nei confronti dell’amerikano. Della democrazia linguistica ve ne fregate, eh ? Vi interessate delle questioni di genere e poi ve ne infischiate dell’incidenza dell’amerikano. Invece che all’invito “scrivi un commento” sono stato costretto a rispondere a “eritematosi a comment” . VERGOGNA !

  2. Grazie per averci menzionatз!

    Solo un’aggiunta, per coloro cui potrebbe interessare: parte della nostra proposta è anche la “schwa plurale”, scritta “з”: perché così come le declinazioni femminile e maschile hanno singolare e plurale, riteniamo sia utile per la leggibilità e comprensibilità avere la stessa possibilità anche per la declinazione inclusiva.

    1. Grazie mille per averci segnalato questa aggiunta, sicuramente da non tralasciare.
      Grazie invece a voi, per tutto ciò che fate!