Intervista | Flow Sandos: “Today is a good day, domani non so”

Intervista al giovane rapper e producer Flow Sandos.


Flow Sandos

Classe ’99, Andrea Fumarola, in arte Flow Sandos, è un giovane artista “a metà tra producer e rapper” secondo le sue stesse parole, arrivato da poco a Milano. Noi di Radio Bicocca ci abbiamo fatto una chiacchierata per conoscerlo meglio.

Ciao! Iniziamo così: presentati in una frase.

Mi chiamo Flow Sandos, sono pugliese, della provincia di Taranto e sono un producer, un writer e un rapper.

Come mai hai scelto il nome Flow Sandos?

È una storia un po’ intima. Fondamentalmente mio nonno aveva dei vinili e ascoltandoli ho trovato questo nome.

Torniamo un po’ indietro. Come hai iniziato a fare musica, grazie a chi e quali sono state le tue influenze? Dalla risposta precedente immagino c’entrino anche persone a te care, che hanno avuto un certo ruolo nella tua formazione.

Quando avevo 14 anni io e un gruppetto di amici del paese eravamo abbastanza fan dell’hip hop e del rap italiano, quindi tra di noi c’è stata quella spinta a dire “ma adesso sai che c’è? Lo facciamo pure noi”. Abbiamo iniziato a scrivere le prime cose e, insomma, così è iniziato tutto il processo. Poi una volta cresciuti, le cose si sono fatte più serie, ognuno ha iniziato a farlo in proprio e da lì io ho iniziato anche a produrre.

Ripensando a questo periodo, cosa credi sia cambiato da allora a livello di identità personale e di ciò che vuoi fare con la musica?

Tutto. Proprio tutto, nel vero senso della parola. Chiaramente, sono cambiati i gusti, nel senso che in generale si affinano, al di là che tu sia un artista o meno. Poi cambia anche il modo in cui fai musica. Magari quando sei ragazzino hai quella spinta interiore, credi un po’ in quel sogno; quando sei grande invece non te ne frega un cazzo. Io faccio musica perché mi piace, mi piace essere in mezzo a situazioni di musica, stare in mezzo agli artisti in studio.

Flow Sandos
foto di @flowsandos

Parliamo allora della tua musica. Tu hai pubblicato un anno fa su SoundCloud un EP, Universo Reloaded, e nel 2022 tre singoli su Spotify (Flow Sandos, Scarpe Nuove, Today). Quali pensi siano i punti di cambiamento e continuità tra queste due fasi del tuo percorso?

In Universo ero solo un rapper, non mi ero ancora avvicinato alla produzione. Ho avuto la fortuna di fare questo EP con un producer pugliese, mio amico, che faceva parte del Pooglia Tribe, un collettivo hip hop dei primi anni duemila, tutta gente grande. La continuità è sicuramente nelle liriche, nella penna, perché io sono uno ancora molto legato alla parola, che sta perdendo la sua importanza. Infatti, se vediamo la maggior parte dei dischi rap e hip hop oggi hanno meno parole che in passato. I tre singoli sono prodotti in collaborazione con altre persone ma c’è comunque la mia mano. Non penso sia un punto di arrivo, anzi penso che saranno i prossimi brani il manifesto di ciò che voglio fare.

Quindi questi singoli li prendiamo un po’ come dei prodotti in erba?

Direi di sì, a parte forse Today.

A proposito di Today: com’è nata? Cosa avevi in mente quando l’hai realizzata?

Quel brano è nato un po’ così. Eravamo in una casa in Puglia, ad agosto, faceva caldissimo. Eravamo tra amici, c’era il mio amico argentino che è un bassista e una delle mie migliori amiche che è una flautista e aveva il flauto traverso. Invece io avevo una centralina per fare le batterie. Io e il ragazzo stavamo improvvisando, a un certo punto lui fa quel giro di batteria di Today e io gli dico “aspetta, registralo”. Iniziamo a registrare e a me viene naturale fare “today is a good day, domani non so”. È iniziato tutto così, jammando e improvvisando. Abbiamo prodotto il pezzo in una notte.

È molto bella questa dimensione collettiva presente nelle tue esperienze, pur essendo tu a scrivere e produrre i tuoi brani.

Assolutamente. Io non sono un musicista, so strimpellare qualche strumento ma non ho capacità tecniche incredibili, alla fine sono forte nel fare rap. Mentre come produttore sono bravo nell’avere l’idea musicale e nel “condire l’insalata”, quindi magari ho un bassista che non sa bene cosa fare e io gli do un po’ le direzioni. Mi piace molto lavorare con gli altri perché a farlo da solo mi rompo le palle (n.d.r mi è stato esplicitamente chiesto di scriverlo).

Ho visto i video musicali di Flow Sandos e di Scarpe Nuove e ho notato delle influenze dal cinema horror e dark. Ci sono influssi cinematografici nel tuo immaginario?

Innanzitutto grazie di aver notato questa cosa. Io intendo il mio progetto come audiovisuale oltre che musicale. Faccio i miei video da solo? Sì e no. Non sono un videomaker ma scrivo i miei video o almeno ho scritto questi due. C’è una forte impronta cinematografica. Per il video di Flow Sandos mi ero immaginato un po’ un discorso alla David Lynch, quindi legato al cinema grottesco. Invece quello di Scarpe Nuove, più semplice da questo punto di vista ma più articolato nella tecnica, è un po’ quel classico b-movie anni ’70/’80, tipo Non aprite quella porta.

Oggigiorno non è facile fare questa musica in una maniera alternativa, ci sono sottogeneri hip hop molto forti in italia e diventa complicato proporre qualcosa di nuovo, soprattutto per un artista indipendente. Vedremo i prossimi video dove mi porteranno.

Qualche domanda sul futuro. Raccontaci i tuoi progetti in cantiere, se ci saranno eventuali live, a cosa stai lavorando.

In cantiere ho un sacco di singoli che usciranno penso dall’anno nuovo in poi. Per i live, speriamo, non so. Sono da poco a Milano, sicuramente sto cercando di fare i miei contatti qua. Quando sono giù di solito prendo parte ad aperture, qua ho visto che ci sono associazioni forti con le quali sto entrando in contatto. Ieri mi sono esibito al Momà Club di Crema (n.d.r l’intervista è del 18 novembre) e il proprietario a fine serata mi ha lasciato il suo numero. Quindi il tempo di sviluppare un po’ di rete, poi vediamo.

Chiudiamo così: se devi fare uno sforzo di immaginazione, come ti vedi tra cinque anni, dove ti piacerebbe essere?

Mi piacerebbe essere al mare in vacanza.

A livello musicale invece?

(n.d.r Andrea ci ride su, non troppo contento della domanda) Non mi far dire queste cose dai. Per me questo progetto è un viaggio, quindi non lo so.

Un’ultima risposta vaga ma comunque valida per un artista giovane che si diverte a sperimentare e sta muovendo adesso i primi passi in cerca della sua identità musicale.


Flow Sandos su Instagram: @flowsandos
Flow Sandos su Spotify: Flow Sandos


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