Intervista | Alessandro Cantalupo: Ultimo mi ha spronato ad espormi

Intervista ad Alessandro Cantalupo, giovane cantante pop di Milano.


Alessandro Cantalupo

Alessandro Cantalupo, 20 anni, abita a Rho in provincia di Milano.
Ha frequentato il liceo linguistico ma nel cuore e per il futuro ha in mente solo la musica.

Come è nata la tua passione per la musica?

Ho iniziato a studiare musica all’età di 7 anni, quando frequentavo la seconda elementare. C’era un progetto a scuola che permetteva agli studenti di partecipare a un coro. Io, inizialmente, mi ero iscritto solo per perdere delle lezioni a scuola. Ho sempre cantato a casa per conto mio e i miei mi dicevano che non facevo “schifo”.

C’era del talento.

Sì, si può chiamare dono. Non lo so. Qualcosa che se non veniva lavorato sarebbe stato uno spreco. E io ho deciso di non sprecarlo. L’insegnante del coro mi ha preso subito come solista e piano piano non pensavo più alle ore perse a scuola ma iniziavo a sentirmi qualcuno. Quest’insegnante mi ha portato nella sua scuola di canto quando avevo 8 anni. Poi la mia voce è cambiata per la pubertà e ho mollato fino ai 12 anni, quando mi sono iscritto a un istituto musicale con un’altra mentalità. Li ho studiato canto moderno e chitarra elettrica. A 16 anni ho cambiato per l’ultima volta e ho iniziato a frequentare l’accademia Crepaldi. Qui ho sostituito chitarra elettrica con chitarra acustica e nel 2019 ho iniziato a studiare anche pianoforte moderno.

Alessandro Cantalupo

Quando hai iniziato a scrivere i tuoi primi testi?

A 15 anni ma erano in inglese perché mi vergognavo di far sapere che cosa nascondevo dentro di me. La mia insegnante di musica, a 16 anni, poi mi disse “Alessandro, prova a scrivere in italiano” ma il vero cambiamento è avvenuto nel 2017 quando ho scoperto Ultimo e le sue canzoni. Lui mi ha ispirato tantissimo e, in qualche modo, mi ha spronato ad espormi. Mi sento molto simile a lui.

Ultimo è un personaggio che ha un grande successo ma è anche molto criticato per il genere di musica che fa.

Il gusto musicale è molto soggettivo, ciascuno ha i suoi pareri. Io mi definisco un cantautore pop, come lui. Tutti hanno il proprio idolo, il proprio genere e trovo infantile che la gente critichi gli altri senza una vera ragione. Potrebbe essere una moda criticarlo e quindi non cambierà molto l’atteggiamento nei suoi confronti. Io come cantante non ho più paura di essere criticato. Siamo tutti dei regali e io mi “dono agli altri” poi se mi vogliono bene altrimenti nulla.

Hai partecipato ad un Contest lanciato dalla casa discografica Honiro, ma su Instagram hai fatto sapere che non è stata una bella esperienza per te. Ti va di parlarne?

Nel settembre del 2019 ho partecipato a questo Contest della Honiro a Roma. Volevo tentare il tutto e per tutto qui. La cosa mi puzzava un po’ però, perché Ultimo è l’unico cantante pop della Honiro. Io ci ho provato lo stesso. Io, come molti altri, nella speranza di essere selezionato. Ero lì dalla mattina, mi sono esibito alle 17 del pomeriggio. Non ci hanno fatto esibire in ordine di arrivo e i partecipanti continuavano ad aumentare. Delle voci che giravano sostenevano che ci fossero più di 900 partecipanti e l’ingresso costava 17 euro a persona. Ti lascio trarre le tue conclusioni.

Quindi è stata una delusione totale?

No, perché due giorni prima ho scritto una canzone da portare al Contest.
È stato un colpo di fulmine che raramente capita.

Chi o cosa ti ispira?

Bah, è un argomento complesso. Di recente ho cambiato il mio approccio.
Mi metto seduto e provo a creare qualcosa. Non aspetto che arrivi perché la verità è che l’ispirazione non arriva mai. Poi mentre compongo, scrivo e parlo sempre dell’amore. Canto di tutto attraverso l’amore, che diventa il mio filtro.

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Hai scritto e pubblicato su Spotify il tuo singolo Sopra al Mondo.

Sì, Sopra al Mondo è apparso su Spotify il 12 luglio del 2019 ma è nato a gennaio dello stesso anno. Mi ero fidanzato da pochissimo ed ero molto felice e questa felicità mi aveva portato a scrivere questo brano. La canzone è nata anche da un altro fatto. A scuola, in quel periodo, abbiamo studiato la Danza di Henri Matisse che ritrae delle figure che ballano in cerchio, prendendosi per mano e quell’immagine mi ha colpito molto.

Dal punto di vista tecnico ed economico, come hai fatto a registrare e sponsorizzare la canzone?

I miei insegnanti di musica mi hanno consigliato un produttore e abbiamo registrato la canzone in studio. Non ho usato pubblicità, non avevo case discografiche alle spalle. Nulla. Sono stato fortunato perché nel tempo sono riuscito a creare su Instagram un pubblico abbastanza vasto che mi supporta e sostiene. Questo pubblico mi ha aiutato a diffondere la canzone.

Alessandro, tu operi principalmente su Instagram, dove hai anche tante Fanpages .

Sì, avrò una trentina di Fanpages. Ho creato un gruppo WhatsApp con chi dirige queste pagine perché cerco sempre di instaurare un legame d’amicizia con le persone. Io non sono famoso ma il successo che ho è dovuto a loro. Instagram, poi, è il social che uso maggiormente. Faccio spesso delle cover ed è capitato che artisti come Michele Merlo, Arisa, Leo Gassman ed Irama si accorgessero di me.

Oggi hai 20 anni e vivi di pane e musica. Hi altri progetti per il futuro?

All’inizio volevo fare interpretariato. Poi è arrivata la musica e passavo le giornate a suonare. Vorrei non avere un piano B però penso di laurearmi in Beni Culturali o Scienze della Comunicazione.

In ambito musicale, invece, che progetti hai?

Questo periodo di quarantena non è stato così negativo per me e mi ha permesso di organizzare il mio futuro da cantante. Questo periodo, anzi, potrebbe avermi cambiato la vita. Non so quanto ti posso dire però, Ti dico che sono stato contattato da una persona che vuole realizzare dei progetti con me. A settembre inizierò un’accademia a Roma, due weekend, al mese che preparerà ad un altro progetto ancora e magari realizzerò un’album. Non posso essere più specifico perché nulla è certo ma io tengo le dita incrociate.

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Areeba Aksar

Conosciuta come Ary, è nata a Kotli nel 1999. Studia Scienze Psicosociali della Comunicazione alla Bicocca. Apprezza i libri usati, gli indelebili per scrivere cose permanenti e i dialoghi dei film che non ti scordi. Soffre di meteoropatia estiva, se potesse vivrebbe da qualche parte in Quebec.

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