The French Dispatch: Wes Anderson celebra il giornalismo

Ecco la nostra opinione sul nuovo film di Wes Anderson.


The French Dispatch

L’11 novembre è ufficialmente uscito nelle sale italiane The French Dispatch of the Liberty, Kansas Evening Sun l’ultimo lavoro del regista Wes Anderson. Vi avevamo già parlato di questo regista e del suo inconfondibile stile che lo ha portato ad ottenere numerosi premi e riconoscimenti. Questo suo ultimo lavoro rappresenta una conferma del suo grande talento. Ma prima di elencarvi i motivi per cui vi consiglio di vedere questo film, andiamo a capire brevemente di cosa parla.

La trama di The French Dispatch

Il film comincia con l’improvvisa morte di Arthur Howitzer Jr, direttore e fondatore del giornale The French Dispatch. Tutta la redazione si riunisce per mettere insieme quella che sarà l’ultima pubblicazione, la quale oltre al necrologio del suo direttore, conterrà quattro pezzi scritti e raccontati da quattro giornalisti a cui egli era particolarmente legato. Le quattro storie si susseguono nel corso del film e hanno come filo comune l’ambientazione nella fantasiosa cittadina di Ennui.

Mentre il primo articolo è una breve presentazione della città e del modo in cui è cambiata nel tempo, le altre tre storie che ci vengono raccontate riguardano eventi specifici che vedono protagonisti personaggi particolari e sfaccettati. I racconti presentano una componente storica, per esempio la seconda storia, Revisioni ad un Manifesto, fa riferimento alle proteste studentesche del 1968.

In generale, The French Dispatch nasce come una dichiarazione d’amore al giornalismo e al The New Yorker in particolare. Wes Anderson ha affermato di essere molto affezionato al The New Yorker e di non aver mai perso un’edizione da quarant’anni a questa parte. Il film celebra quello che era il giornalismo di un tempo e che ancora oggi alcune testate portano avanti.

Lo stile di Wes Anderson al suo estremo

La particolarità di The French Dispatch sta nella minuzia con cui quest’opera è stata realizzata. Wes Anderson non si è risparmiato e ha praticamente usato tutte quelle che sono le cifre stilistiche che lo hanno contraddistinto negli anni. Nel film vediamo l’alternarsi di scene in bianco e nero e scene a colori, caratterizzate da palette più vivide rispetto ai suoi film precedenti. Ogni inquadratura è calibrata alla perfezione e anche un occhio meno esperto non può fare a meno di osservare la minuzia quasi maniacale di ogni singola ripresa.

Altro elemento caratterizzante è il cast veramente ampio, ma scelto con grande cura. Oltre ai nomi che abbiamo già visto collaborare con questo regista, tra cui Bill Murray, Owen Wilson e Adrien Brody, ci sono anche nuovi volti, in particolare Lèa Seydoux, la cui performance nel film è straordinaria.

Perché guardare The French Dispatch?

Mi sento caldamente di consigliarvi questo film anche se non conoscete la filmografia di Wes Anderson. The French Dispatch mostra tutti gli aspetti cardine di questo regista e può essere un ottimo punto di inizio per avvicinarsi ai suoi lavori.

In generale, il film è confezionato in maniera magistrale e la storia che viene raccontata riesce a catalizzare lo spettatore. Una volta entrati in sala ci si dimentica del mondo esterno e si viene catapultati nella magia creata dal regista. Poesia e leggerezza si combinano e un’ora e quaranta di film passano in un batter d’occhio.

Voi avete già visto questo film? Fateci sapere cosa ne pensate nei commenti o sulla nostra pagina Instagram.


Irene Lantano

One Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *