Fate: The Winx Saga – Recensione del teen-dark drama


Winx

Se tu lo vuoi tu lo sarai, una di noi
Winx! La tua mano nella mia più forza ci darà
Con lo sguardo vinceremo insieme…

Esordiva così su Rai2, in un pomeriggio di fine gennaio, nel 2004, il neonato cartone Winx Club, nato dalla penna e dall’ingegno Made in Italy di Iginio Straffi. Vi abbiamo parlato dell’uscita della serie tv Fate: The Winx Saga proprio qui. Di seguito, oltre ad un breve accenno alla trama, ci sarà invece la recensione del nuovo prodotto targato Netflix, comprensivo di (sole) sei puntate di circa 50 minuti.

La trama di Winx (2.0)

Alfea è la scuola di magia dove Fate e Specialisti studiano e si addestrano. Il nuovo anno vede l’ingresso di Bloom, sedicenne proveniente dalla California, che fino a pochi mesi prima non sapeva di avere poteri magici legati al fuoco. Ad Alfea farà amicizia con le sue compagne di stanza: Terra (fata della natura), Musa (fata della mente), Stella (fata della luce) e Aisha (fata dei fluidi). Sarà proprio quest’ultima a rivelarle che lei è una changeling, ossia una fata neonata che ha preso il posto di una bambina al momento della nascita. Inizia per Bloom una duplice sfida: capire come controllare la propria magia e scoprire i misteri che avvolgono la sua nascita. Il tutto, condito da adolescenti ai primi amori, feste e Instagram stories. E, naturalmente, tanta magia.

Trailer Fate: The Winx Saga

Recensione e riflessione

Il “Se tu lo vuoi tu lo sarai, una di noi” è un invito a voler essere un/un’ adolescente alle prese con la magia, inganni, intrighi e sbalzi ormonali. Bloom, ad esempio, passa dall’essere una nerd appassionata di antiquariato a giocare letteralmente col fuoco come se avesse passato i primi 16 anni della sua vita a fare solo quello. Eccezionale quanto il tempo trascorra velocemente quando si offrono solo sei puntate (Netflix, braccino corto eh?).

Ma a parte la velocità di apprendimento, le vicende che vanno a braccetto con la protagonista presentano una certa fluidità, rendendo di fatto comprensibile l’intera saga senza eccessivi buchi narrativi o confusione.
Si denota una trama che comprende magia, mistero e quel tocco di malizia che riesce a legare insieme il tutto, unito ad una scrittura dei dialoghi e ad una fotografia che, sorprendentemente, funzionano. E chi se lo aspettava! Ciò che rimane, al limite, sono misteri insoluti che faranno presumibilmente parte della seconda stagione.

Le cinque fate al completo

Gli studenti di Alfea

Una volta arrivata ad Alfea, Bloom stringe amicizia con la maggior parte delle sue compagne di stanza della Winx Suite. Musa, Aisha e Terra, se inizialmente personaggi di supporto, dimostreranno una propria personalità e un certo potere latente che – si spera – possa emergere meglio nella seconda stagione. Ad esempio, la buona Terra, potrebbe smetterla di essere la “buonacciona” di turno e scatenare la magia della natura: per ammissione della stessa direttrice della scuola, Farah Dowling , Terra controlla non solo le piante ma anche la roccia, quindi un bel terremoto contro chi le fa body shaming (tipo River) non sarebbe male. C’è spazio anche per un evergreen: il belloccio col giubbotto di pelle che si atteggia da cattivo ragazzo e fum… svapa. Ma, sotto sotto, ci si affeziona anche a River, che dimostra di avere più personalità di certi personaggi principali. Un po’ meno simpatia per la cattiva di turno, tal Beatrix, che già dal nome non ispira proprio fiducia, ecco. Infine, come ciliegina sulla torta, non poteva mancare la ribellione adolescenziale verso i genitori: ne sanno qualcosa la suscettibile Stella e l’austera madre Luna. A conti fatti, il format di questa versione teen dark drama delle Winx ha – ovviamente – poco a che vedere con il cartone animato.

Alcuni accostamenti puramente estetici con il cartone, ci sono:

Una scuola come le altre

Gli studenti (fate e specialisti) di Alfea, usano Instagram, stalkerano la propria crush (neologismo che indica l’interesse amoroso verso qualcuno, comunemente “cotta”), si fanno selfie, fumano, bevono, flirtano e fanno festa. Come tutti gli adolescenti e gran parte delle serie tv con questo target. Quindi, se vengono accantonati i paragoni con la serie animata e si guarda questo prodotto solo come Fate: The Winx Saga, è assolutamente consigliata la visione, poiché riesce ad intrattenere e incuriosire, portandoti a fare binge watching delle sei puntate a disposizione.

I motivi sono diversi: perché ci si affeziona alla timidezza di Terra e al suo – mancato – flirt; si vuol scoprire il passato di Bloom e cosa l’ha portata dall’essere di stirpe magica a changeling; si vuol capire se l’amicizia tra Riven e Sky si è interrotta o è solo in una pausa di riflessione; il trio composto da Riven – Beatrix – Dane, diventerà un duo o, magari, ognuno per la sua strada? Motivi per vedere la prima stagione di questo adattamento di Winx ce ne sono, e ancora di più per aspettare con ansia la seconda stagione.

Ma ci sono anche motivi per non guardarlo affatto, data la totale incuranza mostrata da Bloom quando ha urlato a gran voce di essere nata nel 2004. Così, senza preavviso, senza prima farci sedere e prepararci alla batosta. Nel mio caso, nel 2004 avevo 11 anni e attendevo con ansia la lettera di ammissione ad Hogwarts. E voi quanti anni avevate nel 2004? Così, per stringerci in un abbraccio virtuale di conforto e sostegno, data anche l’anzianità di servizio.


Davide Romano

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