Categoria: Musica

  • Giovanni Truppi in concerto al Castello Sforzesco

    Intervista | Emme di Modesto: “La musica è un’esigenza”byIrene Lantano Van Gogh: The Immersive Experience a MilanobySofia Fossati Giovanni Truppi in concerto al Castello Sforzesco All’interno di una location suggestiva quale ilCortile delle ArmidelCastello Sforzesco, mercoledì2 agostosi terrà il concerto diGiovanni Truppi. Il cantautore napoletano porterà sul palco il suo ultimo discoInfinite possibilità di essere finiti, pubblicato lo scorso aprile perVirgin Music LAS/Universal Music Italia. Anticipato dai singoliAlcune considerazioni,Le persone e le cose,La felicitàeMoondrone, il nuovo album arriva a quattro anni di distanza dal precedente LPPoesia e civiltàe un anno dopo la pubblicazione diTutto L’universo, una raccolta dei primi dieci anni di carriera del musicista, pubblicato dopo la partecipazione alla 72esima edizione del Festival di Sanremo. Giovanni Truppi è un artista eclettico, che – in quest’ultimo lavoro – mischia la canzone d’autore, con la musica elettronica, i suoni delle città con lo spoken word. Così il cantautore racconta il disco:“Dalla nascita alla morte, che ne sono i segni più evidenti, a ogni passo dell’esistenza ci confrontiamo con la nostra finitudine: scegliamo, imbocchiamo sentieri, optiamo per una delle innumerevoli diramazioni del possibile, prendiamo posizioni. E i nostri limiti non si esauriscono con la durata della vita: noi siamo costitutivamente finiti”. Giovanni Truppi canta di un’autobiografia universale, descrive storie di vita quotidiana, di amicizia e di amore con ironia, drammaticità e sincerità, illustrando il nostro presente con sincerità. È un disco cittadino e senza tempo, che si muove nei luoghi cari all’artista tra il quartiere Centocelle a Roma, a Bologna dove abita ora con la famiglia. Infinite possibilità di essere finitiaffronta temi importanti per la società quali il privilegio, il senso di comunità, le difficoltà economiche e la gentrificazione. Non mancano riferimenti alla sfera personale e ai grandi argomenti della morte, della vita, dei sentimenti e delle relazioni. Dal punto di vista musicale, il disco vede la produzione di Marco Buccelli (suo storico collaboratore) e Niccolò Contessa (I Cani, Coez, Tutti Fenomeni). A fare da collante, in questo percorso variegato di stili e sonorità, ilcollagee l’utilizzo dipaesaggisonori. Infatti, ci sono i rumori delle strade di Centocelle, i nomi dei negozianti e delle persone conosciute in questi anni, il traffico lungo Via Indipendenza a Bologna, i rumori delle biciclette, delle voci e dei passi. Dal punto di vista visivo, invece, particolare è la copertina di questo album: si tratta di un’opera partecipativa realizzata dal pubblico e dall’artista Aldo Giannotti alMAMbo di Bologna. Per connettersi ancora una volta con il pubblico, inoltre, è stato creato da LifeGate e da Virgin Music un podcast dal titoloEssere finiti, nel quale Giovanni Truppi ha raccontato il suo nuovo disco in anteprima. Un viaggio tra Bologna, Roma, Napoli, Mestre e Milano, in cui l’artista porta gli ascoltatori con sé negli ultimi momenti prima del debutto dal vivo del suo nuovo disco in anteprima. Quattro puntate in cui l’artista si confronta con persone vicine e lontane (da Dargen D’amico ai Thru Collected, da Paolo Giordano a Peppe Fiore fino a coinvolgere anche sua mamma) aprendo le porte del proprio mondo e del proprio universo. Giovanni Truppi ha presentato il nuovo album in anteprima ad aprile in uno speciale tour di sette appuntamenti. Sono stata alla data di Milano e mi sono trovata davanti ad uno spettacolo tra la musica e il teatro: affiancato da Marco Buccelli, il cantautore ha presentato diInfinite possibilità di essere finitiinsieme all’elegante teatro d’ombre di Unterwasser. L’unione tra immagini e suoni ha permesso al pubblico di immergersi in qualcosa di unico, apprezzando forse ancora di più le nuove canzoni che venivano presentate. La dimensione dal vivo è la migliore per conoscere ed apprezzare il talento e il carisma dell’artista napoletano. Il cantautore con la canottiera continua ad evolversi attraverso la sua musica e a stupire sempre di più gli ascoltatori. Sono certa che questo spettacolo nel cortile delCastello Sforzescosarà la cornice perfetta per poter apprezzare un artista così speciale. Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.I campi obbligatori sono contrassegnati* Previous PostIntervista | Emme di Modesto: “La musica è un’esigenza”byIrene Lantano Next PostVan Gogh: The Immersive Experience a MilanobySofia Fossati

  • Intervista | Emme di Modesto: “La musica è un’esigenza”

