Bridgerton: riflessione e recensione del trash-drama


Bridgerton

Bridgerton è una delle ultime novità targate Netflix, uscite proprio il giorno di Natale, come regalo per i tanti affiliati al servizio di streaming tra i più citati.

Trama

Bridgerton è il nome di una delle famiglie protagoniste della serie in costume, ambientata nel 1813. Composta dalla madre vedova e dagli otto figli, i Bridgerton si distinguono dalle altre famiglie dell’alta società per bellezza, charme e una certa passione, che metteranno in atto in più occasioni.

Tra gli otto figli, sono cinque quelli su cui i riflettori vengono puntati: Anthony,  Benedict, Colin, Daphne ed Eloise. La serie si apre con il debutto in società della giovane Daphne: ciò implica che viene reso noto ai rampolli dell’alta società che essa è pronta a prendere marito e a formare una famiglia. Ogni debuttante riceve un giudizio dalla regina in persona e, destino vuole, che Daphne conquisti le grazie della nobile Signora, diventando il diamante della stagione. Ma se ciò succede dinanzi ad una vasta platea di ricchi nobili, ciò che avviene dietro le quinte è un’altra storia, che puntualmente viene raccontata in un articolo scritto da un’anonima figura.

Segreti, amori e vizi dei nobili, hanno le ore contate se c’è in giro colei o colui che si firma Lady Whistledown. Daphne Bridgerton e il Duca di Hastings, Simon Bassets, con il loro rincorrersi e flirtare alla luce del giorno, saranno spesso e volentieri protagonisti degli articoli. Come anche i fratelli Bridgerton, spesso invischiati in faccende di amore. Ma chi è, davvero, Lady Whisteldown?

Serviranno otto puntante da 50 minuti l’una per capire chi si cela dietro quella penna assettata di gossip.

Un Gossip Girl ottocentesco

Bridgerton è il risultato di una commistione di serie tv, alcune delle quali molto conosciute dai millennials. Se volessimo essere più precisi: prendiamo un 60% di Gossip Girl, un 10% di The O.C., un 10% di Elisa di Rivombrosa, un 10% di Orgoglio e Pregiudizio, un 5% di Sex Education e, infine, il 5% è una spolverata di trash qua e là.

Cosa molto importante: non aspettatevi assolutamente che vi sia coerenza storica. Nella maniera più assoluta. Perché di certo nei balli di corte non vi erano arrangiamenti delle canzoni di Taylor Swift e Adam Levine. E, come vedrete, questa è solo l’ultima delle anomalie storiche. Ma a noi piace così. Perché Bridgerton è una serie leggera, con la capacità di coinvolgere nella sua semplicità. Sappiamo che non vi è davvero nulla di nuovo o che ci induca a credere che nel 1813 le cose andassero nel modo descritto da Shonda Rhimes, nota ai più per aver rovinato, stagione dopo stagione, Grey’s Anatomy.

Fondamentalmente, si tratta di un Gossip Girl in abiti ottocenteschi e succinti, dove l’etichetta non è Gucci ma altrettanto pregiata e degna di essere messa in mostra. Potreste anche incappare in certi déjà-vu

Risulta molto piacevole anche l’andamento delle varie storie che si intrecciano in queste 8 puntate. La norma vuole che ci si sposi per amore, chiaramente. Sappiamo che in passato era diverso, e il fulcro del matrimonio era più orientato verso benefici economici e aumento del proprio status. Nella serie, quando si pensa che ciò non avviene perché si sta guardando una revival trash di Elisa di Rivombrosa, ecco che le carte in gioco cambiano, e poi di nuovo, e un’altra volta ancora. Si capisce che, finita una puntata, si vuole subito un’altra. Se siete in grado di dire basta, allora questa serie è perfetta per una pausa studio – smartworking. Rilassa e distoglie l’attenzione su altro, come per esempio gli arrangiamenti delle canzoni di Adam Levine (sì, mi ha profondamente segnato questa cosa).

Chi si nasconde dietro la nomea di Lady Whisteldown?

Dietro ogni famiglia si nascondono segreti, tra le mura dei palazzi vi sono chiacchere da salotto e voci di corridoio che, vere o presunte, se uscissero allo scoperto potrebbero gettare nella vergogna interi casati. C’è qualcuno che si occupa proprio di questo. Lady Whistledown accompagna le annoiate giornate dell’alta società, sempre ghiotta di sapere quale losco segreto nascondano le nobildonne e i Lord dietro i loro modi galanti e gli abiti di classe. Nel suo mirino i Bridgerton ci sono spesso, anche se il più delle volte per esaltarne ancor di più le qualità positive. Come il bell’aspetto di Anthony, l’esser galantuomo di Colin e la purezza d’animo dimostrata da Daphne.

Invece, non propriamente di buon cuore verso altri personaggi che orbitano nella serie: come la famiglia Featherington, altezzosa e fervente sostenitrice della tinta giallo paglierino per i vestiti, è la classica snob piena di ricchezza ma povera di buone maniere. Ma presto capiranno che l’umiltà è un bene prezioso. La pecora nera della famiglia, che eccelle per bontà e gentilezza, è Penelope Featherington: basta la sua presenza per alleggerire le scene più intense e drammatiche. Non si riesce a prenderla sul serio data la gamma monocromatica del suo vestiario, impostale dalla madre. Ma anche Penelope, sotto quei ricchi e quei vestiti così poco adatti a lei, ha un cuore che batte e proprio per uno dei bei Bridgerton. Avrà la felicità in questa prima stagione? Oppure tutte le scene intime sono destinate alla coppia Daphne – Simon e al giovane Anthony?

E la seconda stagione?

Ma la domanda che tutti noi ci facciamo è questa: a quando la seconda stagione? E perché non subito?
Per adesso, sappiamo solo che la serie è stata rinnovata per una seconda stagione, e che dunque non ci resta che attendere in trepidante attesa che Lady Whisteldown ritorni ad informarci sulle scandalose vite dell’èlite di New York… Ah, no.


Davide Romano

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