Live report | Sum 41 a Milano


Martedì 28 gennaio i Sum 41 hanno letteralmente fatto esplodere il Lorenzini District a suon di punk. Il concerto è stata un’esperienza coinvolgente ed entusiasmante per migliaia di fan. Proviamo a raccontarvela, nonostante sia davvero difficile tradurre a parole le emozioni provate.

La band canadese si esibisce in una data esclusiva: la prima in Italia, dopo Order in Decline, settimo album pubblicato il 19 luglio 2019. L’ultima volta a Milano è stata a Giugno del 2017 per gli I-Days, assieme ad altri due mostri sacri del pop punk e dell’alternative rock: Linkin Park e Blink-182. L’ultima tappa italiana, invece è stata in occasione di Firenze Rocks, a giugno del 2019.

Lo show inizia con l’apertura a cura degli Zebrahead. Il gruppo rapcore statunitense che ha scaldato l’atmosfera, cavalcando l’onda dell’entusiasmo generale, in maniera vivace e divertente.

Pochi minuti dopo le 21.00, il drop del sipario bianco ha finalmente mostrato i 5 musicisti canadesi, che hanno esordito sulle note di Turning Away, prima traccia del nuovo album. Subito dopo The Hell Song e Motivation, due tra i brani più vecchi e conosciuti. L’inizio scoppiettante è stata una presentazione fedele di quello che sarebbe stato lo spettacolo: circa due ore di adrenalina pura, tra salti, urla, circle pit ed effetti speciali. L’intera scaletta, eseguita in maniera decisamente serrata, è stata un susseguirsi dei principali successi della band, intervallati da alcuni dei nuovi pezzi.

Il tutto è stato arricchito da uno spettacolo scenico essenziale, ma efficace.
Scenografia olografica, getti di fumo a tempo con i colpi di floor tom e rullante, piogge di coriandoli, palloncini giganti sulle note di Underclass Hero.

Il frontman, Deryck Whibley, ha più volte ringraziato il pubblico, trovandosi spesso in difficoltà a contenere applausi e grida. Ha anche ironizzato sul fatto che il concerto sarebbe stato tutto un saltare su e giù, incitando spesso a formare circle pit e pogare. Tra i vari ringraziamenti, ha deciso di dedicare un omaggio a Kobe Bryant, campione del basket americano tragicamente scomparso lo scorso 26 gennaio. Il pubblico ha prontamente colto l’invito, facendo con le mani il numero 24, per ricordare la maglia del giocatore.

A un terzo dalla fine, il cantante, scortato dalla sicurezza, si è fatto strada tra la folla, per andare al centro del pit, dove ha eseguito due brani che parlano d’amore, perchè l’amore è una delle cose più importanti.

Il finale con Fat Lip e Still Waiting e l’encore con la cover di We Will Rock You e In Too Deep, hanno rappresentato il culmine di un concerto, giocato completamente al rialzo, che ha lasciato i presenti letteralmente senza fiato.

E se tutto ciò non fosse abbastanza, Deryck decide di riservare un ultimissimo regalo – almeno apparentemente – spontaneo e improvvisato. Mentre le luci erano accese e la folla iniziava a disperdersi verso l’uscita, all’improvviso tutti sono stati rapiti dal suono di una chitarra acustica: Best of Me e brividi.

L’ultimo lavoro in studio dei Sum 41, Order in Decline, è un album di 10 brani duri e movimentati, nei quali il punk in chiave moderna, che ha contraddistinto la discografia iniziale, viene influenzato pesantemente dalle tendenze heavy ed alternative metal. Il gruppo non fa che confermare la capacità di produrre musica sempre nuova in maniera camaleontica, pur mantenendo un’ impronta inconfondibile e originale.


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