Cine Music – Quando Lars Von Trier incontra Björk


Lars von Trier e Björk

Benvenuti su Cine Music! Come ad ogni buon pasto si abbina il corretto vino, noi abbineremo ad ogni buon film un corretto disco, così da ampliare la vostra esperienza audiovisiva. L’accoppiata di oggi è formata da Melancholia, un film del 2011 di Lars von Trier Homogenic, il quarto album della musa islandese Björk.

Il cupo fatalismo di Melancholia

Melancholia, il film, è uno sguardo attento a quanto accade alla psiche umana quando viene messa faccia a faccia con l’imminente verificarsi di una catastrofe. Melancholia, ad un altro livello, è il pianeta che si trova in rotta di collisione con la Terra e incombe sulle vite dilaniate di Justine e Claire. Dal greco antico “bile nera”, Melancholia è quello stato di forte depressione che caratterizza un umore triste, introverso e riflessivo, melanconico per l’appunto; è tradizionalmente associato alla terra e all’autunno, freddo e secco, ed è dominato dalle tinte blu e olivastre.

Justine è appena convolata a nozze ma la favola del matrimonio termina quando raggiunge il ricevimento per dare inizio ai veri festeggiamenti. Un umore nero pesa su di lei al punto tale da spingerla prima a rifiutare il neosposo e poi a tradirlo con un collega di lavoro. Al termine della giornata, abbandonata dal marito, cerca un rifugio presso i genitori, i quali non si mostrano però comprensivi nei suoi confronti; sua sorella Claire è rimasta l’unico porto sicuro in cui trovare supporto.

Claire conduce una vita felice, ha un marito e un figlio che ama e non accetta di vedere la sorella in un tale stato depressivo. Il mattino seguente, le due donne si avventurano in una cavalcata rigenerante nel bosco quando Justine nota che una delle stelle più luminose della volta celeste, Antares, non è più visibile ad occhio nudo. È questo il primo segnale dell’inesorabile avvicinamento di Melancholia alla Terra; Claire ha paura, ma crede in suo marito John quando questo le spiega che il pianeta sarebbe passato senza provocare alcun danno.

Le sue speranze, però, si scontrano con la realtà dei fatti: Melancholia continua ad essere visibile e, anzi, appare ogni giorno sempre più vicino. Sprofondata nello sconforto, scopre che John si è tolto la vita, ormai rassegnato al fatto che i giorni della Terra siano contati. Questa volta è Claire a cercare il sostegno di Justine, la quale ha raggiunto la più totale accettazione del proprio tragico destino.

Quando Melancholia colpisce e distrugge la Terra, Justine, Claire e suo figlio si tengono la mano in un rifugio immaginario che hanno costruito, consapevoli che non avranno alcuna via di scampo.

La scena iniziale di Melancholia, accompagnata dal Preludio a Tristano e Isotta di Richard Wagner, è lo spoiler più importante che la storia del cinema abbia mai visto. Lars von Trier, che ha descritto se stesso nel personaggio di Justine, toglie di mezzo l’ansia dell’attesa di un evento, l’impatto di Melancholia contro la Terra, che lo spettatore spera possa non verificarsi mai. E invece accade, eccome se accade, e il regista te lo dice subito: rassegnati, non ne uscirai vivo. L’attenzione è concentrata sugli stati d’animo, sulle azioni, che sono poi la vera quintessenza del film; von Trier racconta di averci proiettato i propri episodi depressivi, stracolmi di simbologia (la stessa Antares è la stella che per gli antichi Egizi rappresentava la dea Iside, e ho detto tutto) e riferimenti culturali – primi fra tutti Tristano e Isotta, e l’Ofelia di Shakespeare.

Il trip hop islandese di Björk

Homogenic è un album essenzialmente elettronico, sincopato, con riferimenti alle tradizioni musicali e canore islandesi. Non è un disco esplosivo, energico, caotico come i precedenti di Björk ed è interamente dedicato alla sua terra natia, ai suoi paesaggi e alle sue atmosfere. È un punto di svolta nella produzione dell’artista: in Homogenic lascia spazio ad alcuni tra i suoi brani più famosi, tra tutti Bachelorette e Jòga.

È proprio in Jòga che si racconta uno state of emergency, uno stato di emergenza che vede Björk ritratta nel mezzo dei paesaggi d’Islanda distrutti da un terremoto che, si scoprirà poi, essere dentro di lei (letteralmente, ma stavolta niente spoiler). L’artista ama il simbolismo, i testi rarefatti, quasi di difficile comprensione: nell’album parla della paura, causata dall’attentato alla sua vita operato da uno stalker sudamericano, ma anche che l’amore, e l’amore solo, possa dare la speranza necessaria per superare i momenti bui.

Se Lars von Trier incontra Björk …

Freddi, distaccati, simbolisti: Björk e Lars von Trier hanno molto in comune, forse più di quello che entrambi vorrebbero ammettere.

Quando ho scelto di accostare Homogenic e Melancholia avevo per un attimo dimenticato che i due sono stati colleghi anche nella vita reale. La cantante è infatti protagonista di uno dei film più riusciti di Von Trier, Dancer in the Dark. Björk si sarebbe dovuta occupare inizialmente solo della colonna sonora, poi pubblicata con il titolo Selmasongs. Ma il regista credeva fortemente che nessuno, se non l’autrice dei brani, avrebbe potuto vestire i panni di Selma, una madre che viene coinvolta in una serie di vicende spiacevoli per ottenere i soldi necessari ad operare il figlio, prossimo alla cecità. Il film è un vero colpo al cuore, forse il peggiore che un film mi abbia mai provocato, e la performance di Björk è, a detta di Von Trier stesso, una tra le migliori mai viste nei suoi lavori.

L’artista islandese ha poi denunciato il regista per molestie sessuali, sulla scia del movimento #MeToo e credo proprio che questo mio accostamento non piacerebbe a nessuno dei due. Ma è impossibile negare che i brani di Björk si accosterebbero bene a Melancholia. Troviamo poi, in Homogenic, un brano dal titolo Pluto che fa un chiaro riferimento al pianeta Plutone, noto in astrologia per essere il “domicilio” dello Scorpione, segno zodiacale al quale la cantante appartiene. Plutone è segno di rinnovazione, di rinascita, laddove Melancholia è per Von Trier il simbolo dell’imminente distruzione. Senza la fine, però, non ci può essere alcun nuovo inizio.

Se Lars Von Trier e Björk si incontrano, quindi, nasce qualcosa che ha sicuramente un certo fascino; un po’ inquietante, a tratti difficile da comprendere, ma indubbiamente curioso. In panorami che condividono colori, sentimenti, attenzioni, le sonorità frammentate di Homogenic fanno da contrappunto alla lentezza, alla morbosità di Melancholia. Certo Björk non ha nulla a che vedere con Wagner, ma guardare quei quattro minuti “spoiler” di cui parlavo poco fa con un sottofondo differente è un esperimento che merita di essere fatto. Provare per credere!


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