    Intervista | Andrea Poggio: il futuro nel suo nuovo albumbyRadio Bicocca Giovanni Truppi in concerto al Castello SforzescobyEnrica Barbieri Intervista | Emme di Modesto: “La musica è un’esigenza” Andrea Cirfeta, in arteEmme di Modesto, è un rapper-cantautore salentino che a piccoli passi sta cominciando ad affacciarsi al mondo discografico. Nonostante la giovane età, traspare una grande maturità artistica, dovuta sicuramente anche al suo aver studiato musica fin da bambino. Noi di Radio Bicocca abbiamo avuto la possibilità di intervistarlo per voi. Io sono un artista a 360° e in questo progetto in particolare porta la mia vena da rapper. Nasco in realtà come chitarrista, ma ho sempre studiato musica fin da bambino. Ho iniziato a studiare chitarra con mio nonno, ma dopo un po’ mia madre decise di farmi prendere delle lezioni. Da lì non ho mai smesso e oggi a 23 anni sto continuando a studiare chitarra jazz al conservatorio di Lecce. In questi anni ho intrapreso anche un percorso da bassista, prendendo lezioni daCombassdegliAprès la classe. L’esigenza di cominciare a scrivere invece è nata quando avevo 15/16 anni. Dopo una serie di vicissitudini, sono riuscito a trovare nella musica uno strumento di sfogo. Il progetto Emme di Modesto oltre che basarsi sul messaggio e quindi sullabellezza del contenuto, nasce con l’intento di essere variegato dal punto di vista musicale. Non mi piacciono le cose scontate, già sentite. In queste senso le due cose vanno molto bene insieme, lo studio della chitarra mi permette di ottenere un ibrido rispetto alla scena rap attuale. Mi ha permesso di proporre qualcosa che in Italia pochissimi fanno, forse solo artisti comeSalmoeCaparezza. Sicuramente portare avanti entrambi è faticoso dal punto di vista del tempo, ma da un punto di vista stilistico, soprattutto nel panorama attuale, è diventato necessario avere più stili e prospettive da sfruttare. Nasce quattro anni fa soltanto con chitarra e voce, in quanto era nato all’interno di un progetto più cantautorale che spero di poter pubblicare presto.Tengo Testain particolare nasce dall’incontro con produttori di diversi generi, che man mano modificavano sempre più l’approccio al brano. Alla fine è stata la mano del mio produttore attuale, Michele D’Elia, che mi ha permesso di raggiungere una versione definitiva sia dal punto di vista testuale che musicale. Generalmente ci metto un paio di giorni, ma una volta che entri in studio e punti ad alzare il livello, quello che hai fatto solo con chitarra e voce viene completamente rivisto, utilizzando anche dellereferencee questo ovviamente allunga il processo. In genere io cerco sempre di partire da influenze che non usano metriche scontate, ma qualcosa di più innovativo, con intrecci ritmici unici. Fare questo lavoro su ogni singola canzone richiede almeno 3/4 mesi. Secondo me è importante essere consapevoli di ciò che si fa, è quello che ti permette di distinguerti come artista. Non bisogna essere arroganti, pensando di avere un prodotto superiore a quello altrui. Così come non bisogna usare la musica per insultare gli altri. Ad oggi, di fronte anche alle scadenze stringenti delle case discografiche, gli artisti devono portare sempre roba nuova e questo li porta ad usare la musica come un veicolo per insulti e derisione, semplicemente perchè è più facile. Quello che è importante quindi è laconsapevolezzama soprattuttoessere felicidi ciò che si fa. Questo è un discorso difficile. Io sono salentino e dalle mie parti la situazione è abbastanza complicata, prima di tutto dal punto di vista geografico. La puglia è lunga e non c’è un adeguato sistema di collegamento tra le varie città pugliesi. In generale vedo che la situazione è troppo difficile per pensare ad un cambiamento a lungo termine. Nella mia zona in particolare quello che vedo è che ciò che va meglio sono le dance hall ma anche le cover band, per quanto riguarda invece progetti inediti siamo ancora molto arretrati. Il mio obiettivo è, si viaggiare, inseguire la musica in giro per il mondo, ma poitornare sempre a casa.Tutto in questo momento si sta concentrando al nord, la maggior parte dei ragazzi della mia zona se ne è andata al nord in cerca di più opportunità ma questo non ha fatto altro che saturare il panorama musicale al nord lasciando ferma la situazione qui. Io voglio riuscire a cambiare le cose restando qui, consapevole di tutte le difficoltà che ci sono. Poche settimane fa ho pubblicato su tutti i miei canali social la cover diLunedìdiSalmo. Ad agosto, se non ci sono problemi, organizzerò a Santa Maria di Leuca unrelease partydi un brano techno in un lido, con l’aiuto di un paio di amici. Sicuramente è un’idea innovativa, non penso ci siano mai stati release party in queste zone. Prossimamente poi usciranno anche altre live session in collaborazione con altri artisti emergenti. A settembre poi con alcuni miei amici, partiremo per unostreet tour, portando sia cover che inediti e con l’idea di organizzare una jam session in strada in giro per l’Italia. L’idea è poter creare anche delle collaborazioni con tanti altri artisti Per seguireEmme di Modestoe non perdervi nulla del suo progetto potete seguirlo su: Se vi è piaciuta questa intervista trovate tutte le nostre altre interviste sulnostro sitoe suSpotify. Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.I campi obbligatori sono contrassegnati* Previous PostIntervista | Andrea Poggio: il futuro nel suo nuovo albumbyRadio Bicocca Next PostGiovanni Truppi in concerto al Castello SforzescobyEnrica Barbieri

  • Intervista | Andrea Poggio: il futuro nel suo nuovo album

    Project Revelation: una mostra gratuita da non perderebyIrene Lantano Intervista | Emme di Modesto: “La musica è un’esigenza”byIrene Lantano Intervista | Andrea Poggio: il futuro nel suo nuovo album Andrea Poggioè un artista poliedrico: dall’esperienza con iGreen Like July, alla carriera solista iniziata nel 2017 con l’albumControluce. Lavora alla colonna sonoradel filmOnodadel regista francese Arthur Harari, che porterà la sua musica in apertura della sezioneUn Certain RegardalFestival di Cannesnel 2021; proprio in quell’anno inizia la scrittura deIl futuro, il suo secondo album in studio uscito lo scorso 5 maggio e anticipato dal singoloParole a mezz’aria. Abbiamo scambiato due chiacchiere con Andrea Poggio alla vigilia dell’uscita del singolo, ecco cosa ci ha raccontato. Ciao Andrea, per cominciare ti chiederei una piccola presentazione del tuo progetto Mi chiamo Andrea Poggio, sono un musicista, cerco di scrivere delle belle canzoni e spero di riuscirci. Vorrei parlare del tuo ultimo singolo,Parole a mezz’aria: è una canzone che all’ascolto sembra triste ma in realtà ti trasporta e ti dàtranquillità. Era questo l’effetto che volevi ottenere? Mi piace, nelle canzoni, giocare di contrasto, ricorrere all’antico espediente di abbinare una parte musicale più uptempo, come quella diParole a mezz’aria, ad un testo un po’ meno allegro. PeraltroParole a mezz’arianon è un brano necessariamente triste. Forse è un po’ malinconico, certamente è un brano che si basa sul non detto, in cui la narrazione tutta è incentrata su frasi lasciate a metà. Il titoloParole a mezz’ariacosa significa in particolare? È un brano fatto di frasi interrotte, di parole non dette, appunto, di parole a mezz’aria. Qualè il messaggio che, attraverso questa canzone, vorresti arrivasse a chi la ascolta? È una canzone che si basa sull’ambiguità, il cui messaggio è proprio il non voler svelare il suo messaggio in maniera diretta. Devo confessarti che, anche da ascoltatore, non ho nessun interesse a capire il significato o la trama di una canzone. Gli spazi bianchi sono utili affinché l’ascoltatore li riempia a suo piacimento. Ovviamente per me la canzone ha un suo significato specifico, ma non lo voglio imporre all’ascoltatore, voglio che l’ascoltatore sia libero di interpretare il brano come meglio crede. Al liceo leggevo molto Calvino, che lasciava delle pagine incomplete cosicchéil lettore avesse libera interpretazione del significato delle sue parole; mi ricorda molto questa tua filosofia Capisco cosa vuoi dire, ma penso che il tuo paragone sia calzante fino ad un certo punto. Per Calvino il lasciare la pagina incompleta è una scelta; nel caso della canzoni è una scelta obbligata, legata ai limiti propri della forma narrativa, al fatto che gli spazi di una canzone sono molto più ridotti rispetto agli spazi di un libro. Sono anche spazi che talvolta vengono integrati dalla parte musicale. La musica è in grado di colmare quelle parti rimaste incomplete, quelle frasi interrotte. Pensiamo ad un brano comeGli impermeabilidiPaolo Contee a quele ricomincerà, come da un rendez-vous, non serve aggiungere altro, è la musica che fa il resto, che spiega tutto. Stavamo parlando di contraddizioni all’interno della canzone e ti volevo chiedere: c’è una contraddizione nella tua volontà di coniugare la tradizione del cantautorato italiano con un approccio più moderno, contemporaneo? Sono nato ascoltandoDylan,Leonard Cohene iBeatles, ma, come è naturale, a questi ascolti negli anni se ne sono affiancati altri. Da musicista credo che sia molto importante parlare il linguaggio del proprio tempo e non riprodurre in maniera pedestre i modelli del passato. Non è una cosa semplice, ma questo dovrebbe essere l’obiettivo di qualsiasi musicista che scrive e registra musica al giorno d’oggi. E non significa dimenticare i maestri e la tradizione. La tradizione italiana è ricca e imprescindibile, ma deve essere solo il punto di partenza, la base dalla quale cercare strade nuove. Una domanda un po’provocatoria: come ti vedi tra cinque anni? Questa è una domanda molto interessante visto che il mondo in cui opero si modifica e cambia di mese in mese. Spero per voi che non sarò a fare dei balletti su TikTok, ma chissà. Mi auguro di continuare a scrivere dei dischi e non solo dei singoli, di non piegarmi alla logica delle piattaforme digitali. Per me la forma disco è ancora molto importante, lo vedo come lo spazio necessario e indispensabile per creare un mondo, un immaginario entro il quale fare agire le canzoni. Per concludere: quali sono i tuoi progetti per il futuro? Il 5 maggio è uscito il mio nuovo disco,Il futuro, e al momento spero di poterlo portare in giro il più possibile. Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.I campi obbligatori sono contrassegnati* Previous PostProject Revelation: una mostra gratuita da non perderebyIrene Lantano Next PostIntervista | Emme di Modesto: “La musica è un’esigenza”byIrene Lantano

  • Serepocaiontas: intervista all’ukulelista che ha conquistato i social, la TV e il cinema

    Intervista | Marrano, il nuovo album è Carne ossabyJessica Amianto Barbato Dalíland: un film rivoluzionario su Salvador DalíbySofia Fossati Serepocaiontas: intervista all’ukulelista che ha conquistato i social, la TV e il cinema Serepocaiontas, il cui vero nome è semplicemente Serena, è cantante e ukulelista. I suoi video su Instagram e TikTok hanno riportato in auge l’ukulele, che nelle sue cover è (quasi) sempre protagonista. I suoi riarrangiamenti hanno fatto breccia nei cuori diLeonardo Pieraccioni, che li ha inseriti nella colonna sonora deIl sesso degli angeli, e diGabriele Muccino, che ha scelto proprio Serena per interpretare i brani che accompagnano le scene della seconda stagione diA casa tutti bene. Dallo scorso 5 dicembre accompagnaFiorelloaViva Rai2!come cantante e strumentista e, accanto a questa parentesi televisiva, ha pubblicato il suo nuovo singoloTapis roulant. Abbiamo scambiato due chiacchiere con Serepocaiontas a proposito del suo percorso artistico, del suo nuovo brano e del futuro prossimo, che la vedrà impegnata anche nella realizzazione di un piccolo sogno personale. Se dovessi descrivere Serepocaiontas con una parola, non necessariamente un aggettivo, quale sarebbe? Perchè? Difficilissima questa, non me lo hanno mai chiesto! Vado sul banale e ti dicoserenità, perchè aldilà del gioco di parole che è legato al mio nome, è una cosa in cui mi rivedo. È la chiave di lettura delle mie canzoni e delle cover che faccio, che sono pensate per fare stare bene chi le ascolta, come qualcosa che dia tranquillità. Mi dicono sempre“Serena di nome e di fatto”, è un commento che ricevo spesso anche da persone che non conosco, quindi credo che sia un termine adatto per descrivermi. Prima di Serepocaiontas avevi altri progetti musicali? C’è stato un periodo in cui, insieme a Serepocaiontas, avevo un altro progetto musicale; ci chiamavamo Le Salopette, un duo chitarra e voce che avevo fondato con un amico, Gennaro Ricciardone, con cui ho condiviso i primi anni di scuola di musica. Tra i 14 e i 15 anni io studiavo canto a Latina, mentre lui studiava chitarra nella stessa scuola, poi dopo l’Università ci siamo trasferiti entrambi a Londra e abbiamo iniziato a lavorare insieme. Facevamo anche contenuti social comeLe Salopette, ma la pagina adesso è un po’ inattiva. Io ero già Serepocaiontas all’epoca, ma non era un impegno full time, perchè intanto lavoravo nel digital marketing per una startup londinese. Facevamo solo video indossando salopette. Quindi diciamo che hai avviato la tua carriera musicale pubblicando cover sui social, ma quando hai iniziato a scrivere brani tuoi? All’inizio non lo intendevo come un lavoro, ma come una passione per il tempo libero. Poi ad un certo punto il mio tempo libero è stato mangiato dalla passione, non avevo più weekend, non avevo più serate. È diventato un impegno serio un paio di anni fa, quando ho incontrato Daniele Silvestri,DSonthebeat. A quel punto abbiamo cercato di dare un po’ di serietà al progetto. Sono tornata in Italia, a Milano, e i weekend li usavo per lavorare in studio con il produttore. Abbiamo anche iniziato a pubblicare dei video tutorial che interessassero il pubblico che voleva imparare a suonare l’ukulele. Da novembre 2022, quando sono stata chiamata da Fiorello perViva Rai2!, è ufficialmente il mio lavoro. Ho iniziato a scrivere, poi, quando ho finito l’università: io vivevo a Londra da poco perché mi ero trasferita per fare uno stage. Studiavo economia ma sapevo di avere una predisposizione per la musica e ad un certo punto ho scritto questo brano,L’economistico, che era dedicato ai miei colleghi bocconiani. Ero stremata perché avevo appena finito di scrivere la tesi e mi domandavo se fosse davvero quello che volevo fare nella vita. Avevo già composto altre canzoncine ma quella è stata la prima di senso compiuto, e l’ho anche mandata alla mia relatrice! Le canzoni, quelle vere, diciamo, che poi ho pubblicato con Daniele sono uscite a partire da luglio scorso. Il primo singolo si chiamaLimonatama ne abbiamo pubblicati quattro a seguire. Il prossimo è in uscita il 16 giugno. In realtà scrivo principalmente al piano; mi trovo meglio perché l’ukulele è un po’ limitante a livello di giri armonici. Di solito l’idea di un brano nasce in luoghi improbabili, sotto la doccia o in mezzo al traffico; quando poi ho uno strumento sotto mano cerco di trascriverla. Alla fine arriva Daniele che fa degli arrangiamenti fighissimi, cose che io non potrei nemmeno immaginare, quindi meno male che c’è lui! Quali sono gli artisti che ti hanno formata di più a livello musicale?Io ho avuto un lungo periodo jazz che è iniziato al mio seconodo anno di scuola di canto. Ho iniziato in quella scuola a 14 anni e avevo con un maestro molto bravo, che però poi ha cambiato scuola. Il secondo anno è arrivata questa insegnante,Alice Claire Ranieri, che è una jazzista, e mi ha fatto scoprire il jazz e la bossanova. Così ho iniziato ad ascoltare João Gilberto e Ella Fitzgerald. Poi ho scoperto degli artisti contemporanei che si sono ispirati a quel mondo lì;Cyrille Aimée, ad esempio, è la mia preferita e fa delle rivisitazioni di pezzi classici. Chiaramente poi mi sono tenuta vicina al pop,Justin BiebereTaylor Swiftin primis. I due mondi nei miei pezzi convivono, credo sia per questo che oggi posso collocarmi nel panorama indie. Cerchiamo comunque di tenere qualche riferimento jazzistico, qualche armonia interessante. La mia primissima cantante preferita però è stataDido, che è stata anche il primo concerto a cui ho partecipato, a 9 anni. Avevo costretto mia madre a portarmici, poi da lì concerti diTiziano Ferroa manetta! C’era una volta una gatta #ukulele#ukulelecover#ginopaoli#lagatta#lagattacover#ukulelemusic#ukelele#ukuleleitalia#musicaitaliana#cantantiemergenti#spotifyitalia#serepocaiontas#fyp#perte#perteeee Un’ultima domanda prima di arrivare a parlare dei tuoi ultimi lavori, qual è la cover che hai pubblicato – o che magari non hai mai pubblicato – che ti piace di più suonare? La gattadiGino Paoli, che è anche quella con cui inizio tutti i concerti; è una forma di scaramanzia ormai. Inoltre è molto semplice da suonare e lascia spazio alla voce perché non ti devi concentrare sullo strumento. Credo sia anche il video, tra tutti quelli che ho pubblicato, che ha avuto più engagement con il pubblico. Tapis Roulant è il tuo ultimo singolo, me lo racconti? È una canzone nata in un momento strano della mia vita. Quest’anno ho fatto un cambio di vita netto: lavoravo per una grande azienda nel campo del digital marketing, convivevo e tutto sommato vivevo un momento di stabilità. A quel punto sono passata al mondo artistico, che per dirla in tutta onestà non è proprio stabile. Un giorno ho ricevuto un messaggio vocale su Instagram daFiorello, che mi chiedeva di entrare a far parte del cast di Viva Rai2! e quello mi ha cambiato la vita. Era il mio sogno lavorare nel mondo dello spettacolo, e mi sono dovuta trasferire a Roma vivendo praticamente in hotel per mesi. A Roma non conoscevo nessuno perché, pur essendo di Latina, mi sono trasferita a Milano a 18 anni per frequentare l’università e tutti i miei riferimenti sono rimasti lì, anche il mio ragazzo era lì. Così un pomeriggio di quelli che ho passato in hotel ho scelto di usare la loro palestra; io zero sportiva, ho ripetuto questa attività più volte e alla fine mi sono accorta che era un buon modo per staccare. Suonare e cantare ormai era diventato un lavoro e il tapis roulant mi ha aiutata a passare questo periodo di ansia. Nel video ilTapis roulantdiventa un materasso, un posto di relax. L’ho voluta dedicare a questo oggetto che prima non aveva mai messo piede nella mia vita. È proprio unaukulele songleggera con alcuni riferimenti, ad esempio aBlue Moon, che è uno standard jazz pensato per creare tranquillità. Pensa che quando mi è venuta l’idea ero sulle scale mobili della metro a Roma, l’ho registrata subito da lì, in mezzo al rumore, per non perderla! Hai lavorato anche alla colonna sonora diA casa tutti bene 2facendo cover di classici del panorama musicale italiano e internazionale. Se dovessi scegliere un film o una serie di cui comporre la colonna sonora, interamente con brani tuoi, quale sarebbe? Uh bello, a me piaccono molto i film diWes Andersonquindi potrebbe essere molto figo comporre brani in italiano per un suo lavoro. Con la mia estetitca ci starebbe benissimoIl treno per il Darjeeling. Alle serie tv non mi affeziono molto, tranne forseHow I met your mother, ma non potrei mai mettermi a lavorare alla sua colonna sonora perché serie come quella sono davvero lughissime. Tante serie tv italiane oggi, tipoMare Fuorio comuqnue quello che esce su RaiPlay, sono interessanti, ma per fareMare Fuoriforse dovrei scrivere in napoletano quindi magari no. In ogni caso, la cosa più bella nel colonne sonore è proprio dover partire dalle scene, quindi rispettare le situazioni, i dialoghi, i personaggi, il ritmo. Non comandi tu, ma ti devi adattare a tutto, soprattutto ai silenzi che sono la cosa più sfidante del lavoro conMuccino. Una domanda cattiva che faccio sempre: quale featuring vorresti assolutamente fare e quale invece non faresti mai?Vorrei fare un featuring conCarl Brave; sai che quando ho scrittoLimonata, l’avevo pensata come un featuring con lui? Pensavo“questa è la parte in cui canta lui, qui invece canto io“. Forse non farei mai un feat conGuèanche se mi sta simpatico. Non mi ci vedrei a duettare con lui! Quali sono i tuoi progetti per il futuro in questo momento? Ho un singolo in uscita il 16 giugno e non vedo l’ora che esca perché stiamo facendo un lavoro molto più intenso. Abbiamo coinvolto anche un sassofonista con cui abbiamo progettato una sezione di fiati molto bella. Ci sono un po’ di concerti in vista per questa estate, ma il progetto più importante su cui sto lavorando èSanremo Giovanie spero con tutta me stessa che si realizzi. Quindi nei prossimi mesi dovrò scrivere due pezzi per presentarmi. Ultima domanda, un po’ nerd: l’audio nei video che posti è in presa diretta? Sì assolutamente, uso questo microfono che si collega direttamente con l’iPhone oppure al pc. Funziona con un’app che lo rende compatibile con diversi dispositivi, poi qualsiasi video prende l’audio da lì. Fortunatamente è anche carino da vedere, perché poi va sempre tenuto vicino alla bocca e quindi compare spesso nei video. Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.I campi obbligatori sono contrassegnati* Previous PostIntervista | Marrano, il nuovo album è Carne ossabyJessica Amianto Barbato Next PostDalíland: un film rivoluzionario su Salvador DalíbySofia Fossati

  • Intervista | Marrano, il nuovo album è Carne ossa

    Le serie comedy da sessionebyCarola Mangiarotti Serepocaiontas: intervista all’ukulelista che ha conquistato i social, la TV…byJessica Amianto Barbato Intervista | Marrano, il nuovo album è Carne ossa CARNE OSSAè il terzo album in studio deiMarrano, uscito lo scorso 17 febbraio e prodotto sotto la supervisione diDavide “Divi” Autelitano, voce deI Ministri. Un rock alternativo e potente, caratterizzato da ritornelli travolgenti e atmosfere più cullanti, quello che Andrea, Daniele e Nicola hanno raccontato nella nostra intervista. Cercando Marrano su Google, il primo risultato di ricerca è una parola che indica un titolo ingiurioso che gli spagnoli rivolgevano ai mori e agli ebrei. Descrive quindi una persona prepotente, grezza. Vi posso chiedere il perché della scelta del vostro nome, Marrano? È una domanda interessante perché abbiamo scelto questo nome per nessuno dei motivi che hai elencato, era solo il soprannome di un nostro amico. Nasce per caso e scopriamo in seguito tutti i siginificati della parola. Non ha nessuna motivazione storico religiosa;marranoci piaceva per come suonava, poi sicuramente il suo significato, in maniera indiretta e inconscia, ci trasmetteva questa energia di rabbia, di aggressività che volevamo cercare nel nostro nome. Il significato che è uscito dopo rimandava a quell’idea ma non lo abbiamo scelto per quello. Quali sono i vostri più grandi riferimenti artistici? Sicuramente per noi tre è il grunge anni Novanta, soprattutto iNirvana, che sono la band con cui siamo cresciuti e sono la band che ci ha messo d’accordo nell’iniziare questa avventura. Ci sono anche band italiane dell’underground italiano, comeVerdena,AfterhourseIl teatro degli orrori, che abbiamo ascoltato molto. I nostri riferimenti sono puramente musicali, poi i gusti sono cambiati nel tempo; molto di quello che è confluito nel nuovo album viene in realtà dal rock australiano, ad esempio daiDunerats. Quando avete iniziato nel 2015 la scena musicale italiana era molto diversa da oggi, credi che il panorama di oggi dia più spazio alla vostra musica rispetto ad allora? Siamo nati nel giugno del 2015 ma, nonostante sia vero che la musica è cambiata, band come noi stanno facendo molta fatica. Già prima del 2015 c’era pochissimo spazio per le band rock, soprattutto per chi come noi non viene dalle grandi città italiane, quello forse è stato il periodo peggiore per iniziare in questo genere. Noi teniamo duro perchè speriamo sempre che il rock e certe tematiche tornino in auge, magari anche in forma rinnovata. CARNE OSSA,che è il vostro terzo album, è uscito lo scorso febbraio; il primo era uscito nel 2017, il secondo nel 2020. Quali sono le principali differenze tra questo lavoro e i vostri precedenti? Il primo album,Gioventù spaccata, raccoglie tutto quello che abbiamo raccolto in due anni di sala prove. È un impeto, perché quando inizi hai bisogno di fare brani, vuoi esistere come band.Perdere, nel 2020, è un disco che purtroppo vive di rammarico perché è uscito in piena pandemia e abbiamo suonato poco in giro. È più maturo perché avevamo un produttore e avevamo più idee chiare. Era molto più ragionato e più consapevole, oltre ad esserci più professinalità.CARNE OSSAinvece ha avuto un vero produttore musicale, e questo ha dato un ulteriore upgrade; è frutto però di due anni di scrittura chiusi in casa. Ognuno ha scritto le sue canzoni, che quindi hanno tanti anni e sono state lavorate in sala prove solo in un secondo momento. La grossa differenza quindi è che non è nato in sala prove. Molto bene, al momento siamo fermi per il tour estivo ma ha avuto un buon riscontro. Siamo contenti di come è venuto perché avevamo bisogno di fare uno step avanti a livello di produzione; poi anche la gente ha reagito positivamente perché ha sentito un miglioramento e i concerti hanno avuto un incremento importante. Quindi in questo momento sta andando super bene. Come è nata e come si è sviluppata la collaborazione con Divi, che ha prodotto l’album? Ci siamo conosciuti tramite un ragazzo che lavorava con noi e che ha fatto sentire a Divi alcuni nostri brani. Ci siamo incontrati poi a Forlì ad un concerto deiMinistrie abbiamo iniziato a mandargli dei provini di canzoni che avevamo in cantiere. Inizialmente lavoravamo a distanza, poi a febbraio 2022 abbiamo iniziato a lavorare proprio insieme. Lì abbiamo registratoPoveri diavoliche è stato il primo singolo. Lui è venuto da noi e abbiamo collaborato fianco a fianco, poi ci siamo trovati bene e abbiamo continuato a lavorare insieme in presenza per i mesi successivi. Lui ha un’esperienza enorme e una carica che ci hanno fatto prendere veramente bene. Come nasce invece una canzone dei Marrano? La parte musicale nasce sempre prima; può nascere da me, che suono la chitarra e canto, quando tiro fuori delle linee che possono essere sviluppate oppure costruisco brani dalla A alla Z registrando tutti gli strumenti. A quel punto poi ultimiamo in sala prove. Allo stesso modo anche Nicola, che suona la batteria, ha scritto buona parte dei brani nel disco. Anche Andrea, che suona il basso, ha scritto dei brani, comePoveri diavoli. Non c’è mai un processo unico perché tutti scriviamo. In questo disco è nato quasi tutto a casa con qualche software al pc; ciò ci ha permesso di lavorare anche con Divi a distanza. Il testo è l’ultima cosa, perché preferisco costruire parole e melodia su una base di strumenti già solida. Nella vostra carriera avete aperto i concerti di tantissimi artisti, ma quale sarebbe l’artista con cui vorreste assolutamente fare un feat e quello con cui invece non lo fareste mai? Il feat ti direi conDivi, perché gioco in casa. Non lo abbiamo fatto per questo disco ma ci piacerebbe moltissimo farlo in futuro. Coronerebbe un sogno che abbiamo tutti. Non so invece con chi non lo faremmo, penso a qualche artista indie che va adesso. Boh,Ariete, forse, che è il primo artista che non mi piace che mi è venuto in mente. E il palco che sognate di calcare? In Italia di festival che ci piacerebbe fare non saprei cosa risponderti. Una volta ti avrei detto ilMI AMI, perché era rock e alternativo. C’era ancheLa Tempesta, che faceva festival. Ad oggi un qualsiasi festival rock italiano ci andrebbe bene. Il sogno, però, sarebbeReedingo ilCoachella. Qual è il brano che vi piace di più suonare dal vivo? Fate anche cover? Il brano che ci piace suonare di più in questo momento èPugno, che ci diverte molto. Oltretutto lo abbiamo messo come primo pezzo dal vivo, quindi ce lo bruciamo subito. È quello che in questa fase ci diverte, è bello energico, saltellante ed è un buon modo per caricarsi all’inizio del live. Dal vivo non facciamo cover, ma è capitato un paio di volte. Una volta abbiamo fattoOpiniondeiNirvana, che loro poi non hanno mai registrato e la suona Cobain in acustico in una radio; poi abbiamo registratoSabotagedeiBeastie Boys, ma non l’abbiamo mai suonata dal vivo. Per concludere, quali sono i vostri progetti futuri? In questo momento siamo in tour, abbiamo appena chiuso il tour invernale-primaverile e stiamo definendo l’estivo. Pensiamo esclusivamente a suonare e portare in giro l’album; poi sicuramente ci rinchiuderemo in sala prove e penseremo ad un altro album. 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  • Evra, ciò che cerco di nascondere è il nuovo EP

    Teen Dystopia: le radici del successobyCarola Mangiarotti La Pace Preventiva: la mostra di Michelangelo Pistoletto a Palazzo…bySofia Fossati Evra, ciò che cerco di nascondere è il nuovo EP È uscito lo scorso 31 marzociò che cerco di nascondere, il primo EP dell’artista bareseClaudia Cuccovillo, in arteEvra. Nato in un periodo trascorso nella sua città, in Puglia, durante la pandemia, l’ultimo lavoro in studio di Evra racconta quella che l’artista definisce la sua verità. Abbiamo incontrato Evra per parlare diciò che cerco di nasconderee del suo percorso artistico. Prima di tutto ti devo chiamare Evra o preferisci essere chiamata Claudia?Come ti è più comodo, come ti viene più naturale. Va bene allora vedremo come andrà a finire. La prima domanda, che è la più semplice che io possa farti, è: perché Evra?La motivazione in realtà è abbastanza superficiale e poi ha acquisito profondità col tempo, nel senso cheEvraè il nome di ungin agricolo. Ero fuori con alcuni amici, ho bevuto questo cocktail e mi è piaciuto tantissimo il suono della parola. Non lo so, pensavo che fosse quello giusto per me come pseudonimo e quindi mi sono dettama sai che c’è? Proviamo. Poi ho elaborato un pensiero che ha un po’ più di profondità. Mi piace pensare che Evra possa esserequella parte di Claudia più disinibita; è come quando bevi un bicchiere di troppo e sei più sciolto, più libero di dire e fare ciò che senti davvero. Mi piace pensare che Evra sia quella parte di Claudia. Non avrei mai pensato che la motivazione potesse essere legata a un alcolico, perché in realtà l’idea che la tua musica dà è molto elegante. Arriviamo quindi aciò che cerco di nascondereche è il tuo nuovo EP. Vorrei che tu me lo raccontassi.ciò che cerco di nascondereè nato tre anni fa. Proprio l’idea di voler fare un EP è nata tre anni fa in quarantena. Per me è stato un momento molto prolifico, buono dal punto di vista artistico. Mi ha dato davvero la possibilità di scrivere tanto. È lì ho pensatosai che c’è? perché non creare veramente un EP? In realtà è frutto ditre anni di lavoro e di cambiamenti, positivi e negativi, quindi rappresenta un percorso. La cosa che mi piace tanto di questo disco è che quando ho iniziato a scriverlo ero veramente tutt’altra persona, mentre quando l’ho concluso ero cresciuta. Per questo ci sono varie fasi di me anche all’interno di una canzone sola. Magari ho iniziato a scriverla in un periodo e poi in un altro momento l’ho terminata con uno stato mentale diverso, una nuova me. Mi piace proprio pensarla così, pensare che sia un percorso che ha un inizio e una fine diversi, che non corrispondono. Qual è quella cosa che cerchi di nascondere, che poi alla fine dà il titolo all’EP?In realtà non lo so, nel senso che io cerco di nascondere sempre un po’ tutto. Sin da piccola ho sempre represso molto le mie emozioni perché venivo presa in giro. Per certe persone era sbagliato che io fossi completamente me stessa e che esprimessi le mie emozioni con libertà. Con questo EP voglio smettere di nascondermi. Dico a me stessa e a chi mi ascoltaok basta, adesso ti liberieracconti ciò che sei. Forse in questo disco c’è una parte di me che ho sempre cercato di non mostrare agli altri. C’è un brano al quale sei più affezionata tra quelli di questo EP, che tra l’altro non è il tuo primo, giusto?Sì, diciamo che è il primo da solista quindi lo considero il mio primo EP a tutti gli effetti perché è solo mio come artista. Per il brano a cui sono più affezionata è sicuramentel’alba che torneraiche è l’ultimo. Ti posso chiedere perché?Sì, perché è dedicato a una persona che non c’è più che faceva parte della mia vita. È una dedica per me molto importante a questa persona a cui ho tenuto tantissimo, a cui tengo tutt’ora moltissimo. Fermiamoci un attimo sull’EP; io sono andata a spulciare i credits e ho trovato tra i produttori degli artisti che provengono da generi molto diversi.È vero, ho preso spunto da tanti generi! Mi sono avvicinata, ad esempio, allatrapche era un genere che non avevo mai sperimentato. Ho comunque unito al mio stileR&B,soul, sfumature piùpopo trap che non pensavo avrei potuto inserire davvero in un mio lavoro. Tu lavori anche alle produzioni?Ho messo mano solo nel’alba che tornerai. Non sono produttrice però mi piacerebbe in futuro produrre di più. Quindi tu comunque scrivi e riesci, anche proprio a livello emotivo, ad affidare il tuo brano a un produttore e direok, lavoraci.Sì, sì assolutamente perché io non ne sono in grado. Riconosco un limite in questo quindi sono contenta di poter collaborare con qualcuno che sia capace e creativo in questo senso. Tu in questo momento sei di stanza a Milano, giusto? C’è qualcosa che credi ti ispiri tantissimo a Bari e che magari a Milano non ritrovi?Sì, la tranquillità, la mancanza di fretta, la vita lenta del Sud. A Milano io ho sempretanta pressione, anche solo mentale, di dover fare. A Bari io entro in una modalità completamente diversa, vivo con calma. Credo che Bari sia stata anche un’ispirazione perché mi ha aiutato a stare proprio in pace senza nessun obbligo. Ero circondata da pochi affetti nella mia casa in cui sono cresciuta, nella comfort zone. Faccio questa domanda a tutti gli artisti che intervisto, quindi la propongo anche a te: se dovessi descrivere il tuo progetto musicale con una parolaquale sarebbe?Perché?Oddio non lo so, mi viene forse un termine un po’ cringe, mi vieneverità. Io mi sento una persona molto onesta, con me stessa e con gli altri nella musica. Quindi, credo che questo progetto sia vero. Non voglio dire che i progetti di altri non lo siano, però sento tanta verità in quello che ho fatto, tanta sincerità. No, assolutamente! Quello che cerchi di comunicare è quello che speri arrivi al pubblico; se ti senti molto vera è giusto che quello sia anche il tuo messaggio. Arrivo così alla seconda domanda infame per questa intervista: un feat che vorresti fare e uno che invece non faresti mai?Allora, in Italia ti dico sicuramenteVeneruse internazionaleH.E.R., non so se la conosci. Un feat che non farei mai non lo so, magari qualche artista che proprio fa un genere completamente diverso dal mio. Con qualche artista troppo commerciale forse, ma non mi sbilancio perché magari un giorno lo faccio ed è finita. Vorrei concludere con questa intervista chiedendoti quali sono i tuoi progetti futuri. Se hai dei live in programma e dove possono trovarti.Il16 maggioci vediamo tutti adieciquattordicialLegend Club Milano, poi il20 lugliosarò aGallipoliper ilMISENTOMALE Summer Fest. Se chi ci sta leggendo ha voglia di venire, passiamo un po’ di tempo insieme così c’è modo anche di ascoltarmi dal vivo. A livello musicale invece voglio scrivere tanto e voglio sperimentare tantissimo con un nuovo sound. Mi piacerebbe in futuro poter lavorare con dei musicisti in studio, quindi per adesso il mio piccolo sogno è lavorare più in analogico e meno in digitale. Puoi continuare a seguire Evra suInstagrame suSpotify! Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.I campi obbligatori sono contrassegnati* Previous PostTeen Dystopia: le radici del successobyCarola Mangiarotti Next PostLa Pace Preventiva: la mostra di Michelangelo Pistoletto a Palazzo…bySofia Fossati

  • Live Report | Auroro Borealo: il suo tour NON negli stadi è partito da Milano

    Andy Warhol: un artista diverso dagli altribySofia Fossati Everything Everywhere All at Once: il film pluripremiato agli OscarbyCarola Mangiarotti Live Report | Auroro Borealo: il suo tour NON negli stadi è partito da Milano Eccentrico, creativo, performer e cantante.Auroro Borealoè tornato con untour NON negli stadi, che ha visto la prima data sul palco delCircolo Magnolia, giovedì 30 marzo 2022. L’artista bresciano torna con un nuovo discoAurora Boreale, pubblicato l’8 marzo per Talento, la sua etichetta. L’album arriva a tre anni di distanza daIMPLACABILE, un anno dopoEH, il primo disco al mondo pensato specificatamente per TikTok e dopo aver venduto i master dei suoi brani su Subito.it. In parallelo, Francesco Roggero (nome reale dell’artista) porta avanti un’attività di ricerca e divulgazione su ciò che èdiversamente bello. Nel 2018 ha creato la pagina InstagramLibri Bruttie ha un podcastNASCOSTIFY, nel quale cerca su Spotify gli artisti del presente e passato che abbiano meno di mille ascoltatori mensili e li racconta ogni lunedì con un ospite. Inoltre ha creatoun’etichetta discografica, laTalento, attraverso la quale promuove artisti fuori dagli schemi e dalle mappe. È anche colui che ha caricato su YouTube iLiteral videoe soprattutto il video “10 minuti di fettine panate”. Tutte queste passioni e particolarità si possono trovare ora nell’account TikTok di Auroro Borealo, in cui è possibile trovare diverse rubriche come “Libri Brutti” o “Le peggiori copertine dei dischi italiani”. Provocatorio e con uno sguardo unico sui fatti del presente, Auroro Borealo utilizza i giochi di parole per narrare l’amoreinAurora Boreale. È riuscito a raccontare questo grande sentimento utilizzando una metafora come“Tu satana io sottone, tu Helvetica io Comic Sans” (inHarry ti presento Satana) o affermazioni quali“Ti, amo, il mutuo lo accendiamo”(inTi amo). Oltre alle relazioni amorose tra due persone, un altro tipo di amore può essere quello che si ha per i proprifigli. Auroro Borealo, infatti, si pone una delle domande giù gettonate di sempre inQuando facciamo i bambini?ma non riesce a trovare risposte. Ci racconta però come l’arrivo dei figli cambi la vita dei genitori:“a Capodanno i trenini e ad ottobre i pannolini”. Aurora Borealecontiene anchedue potenziali hitche ricordano il pop dei primi anni Duemila, comeCologno Lord(un feat con Le feste di Antonacci) – in cui vengono descritti come poetici luoghi simbolo della Brianza– eBrutto dappertuttodove evidenzia uno dei valori che lo caratterizza: vedere il brutto ovunque, con una certa facilità. La nostra tribùchiude questo nuovo lavoro in studio. Con questobrano acustico, senza tralasciare una vera umoristica, si racconta una storia d’amore, forse conclusa, in questa tribù che può essere la nostra società attuale. I concerti di questo tour NON negli stadi hanno una particolarità: ogni data vedrà un ospite diverso direttamente dall’etichetta Talento. Ad aprire la serata al Magnolia, infatti, sono statiMartellieSupernino(selezionato da Rockit.pro). Un artista così importante come Auroro Borealo, però, non poteva che essere presentato da un presentatore degno di nota come lo sceneggiatoreAlessio De Santa.Auroro è salito sul palco alle 22 accompagnato dalla sua band (Francesco Bacci al basso, Greg Dallavoce alla chitarra e Luca Brazzi alla batteria). Durante tutta la serata, però, c’è stata anche un’altra persona on stage, una presenza fissa seduta sulla sua sedia:Luca the Kingche è stato per quasi tutto il concerto agiocare a scacchi in solitariaa tavolino. Già questo potrebbe far percepire la particolarità di un evento del genere ma le sorprese non sono affatto finite. La serata ha previsto altri ospiti sul palco.Davide Rossici ha regalato un momento di serietà (non troppa) leggendo un libro brutto:Caro amico ti schivo: Le migliori scuse per non usciredi Ivano Comodo.Nella data di apertura non poteva mancare un altro ospite speciale, un amico comeRuggero dei Timidi, che è salito sul palco per cantare con Auroro Borealo le hitSessoneeTimidamente io, accompagnate da un finale acustico conMaledetta primavera, con grande euforia e coinvolgimento da parte del pubblico. Una serata fuori dal comune dove l’ironia e la spensieratezza sono state al primo posto. Anche solo per il semplice fatto, ad esempio, di presentare la band con un generico LUI, riferito a tutti, senza specificare i loro nomi. Non sono mancati, inoltre, i brani più iconici del passato comeGli occhi del mio exeTrentenni Pelati.A chi mi dice, cover della boyband britannica Blue, ha chiuso la serata. Il concerto è stata l’occasione per poterridere di gusto, saltare, cantare e urlareinsieme a un musicista dall’attitudine punk, che non si prende troppo sul serio ma che è stato sinceramente commosso ed emozionato durante tutto il live per vedere una sala del Magnolia piena a cantare le sue canzoni, vecchie e nuove. Ecco le altre date deltour di Auroro Borealoin giro per l’Italia: 14 aprile – BRESCIA – DER MAST 20 aprile – TORINO – CAP10100 21 aprile – SOLIERA (MO) – KALINKA ARCI DUDE, HABITAT 22 aprile – ROMA – WISHLIST CLUB 28 aprile – VERONA – THE FACTORY 29 aprile – PISTOIA – H2NO 6 maggio – FIDENZA (PR) – LSD FESTIVAL 12 maggio – BOLOGNA – PONTELUNGO 13 maggio – MACERATA – DONG Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.I campi obbligatori sono contrassegnati* Previous PostAndy Warhol: un artista diverso dagli altribySofia Fossati Next PostEverything Everywhere All at Once: il film pluripremiato agli OscarbyCarola Mangiarotti

  • Salta l’accordo tra Meta e SIAE, addio alla musica su Instagram e Facebook

    La canzone più bella di DRAMA e PATRIKbyJacopo Vitelli Salta l’accordo tra Meta e SIAE, addio alla musica su Instagram e Facebook L’accordo traMeta, holding di Facebook e Instagram, eSIAE(Società Italiana degli Autori ed Editori) è scaduto il 1° gennaio 2023 e non è stato rinnovato. Ciò ha generato sconcerto e amarezza tra user e creator sui social ma anche tra gli artisti. Non essendo stato possibile trovare un accordo economico soddisfacente per entrambe le parti, nei post, nelle storie e nei reels sonospariti tutti i sottofondi musicali appartenenti al repertorio SIAE. Non si sta parlando di numeri trascurabili, ma di62 milioni di opere! Tuttavia, al momento, nella libreria dei brani musicali di Instagram si possono trovare ancora alcuni artisti italiani che non si affidano a SIAE, ma a Soundreef tra cui i Pooh, Laura Pausini, J-Ax, Fabio Rovazzi, Rkomi, Morgan. Il 16 marzo 2023, è giunta, da entrambe le società, la comunicazione sull’impossibilità di trovare un accordoper il rinnovo delle licenze. Il portavoce di Meta ha dichiarato: “Purtroppo non siamo riusciti a rinnovare il nostro accordo di licenza con SIAE. La tutela dei diritti d’autore di compositori e artisti è per noi una priorità assoluta. Per questo motivo, a partire da oggi, avvieremo la procedura per rimuovere i brani del repertorio Siae all’interno della nostra libreria musicale”. SIAE ha risposto con un comunicato stampa in cui espone quanto accaduto come una “scelta unilaterale” di Meta che harifiutato di condividere informazioni rilevantial fine di trovare un accordo trasparente e equo. In pratica, SIAE, che ha in catalogo il 99% della musica italiana, chiedeva a Meta di quantificare i ricavi relativi ai contenuti che sfruttavano i suoi brani musicali come colonna sonora. Meta però si è rifiutata e haproposto unilateralmente le condizioniche sono state accettate in molti altri Paesi europei come Spagna, Francia e Germania. D’altronde non c’era da aspettarsi niente di diverso: Meta, come tutte le Big Tech, non fornisce verticalizzazioni nazionali sul proprio giro d’affari. Il comunicato di SIAE contiene parole forti da cui traspare la presa di posizione contro Meta: “SIAE ha continuato a cercare un accordo con Meta in buona fede, nonostante la piattaforma sia priva di una licenza a partire dal primo gennaio 2023. SIAE non accetterà imposizioni da un soggetto che sfrutta la sua posizione di forza per ottenere risparmi a danno dell’industria creativa italiana”. I brani SIAE non potranno più essere utilizzati per i reel, le storie e i video sia su Facebook che su Instagram. I contenuti già pubblicati che contengono un brano SIAE sarannorimossi da Facebook e silenziati su Instagramdove si potrà decidere di cambiargli colonna sonora. La musica del catalogo SIAE resta disponibile su altri social tra cui YouTube e TikTok. I creator che già si stavano spostando su altre piattaforme adesso hanno un motivo in più per abbandonare Meta. Il mancato patto Meta-SIAE è uncaso unicoin Europa. Negli altri Paesi pare che Meta sia riuscita a stipulare accordi con i vari organismi nazionali che tutelano il lavoro di artisti e compositori. Tuttavia, bisogna considerare che il mercato del diritto d’autore, nonostante il quadro comunitario tracciato dallaDirettiva Barnier, è frutto di un’evoluzione storica e ha peculiarità differenti in ogni paese. I ricavi del settore in Italia si aggirano sui 308 milioni, di cui un terzo è generato dal segmento digital. Molte Big Tech hanno alle spalle una storia divalue gap. Gli artisti spesso non sono pagati in modo equo per l’utilizzo dei loro brani e il problema è sempre lo stesso: la musica deve essere accessibile a tutti mail lavoro va ricompensato. A causa del fallimento dell’accordo, i creator che utilizzavano musica italiana tutelata dalla SIAEhanno perso i loro contenuti. Sono andate perse completamente anche le tracce audio in cui vi era una sovrapposizione tra musica e parlato, trasformando contenuti che avevano richiesto ore di lavoro in video muti senza più valore comunicativo. Un esempio? La storia diEsmeralda Moretti(@esme__psithurisma), creator che si occupa di cultura e filosofia, che da un giorno all’altro ha visto sparire l’audio dai suoi video. Esmeralda ha dedicato due anni della sua vita a creare contenuti di stampo divulgativo. Scrivere il contenuto, recarsi nella location adatta, girare il video ed editarlo può richiedere fino a sei ore. Nonostante i contenuti risalgano a un momento in cui l’accordo SIAE e Meta era ancora in vigore, le conseguenze del braccio di ferro tra SIAE e Meta sono retroattive. Si ripercuotono quindi su tutti i video in cui sono stati utilizzati i brani SIAE, causando undanno enorme a tutti i creator. Di sicurola partita non è chiusa. Se Meta decidesse di fare a meno della musica italiana definitivamente rischierebbe di perdere milioni di utenti che passerebbero con grande probabilità a TikTok. Bisogna anche chiedersi se la SIAE sia in grado di resistere. Se i brani SIAE non potranno più essere utilizzati su Instagram e Facebook, gli artisti italiani perderanno popolarità? Gli utenti si affezioneranno di più ai cantanti stranieri ancora presenti sui social? Quanto tutto ciò impatterà sulle vendite dei dischi e dei biglietti dei concerti? Anche gli eventi musicali come Sanremo subiranno delle ripercussioni? Questa controversia si presenta come un’occasione per SIAE di battersi veramente per una remunerazione più adeguata degli artisti e per una maggiore trasparenza delle Big Tech che sfruttano i brani musicali. Al momento, le conseguenze evidenti sono quelle per utenti e creator, ma se l’accordo non sarà raggiunto ci saranno effetti negativi per entrambe le società. Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.I campi obbligatori sono contrassegnati* Previous PostLa canzone più bella di DRAMA e PATRIKbyJacopo Vitelli

  • La canzone più bella di DRAMA e PATRIK

    Salta l’accordo tra Meta e SIAE, addio alla musica su…byBeatrice Grimoldi La canzone più bella di DRAMA e PATRIK È uscitaLA CANZONE PIÙ BELLA,il singolo che vede lavorare di nuovo insiemeDRAMAePATRIK.Dopo i successi dei loro rispettivi percorsi da solisti e la pubblicazione del singoloFUCK YOUin coppia, i due artisti tornano conLA CANZONE PIÙ BELLA,brano presentato alle selezioni diSanremo Giovani. Un sodalizio, quello traDRAMA e PATRIK, artisticamente consolidato, che ha dato vita a un perfetto mixtra pop, punk e urban, caratterizzato da unlinguaggio diretto, incisivo e coinvolgente, dall’appeal radiofonico, ma profondo al tempo stesso.LA CANZONE PIÙ BELLAè una ballad pop-rock, dolce ed energica, in cui le voci diDRAMA e PATRIK, la primagraffiantee l’altra piùmorbida, si uniscono perfettamente insieme.La canzone, dalsound di ispirazione internazionalee dai rimandi alclassic rock anni ’80 e ’90, rivisitato in chiave moderna,è una profonda dichiarazione d’amore nata per arrivare al cuore della gente. La persona a cui viene dedicato il brano diventa:“La parola più bella, della frase più bella, della canzone più bella che sia mai stata scritta“,ma allo stesso tempo viene paragonata anche ad un“diavolo con una corona di spine”o“un cuore che ha smesso di battere”, per sottolineare quanto anche gli aspetti negativi di qualcuno, oltre a quelli positivi, siano dei dettagli unici che lo rendono affascinante ai nostri occhi.Come raccontanoPATRIK e DRAMA: LA CANZONE PIÙ BELLAè un pezzo leggero ma riflessivo, adatto ad essere gridato a squarciagola in macchina o sussurrato ad un orecchio. Nel brano abbiamo sottolineato di più le nostre differenze timbriche e stilistiche, dimostrando allo stesso tempo la nostra coesione artistica e l’evoluzione dell’identità musicale del progetto. Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.I campi obbligatori sono contrassegnati* Previous PostI capibara conquistano TikTokbyBeatrice Grimoldi Next PostSalta l’accordo tra Meta e SIAE, addio alla musica su…byBeatrice Grimoldi

  • I capibara conquistano TikTok

    I capibara conquistano TikTok

    Intervista | Rareș: l’improvvisazione e l’intimità in FemminabyEnrica Barbieri La canzone più bella di DRAMA e PATRIKbyJacopo Vitelli Icapibarastanno diventando un vero e proprio trend su TikTok grazie al brano virale che ripete il loro nome con un ritmo che entra in testa. Attualmente la canzoneCapybaraè stata utilizzata in oltre 450.000 video sulla piattaforma e i video più popolari superano i 16 milioni di visualizzazioni. Sebbene i capibara siano originari del Sud America, questa tendenza si sta diffondendo a livello mondiale, portando alla ribalta questi simpatici roditori. Grazie al loro aspetto tenero e alla loro natura socievole i capibara stanno conquistando i cuori e i like di moltissime persone. I capibara sono simpatici roditori giganti, possono arrivare a pesare anche 70 kg. Nonostante la loro taglia, sono animali pacifici e tranquilli. I capibara sono ottimi nuotatori anche grazie alla loro pelliccia adatta all’acqua. Il loro fisico robusto permette loro di vivere in diversi ambienti, dall’acqua alla terraferma, rendendoli molto adattabili. I capibara sono animali sociali, infatti amano stare insieme ai loro simili formando gruppi che possono raggiungere fino ai cento individui. Questa non è la prima volta che i capibara diventano famosi online. Nel 2013, come raccontaKnowYourMeme, diventò popolare un account Twitter che mostravafoto di vari animali seduti o sdraiati sopra ai capibara. Successivamente nel 2016 i capibara tornarono a essere protagonisti dei social grazie al meme noto come “Shocked Capybara” che mostrava l’immagine, presa dal documentario della BBCPlanet Earth, di un capibara scioccato. Nel 2018 un tweet che mostrava dei capibara che facevano il bagno divenne virale. Internet fece il resto, creando tantissimi meme con foto di capibara. Tuttavia, il nuovo capibara trend su TikTok surclassa i precedenti. L’artista che ha realizzato la canzoneCapybaranon è un musicista famoso: si chiamaСто-Личный Она-Нас, puoi consultare la sua pagina ufficiale su vk.com (social network popolare in Russia), ma puoi trovarlo anche suSpotify. Le sue pagine sono presentate in modo divertente e autoironico e probabilmente anche lui stesso è incredulo del successo incredibile della sua canzone.Capybarasta scalando le classifiche dei suoni più utilizzati su TikTok in molti paesi. Niente male per una traccia che sembra creata per puro divertimento! Il testo della canzone è scherzoso e divertente, parla di quanto siano cool e buffi i capibara. Dopo averli visti correre non è possibile non essere d’accordo! E voi, avete già visto i video dei capibara su TikTok? Se non l’avete ancora fatto, vi consigliamo di guardarli per conoscere questi simpatici animali e per cantare anche voi Capibara, capibara, capibara… Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.I campi obbligatori sono contrassegnati* Previous PostIntervista | Rareș: l’improvvisazione e l’intimità in FemminabyEnrica Barbieri Next PostLa canzone più bella di DRAMA e PATRIKbyJacopo Vitelli